Roseto Capo Spulico è un paese sulla costa ionica cosentina che deve il suo nome alla presenza e alla tradizione dell’uso delle rose, risalente sin dalla Magna Grecia, quando i petali di rosa erano usati con intenti terapeutici o estetici ma anche per riempire i guanciali e i materassi degli abitanti di Sibari.
Proprio a Roseto da qualche mese ha preso il via Rosetum, startup di Rosario Benedetto, giovane varesino che ha deciso di abbandonare la carriera di assistente di volo per trasferirsi, in controtendenza, al sud, a rincorrere la sua passione, la rosa, da lui definita “simbolo di speranza e riscossa per il futuro”.
Le rose di Roseto si sono da sempre distinte per caratteristiche olfattive e organolettiche, ma nel corso del tempo hanno perso alcuni dei caratteri originari; Rosario, complice la forte passione per questo fiore, incisa anche, per ironia della sorte, nel suo nome, ha deciso di riportare le rose a Roseto: con la collaborazione di ricerche universitarie è riuscito a risalire alla struttura che le rose avevano nella Magna Grecia, <<Rosetum vuole riportare la rosa alle sue pregiate e antichissime origini, eliminando tutte le ibridazioni subite nel corso dei secoli a causa di mutamenti climatici, geologici e ambientali.>>
Noi l’abbiamo contattato e ci ha raccontato di questo suo poliedrico progetto, che considera “infinito, magico e sorprendente”.
Generalmente dal sud si va al nord, tu invece hai fatto il contrario e hai lasciato prospettive di carriera forse un po’ più “certe” per inseguire la passione delle rose. Innanzitutto, com’è nato l’interesse per le rose? Diciamo che non è una passione proprio comune…
<< E’ vero, generalmente dal sud si va al nord per cercare lavoro, ma sono certo che questa tendenza ben presto cambierà, le grandi metropoli del nord sono congestionate e la crisi economica, sociale e culturale ha destabilizzato il nostro pianeta.
Questo non deve essere però un campanello d’allarme, ma di speranza! Dobbiamo ampliare e modificare il nostro modo di concepire il futuro e il lavoro. Io ho lasciato la carriera di assistente di volo perché, all’alba dei 30 anni, inevitabilmente, mi sono posto domande sul mio futuro, e i proponimenti di contratti a tempo determinato non hanno che rafforzato il desiderio di prendere “al volo” ciò che la vita mi aveva riservato, l’occasione di poter vivere e lavorare con la natura e in mezzo alla natura.
La mia passione per le rose è nata quando da piccolo mi trovai a giocare in un roseto antico in Scozia, nei pressi di Rosslyn. Rimasi sorpreso dal sentirmi abbracciare dal profumo e dai colori; mi sedetti al centro di questo roseto e rimasi estasiato ed inebriato, con la consapevolezza che tutte quelle percezioni mi avrebbero accompagnato anche da adulto.>>
Cosa ti hanno detto al nord quando hai deciso di iniziare quest’avventura in Calabria?
<<Gli amici mi chiesero immediatamente se stessi scherzando e mi dissero di pensarci bene. Mostrai poi loro un video, “think different” [ndr. famosa campagna pubblicitaria di Apple], cercando così di far capire che la vita di ognuno di noi è unica, irripetibile e importantissima. Il mio desiderio è che Rosetum entri a far parte della storia, non per averne un mero tornaconto economico, bensì per aver creato un luogo magico e di benessere per tutti.>>
E da quando hai avviato il progetto qual è stato il riscontro al sud?
<<E’ stato molto positivo! Altri giovani stanno riscoprendo l’origine del nome di Roseto e stanno sviluppando un’idea imprenditoriale agricola-turistica, altri invece si stanno concentrando sulle erbe officinali per l’estrazione degli oli essenziali; quindi sono felice che Rosetum serva da sprono e da esempio. Ovviamente non sono tutte “rose e fiori”, ci sono state anche alcune persone che hanno ironizzato su di me: “doveva arrivare uno qualunque del nord per dare alla città delle rose…la rosa?” Evidentemente sì. Ma i toni sarcastici non fanno altro che rafforzare il mio desiderio, rendendomi ancor più caparbio.>>
Ti definisci “coraggioso”?
<<Oggigiorno non ci si deve solo definire coraggiosi, bisogna esserlo, in ogni piccola sfaccettatura del termine; il coraggio non sempre viene definito tale, bensì, il più delle volte, viene chiamato dagli altri “follia”. Quindi, se mi definisco coraggioso? Rispondo sì, ma non per aver cambiato vita, bensì per aver seguito le mie passioni e volerle mostrare al mondo.>>
Com’è nata quindi l’idea di Rosetum e cosa ti ha spinto ad andare proprio a Roseto Capo Spulico?
<<L’idea è nata visitando Roseto, di cui ho poi studiato la storia; Il suo castello Federiciano mi ha colpito profondamente sin da subito per i suoi simboli esoterici, i miti e le leggende. In Roseto ho trovato ciò che in molti ricercano tutta la vita: la “chance”, la possibilità di vivere e lavorare felicemente al sogno che nutro sin da bambino: la rosa. In nessun altro luogo al mondo desidererei realizzare ciò che il mio progetto “Rosetum” sarà.>>
Perché Rosetum è “un nuovo modello agricolo”?
<<Perchè viene concepito come una individualità a ciclo chiuso i cui organi, terra, piante, acqua, animali e uomo operano armonicamente per raggiungere determinati obiettivi, come l’aumento della fertilità del terreno o la tutela della salute e dell’ambiente. Inoltre, Rosetum è una realtà agricola/turistica-ricettiva biodinamica – metodo agricolo innovativo creato nel 1920 da Rodolf Steiner.>>
Il progetto è infatti molto complesso: Rosario vuole ristabilire antiche tradizioni e sostenere il tessuto socio-culturale di Roseto – ad esempio, tramite legami con le scuole o la promozione della cucina tipica del luogo, rivisitata con l’uso delle rose – ma vuole contribuire alla valorizzazione del territorio apportando soprattutto le sue conoscenze di usi e culture diverse, maturate nel corso delle sue esperienze e dei suoi viaggi – ad esempio, è intenzionato a istituire corsi di reiki o meditazione. <<Dalle mie esperienze porto la conoscenza di chimico, ma anche gli usi e i costumi di varie culture del mondo: dalle preparazioni cosmetiche naturali antiche, a quelle di erbe officinali e alimurgiche, ma anche usanze di tipo metafisico e meditativo. Il Reiki è un’antica disciplina orientale che avvicina l’anima del visitatore al mondo della natura, riequilibrando o aprendo i chakra mediante il suono delle antiche campane tibetane. Ho davvero molto da raccontarvi e da mostrarvi!>>
Chi verrà a trovarti a Roseto quindi cosa troverà?
<<Troverà una residenza di campagna dove poter soggiornare, un ristorante da pochissimi coperti per degustare piatti e bevande a base di rosa e non solo, un’area interna espositiva per mostre, corsi e convegni, un laboratorio per la trasformazione delle rose e delle erbe in oli essenziali, acque aromatiche, cosmetici, il famoso, raro e mistico “quinto elemento di Rosetum” e molto altro ancora. Ci sarà anche una piazza, la “piazza dei temperamenti”, dove inizieranno tre percorsi, il percorso dell’acqua, dell’alchimista e della linea di sangue del Santo Graal, ognuno dei quali porterà a un luogo differente, tra cui la biopiscina con fitodepurazione “Petal Lying”, progettata dall’architetto Paolo Albano e unica di questo tipo in Calabria (quinta in Italia). Inoltre, i visitatori troveranno l’unico impianto di rose al mondo a forma di croce cosmica templare di Gerusalemme, sviluppata su circa 2 ettari di terreno, dal quale si potrà osservare il Castello Federiciano e il borgo antico. >>
A proposito di innovazione: cosa rappresenta il dominio “bio” del sito web?
Sarà sviluppata anche un’app per sistemi iOS, come funzionerà?
<<Il dominio bio rappresenta il futuro e le biodiversità e vuole essere un omaggio informatico e comunicativo alla natura. Non posso svelare molto sull’app, ma immaginate di camminare per Rosetum e fotografare una pianta o un fiore, non vi piacerebbe se scattando la foto, poi, con l’app compaiano anche tutte le informazioni sul nome, la sua origine, gli impieghi farmaceutici, nella cosmesi e in cucina? L’App sarà davvero unica nel genere!>>
Rosetum sta man mano prendendo forma e Rosario sta aspettando di poter firmare con la regione Calabria la convenzione “Sybaris terra d’incanto mare e cultura”, per poter accedere ai finanziamenti necessari. <<Per quanto riguarda i progetti e le aspettative future, cito Muriel Barbery: “Ecco a cosa serve il futuro…a costruire il presente con veri progetti di vita.” >>
Commercialista e revisore, appassionata di scrittura e digitale. Sempre immersa in qualche progetto sfidante, cerca spesso novità per rivoluzionare il (suo) mondo. Nel 2014 ha creato questo contenitore di storie, pensieri, idee e (tante belle) persone.