Organizzare un matrimonio è senza ombra di dubbio una delle attività più stressanti che possa capitare di portare avanti nella vita. Lo sanno bene gli americani, che con lo spirito pratico che li contraddistingue hanno pensato di farne una vera professione, che lambisce le competenze di un project manager, un consigliere, uno psicologo, un mediatore culturale e se vogliamo un casco blu dell’ONU, ma che si può riassumere semplicemente col termine di “wedding planner”.
Ne parliamo con Davide Covello, che fa proprio questo di professione.
Ciao Davide, spiegaci un po’, in cosa consiste la tua attività?
Il wedding planner è essenzialmente una figura che fa da collante tra gli sposi e tutti i servizi che sono necessari a permettere loro di realizzare la giornata da sogno che hanno sempre voluto. È una figura terza, che se vogliamo aiuta anche gli sposi a trovare una mediazione tra le idee spesso diverse che hanno su come realizzare l’evento. Il tutto mettendo a frutto la sua esperienza, che in questi casi gioca un ruolo determinante.
In un matrimonio entrano in gioco le opinioni di una moltitudine di attori diversi, che spesso è difficile riuscire a non scontentare. Il parere di un wedding planner è l’unico che si può ritenere puramente oggettivo, e questo aiuta molto anche a dirimere le controversie tra gli sposi stessi.
Perché secondo te fino a poco tempo fa la figura del wedding planner si vedeva soltanto nei film americani e adesso comincia a prendere piede anche in Italia? Cos’è cambiato?
Rispetto al passato, non è inusuale avere entrambi gli sposi molto impegnati con le rispettive attività lavorative, così come i loro genitori. Diventa quindi importante per loro avere una figura “di fiducia” a cui possano delegare le redini del progetto e alle volte che possa dettare loro i tempi di tutte le scelte che dovranno compiere per arrivare al fatidico “sì, lo voglio” che ricorderanno per tutta la vita.
Non dobbiamo dimenticare che viviamo nell’era dei social, in cui molti giovani promessi sposi si invaghiscono di setup da sogno ammirati nelle fotografie provenienti dai matrimoni di tutto il mondo. In questi casi, il supporto di un professionista per realizzare quella determinata fantasia diventa pressoché indispensabile.
Dove svolgi la tua attività?
Per lo più in Calabria, ma mi è capitato spesso di viaggiare in tutta Italia. Una cosa che noto è che molte persone tendono a sottostimare le enormi potenzialità offerte dalle location calabresi rispetto alle più blasonate opzioni di altre regioni. Abbiamo posti bellissimi sia sul mare che montani, oltre che prodotti tipici in grado di soddisfare i palati esteri alla ricerca di gastronomia autentica.
Riscontri delle peculiarità dallo svolgere questa attività al sud piuttosto che in altre aree geografiche?
Sicuramente. Al sud il matrimonio è un evento decisamente più sentito rispetto a quanto possa esserlo al nord. Un matrimonio da noi coinvolge l’intera famiglia a 360°. È come fosse il secondo matrimonio per i genitori, il terzo matrimonio per i nonni ed un matrimonio collaterale per fratelli e sorelle. Un tale numero di teste da far mettere d’accordo rappresenta un impegno notevole, e se un tempo si riusciva sempre a trovare il parente con tempo da dedicare a quest’attività, la sempre maggiore incidenza di famiglie a doppio reddito rende indispensabile rivolgersi a un wedding planner.
C’è ancora da superare un ultimo scoglio culturale che vede al sud il wedding planner come una figura “invadente”, quando in realtà cerca di mettere in pratica le idee della sposa traducendole in un’attività possibile da realizzare per il fornitore.
L’emergenza legata alla diffusione del Covid-19 che stiamo vivendo ha bloccato la possibilità di celebrare i matrimoni e conseguentemente l’intero mercato dei servizi legati ad essi. Come vedi il futuro del settore nel prossimo periodo?
Personalmente, penso che finiremo nel prossimo futuro per convivere con il virus, facendo venire meno le certezze per ogni data che verrà scelta dagli sposi. Molte delle coppie che seguo io hanno rimandato il matrimonio al 2021, altri invece hanno provato a riprogrammarlo per l’autunno di quest’anno, sfruttando la scelta a monte di un tema neutro.
Sono stati mesi indubbiamente duri per chi ha le location, e in generale per tutti i fornitori, ma sto notando una grande voglia di ripartire e grande proattività nel riorganizzare le proprie attività in base alle nuove disposizioni sanitarie. Ripartirà tutto più forte di prima.
Hai un ultimo consiglio da dare ai futuri sposi?
Mai come in questo periodo mi sento di ribadire agli sposi di dare retta al wedding planner quando vi dice di accelerare con le decisioni più importanti. In molti tendono a procrastinare trincerandosi dietro un “tanto c’è tempo”, ma soprattutto in tempi incerti come quelli che stiamo vivendo ci si ritrova ad avere un grande vantaggio ad aver preso molte decisioni in anticipo quando si tratta di spostare una data.
Quello che ripeto sempre è che un wedding planner per il bilancio di un matrimonio non è da considerarsi una spesa, bensì un investimento finalizzato ad avere una squadra in grado di ottenere il giorno indimenticabile che tutti meritano di avere.
Penso, scrivo e parlo di comunicazione, senza un fuso orario preciso.
Made in Italy, ma globetrotter. Vivo, viaggio e faccio esperienze per saziare un'indomabile curiosità.
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