Intervista a Dario Scalia, referente dell’associazione Plastic Free

Plastic Free è un’associazione di volontariato con l’obiettivo di sensibilizzare sulla pericolosità della plastica. Ricordiamo che l’inquinamento causato dalla plastica è il più dannoso al mondo. Ho intervistato Dario Scalia, giovane imprenditore, dottore commercialista e vicepresidente di Confcommercio giovani Palermo. Oggi ci racconterà la sua esperienza con Plastic Free, di cui è referente per la provincia di Palermo.

Come è iniziata la tua esperienza con Plastic Free?

Sono entrato in contatto con Plastic Free intorno a luglio 2020, e’ un’associazione giovane, nata nel 2019 ed in continua crescita. Ho notato due cose che mi hanno colpito positivamente: la comunicazione attraverso i social e l’aspetto organizzativo. Plastic Free è suddivisa in una piramide in cui c’è il comitato Nazionale e poi una sequenza di referenti e permette di organizzare a livello locale tramite i referenti comunali le singole raccolte. Questi due fattori principali mi hanno portato a scrivere al referente regione Sicilia, Fabio Pipitone.

Quali sono le località balneari in cui avete operato?

Il 7 settembre, sempre rispettando le norme anti-covid, abbiamo organizzato una raccolta a Punta Barcarello. Il 27 dello stesso mese c’è stato il Plastic Free day, una giornata della plastica in tutta Italia, eravamo circa 66 comuni, poi per questioni climatiche alcune raccolte sono state posticipate. 

La cosa bella è che a livello numerico siamo partiti con 8 volontari a Punta Barcarello il 7 settembre, il 27 siamo diventati 80 e da 80 siamo passati a ben 140 volontari il 18 ottobre: durante le raccolte i volontari sono stati divisi in 3 gruppi – e questo ha permesso a tutti di essere ben distanziati – nel corso di quelle 3,4 ore di raccolta eravamo tutti in totale sicurezza, l’abbiamo detto anche durante il servizio del Giornale di Sicilia. 

Abbiamo provato a recuperare la parte successiva al porticciolo Sant’Erasmo, dove c’è la foce del fiume Oreto, questa versa tutt’ora in condizioni disastrose, infatti l’ho scelta come location per dare un segnale forte; in quella zona hanno riqualificato tutto, mentre lì abbiamo trovato copertoni, cavi di elettricità sguainati, cime di navi, oltre ad infinita plastica e vetro, ma una cosa che mi ha fatto effetto sono state delle nicchie, una zona di ricovero in cui dormivano i senzatetto. 

Anche i minori opportunamente accompagnati, dopo aver firmato una liberatoria, possono partecipare ad alcune raccolte: ad esempio il 18 ottobre a Barcarello – essendo un posto sicuro – c’erano anche loro ed è stato emozionante.

Raccontaci dei nuovi progetti

Ci siamo concentrati sui progetti che stavano andando avanti a livello nazionale: abbiamo portato avanti il progetto scuole, che è stato pubblicato a fine novembre; noi referenti abbiamo partecipato ad alcuni seminari online, abbiamo delle linee guida da seguire che ci fornisce direttamente il presidente o la responsabile del progetto così da darci il format, la procedure, le idee generali e anche le slides e il materiale. 

E’ partito il “Progetto scuole”; qui a Palermo abbiamo fatto il primo protocollo di intesa con l’Istituto Cavallari di Brancaccio; inoltre l’associazione Plastic Free donerà alla scuola un albero di ulivo che sarà piantato in memoria del giudice Falcone

Andremo nelle scuole per coinvolgere i bambini e gli insegnanti nella riqualificazione di spazi verdi vicino scuola, questo permette ai bambini di comprendere l’importanza della salvaguardia di ciò che abbiamo attorno. Sto lavorando ad un accordo per consentire ai ragazzi di uscire in mare con la flotta della lega navale; inoltre è in corso un’intesa con il comune con particolare attenzione al settore dei rifiuti per quanto riguarda la raccolta differenziata e lo smaltimento. Vogliamo proporre collaborazioni al fine di creare maggiore sinergia tra la nostra realtà e il comune di Palermo. A livello organizzativo non ci siamo mai fermati, tuttavia speriamo di riprendere a breve gli eventi di raccolta.

Altri progetti sono Plastic Free Walk, una raccolta tramite passeggiata, che consente in modo dinamico e veloce di fare il giro del parco e ripulire tutto e il Plastic Free Diving, la riqualificazione delle coste tramite le immersioni, che in Sicilia potrebbe avere grande ridondanza. Una location da cui partirei è davanti al Charleston a Mondello: a circa 100 metri c’è un banco di alghe dove sono intrappolati una marea di rifiuti, plastica, vetro, componenti di barche, ancore, eliche; quel fondale potrebbe essere già oggetto di riqualificazione tramite questa iniziativa. Stiamo promuovendo una Challenge per effettuare raccolte singolarmente, l’obiettivo è organizzarsi durante l’inverno per essere pronti in primavera. Inoltre stiamo facendo un protocollo di intesa con l’Università e stiamo buttando giù una serie di idee e di proposte per promuovere la cura dell’ambiente e rendere l’università Plastic Free.

Un altro bel progetto è “Adotta una tartaruga”, che serve a finanziare i ricoveri nei laboratori di Plastic Free. Una tartaruga con problemi articolari – con una pinna tagliata da un’elica – è stata recuperata e curata da veterinari e biologi marini e rimessa in mare.

Com’è l’ambiente di Plastic Free?

C’è molto altruismo e generosità all’interno di Plastic Free: durante le raccolte si creano bellissime sinergie con persone accomunate dal tuo stesso interesse, cura e rispetto per l’ambiente. Dopo ore di lavoro ci si rende conto di aver lavorato per un fine comune e nonostante la stanchezza si resta soddisfatti. Per questo Plastic free è cresciuto così tanto ed in poco tempo. A tal proposito, altri ragazzi attivi su Palermo sono Alessandro Levantino e Marika Venezia.

E le microplastiche?

Il problema reale della plastica rispetto agli altri rifiuti non è solo che si decompone fino a mille anni, è che si trasforma in microplastica o nanoplastica. Il più delle volte questo comporta che gli animali la scambiano per cibo, ed il fatto che la ingeriscano significa che anche noi la ingeriamo, e ciò viene recepito dal nostro organismo.

Se pensiamo che dagli anni 50 è stata prodotta tutta questa plastica, abbiamo fatto un danno enorme alle generazioni future. Il nostro obiettivo è trasmettere l’importanza di comportarsi in maniera sostenibile ogni giorno.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni