Il regalo migliore che potessi donare (a me stessa)

Una volta Friedrich Nietzsche disse “bisogna morire diverse volte mentre si è ancora in vita”, ho impiegato molto tempo a capire cosa questo potesse davvero significare. 
Vi è un piccolo micetto tatuato sul mio polso, è recente, l’ho fatto perché mi piace pensare che, proprio come i gatti, abbiamo diverse occasioni per tornare in vita, per rinascere. Queste opportunità non sono poche ma neanche infinite. 

Alla fine di ogni anno tiro le somme per cercare di capire cosa io abbia effettivamente concluso, quanti luoghi ho visitato, quante cose buone ho mangiato, quanto io abbia riso e quante volte il mio cuore sia stato ferito. Credo di essere morta per un po’, quest’anno. Prima annichilita dalla routine frenetica della città, da quella sensazione di non essere mai abbastanza che l’università ed il lavoro riescono ad amplificare a livelli estremi. Ho smesso di ascoltarmi mentre il mio corpo continuava disperatamente a parlarmi attraverso la tachicardia, il respiro affannato, la dermatite da stress e l’insonnia. Infine, quando l’illusione di una possibile storia d’amore (che nella mia mente sembrava perfetta) si è rotta, sono andata in frantumi anch’io. 

A piccoli passi e con una buona dose di nastro adesivo ho rimesso insieme tutti i piccoli pezzi di me, ma ammetto che tutto questo sarebbe sicuramente risultato molto più complicato senza la presenza di buoni amici. 

Ecco, sono sicura che chiunque stia leggendo, almeno una volta, in questi 12 mesi, abbia dovuto affrontare qualcosa di estremamente difficile. Io ho solo 22 anni e forse non ho ancora visto nulla di questa vita, forse tra qualche anno ripenserò a quello che oggi mi fa stare male e ci riderò su…o forse, se dopo essere rinata mi porto dietro il fardello della vita precedente, senza aver imparato nulla di nuovo, il peso delle delusioni si farà sempre maggiore, anno dopo anno ed a trent’anni avrò già la schiena a pezzi ed il cuore pure. Dunque, questo Natale ho deciso di farmi un regalo, forse il migliore che potessi donare a me stessa: prendermi cura di me. 

Nessuno ce lo insegna e allora sto tentando di imparare da autodidatta, un po’ alla volta.

“Sii meno severa con te stessa quando sbagli; datti tregua; riservati qualche ora al giorno solo per te, per fare una cosa che ti piace, senza sentirti in colpa nei confronti degli altri; cucina dei pasti veri (se possibile anche buoni) e non cibi già pronti; datti tempo; non costringere nessuna delle tue ferite a guarire più in fretta del dovuto; non ti isolare; non ti annullare; concediti di fiorire; respira”. 

Ripeto tutto come un mantra. Non è facile, sto ancora imparando ed ogni giorno inciampo, ma ci sto provando. 

E voi? Cosa donerete a voi stessi quest’anno? 

Martina Giordano

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