Sono sempre più in aumento gli italiani che, dopo anni e anni di sanguinolente battaglie, stanno riuscendo a sdoganare e a sciogliere – dalla profonda coltre in cui era nascosto – uno dei problemi più discussi e, secondo noi, affascinanti della cucina nazionale ed internazionale.
Dopo quasi un decennio di attesa, apprendiamo con gioia dagli ultimi dati che si è registrato un calo del 25% dello spreco alimentare sulle tavole degli abitanti del nostro amato e ingarbugliato stivale, con un risparmio di ben 1,5 miliardi di euro.
Sono, infatti, quasi 4 italiani su 10 (37%) a non rinunciare ai propri avanzi e ad optare per le ormai note “doggy bag” secondo un’indagine Coldiretti/Ixe.
“#Ilcibononsibutta” è il motto di Too Good to Go e della comunità di Waste Warriors, ed è con questo augurio che gli Emissari e #Mangiagraecia tutta vi esortano ad un utilizzo sempre più consapevole ed una ricerca sempre più informata dei prodotti figli dei nostri amati territori che ogni giorno imbandiscono le nostre dispense e riempiono i nostri piatti.
Dopo tutto questo doveroso sproloquio – fatto di buoni auspici e dati statistici – vi chiederete in che modo valicare e finalmente abbattere quel robusto e alto muro chiamato “spreco alimentare”. Ad ogni territorio, dalle soleggiate e festose coste della Sicilia alle rigide vette delle Alpi, appartiene la paternità di numerose e gustose ricette venute alla luce dal quel sentimento, quella sensazione di rigetto che alla volte diventava vera e propria necessità, di prendere ciò che è avanzato e dargli una nuova e, perché no, più gustosa e appagante vita.
Molte di queste avranno frequenze più che solite alle vostre culinariamente esperte e sapienti orecchie, come le più amate: “pasta e fagioli”, “frittata di maccheroni“, “le abbruzzesi”, “pallotte cacio e ova” e l’aromatica e profumata “panzanella” o le più tradizionali, come “la ribollita toscana”, la cremosa “torta di pane”, i caldi e rigeneranti “canederli” tipici della tradizione tirolese e chi più ne ha più ne metta.
Piatti meravigliosi e ricchi di sapori caratteristici che li legano indissolubilmente al trascorso dei luoghi in cui sono stati creati e alle popolazioni che si sono rifocillate spesso da un’unica fonte di sostentamento.
Ma il cibo ha infinite facce e sfaccettature, le quali possono essere ricercate anche al di fuori delle nostre radici ed essere svincolate dalle classiche visioni riguardanti i piatti del “day after” e, in certi casi, del “day after tomorrow”; infatti la nostra lotta parte dalle fondamenta, da quel rispetto delle materie prime, tassello fondamentale per raggiungere un obiettivo comune che si lega profondamente al riconsiderare quelle parti degli alimenti che quotidianamente vengono scaraventate nel cestino dell’organico.
Ad esempio:
- le bucce delle patate, ormai fritte ed utilizzate in ogni Pub degno di questo nome;
- le pelli dei pomodori e l’acqua dei pomodori;
- i baccelli dei piselli e delle fave che, una volta sbollentati, potranno essere protagonisti sia all’interno di fantasiose insalate sia gratinati ed ingolositi con abbondante formaggio fuso;
- le croste del parmigiano, ottime da “croccantare” dolcemente in padella o per insaporire le vostre zuppe;
- le scorze degli agrumi, dai diversi usi sia nelle preparazioni dolci che nelle salate, ma perfette anche per infusi da sorseggiare o per sfumare avvolgenti risotti;
- le lische dei pesci e le ossa della carne, ideali, una volta tostati, per la preparazioni di fondi e salse e per legare i sapori all’interno delle vostre creazioni.
- Anche elementi ancora più insoliti, come l’acqua di cottura delle verdure che può diventare fonte di nutrimento per le vostre piante attraverso l’innaffiatura.
Ingredienti eterogenei e con “reincarnazioni” differenti che, se sapientemente maneggiati e interpretati nelle loro diverse forme, potranno contribuire (non solo una volta!) a saziare il nostro stomaco ed il nostro intelletto mediante un’eredità: il lascito composto dalle ricette ideate da tutti noi, amanti della cucina e del buon cibo.
Avrete ormai capito il tema su cui sarà incentrato il prossimo piatto che a breve uscirà dalle nostre splendenti ed inebrianti cucine.
Partendo da una preparazione già ultimata e da uno o più degli elementi insoliti precedentemente elencati, creeremo una pietanza capace di smuovere anche le menti più fossilizzate e capace di nobilitare ogni ingrediente in un nuovo e seducente connubio di sapori.
Per tutto ciò, però, dovrete attendere la prossima settimana!
Nell’attesa, Mangiagraeica e noi Emissari vi auguriamo un buon pasto a base di “scarti” e un buon inizio di Febbraio.
MangiaGraecia, un nome, un logo, una radice comune, tre ragazzi, tre amici, la stessa passione: il cibo. Noi siamo Gaetano, Mario e Massimiliano e siamo i gestori della pagina Instragram Mangiagrecia, dove “postiamo” fotografie e recensioni dei migliori piatti e migliori ristoranti che abbiamo avuto il piacere di sperimentare. Oltre alla forchetta, però, siamo bravissimi ad inforcare anche la penna. Eccoci, quindi, catapultati in questa nuova avventura insieme a Venti.