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Il bonus psicologo di Officine Buone

Lo Stato non c’è? Il terzo settore risponde, anche in tema di salute mentale

Secondo una meta analisi che ha riguardato oltre 80mila ragazzi, pubblicata sul prestigioso Jama Pediatrics, un adolescente su quattro presenta i sintomi clinici della depressione e uno su cinque quelli legati all’ansia; tutti casi di malessere psicologico che sono raddoppiati nel periodo pandemico e sono a rischio di ulteriore peggioramento con il protrarsi di contesti di isolamento sociale. 

Secondo Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di Neuropsicofarmacologia (Sinpf), “con un aumento del 26% della depressione e con un +28% dei disturbi d’ansia, la quinta ondata della pandemia in Italia è già in atto: è quella che affligge la mente. Non dei pazienti Covid, ma della popolazione generale, a partire dalle categorie più fragili, come le donne, gli anziani e i giovani, colpite dai principali fattori di rischio che sono l’impoverimento, la disoccupazione e l’isolamento”. 

Nel nostro Paese già prima del Covid si stimava la presenza di circa 3,2 milioni di persone afflitte da problemi psicologici, di cui un milione con depressione maggiore. Il sistema sanitario non era – e non è ancor più adesso – in grado di mettere in atto interventi repentini ed efficaci a supporto della salute mentale, a causa dei continui tagli e della disattenzione sul tema da parte del sistema sanitario nazionale. Mancanza di attenzione che si è ripetuta, per l’ennesima volta, in occasione del recente “bonus psicologo”, proposto ma in poco tempo accantonato nella legge di Bilancio, il quale inizialmente prevedeva di stanziare circa 50 milioni di euro per chi soffre di disturbi psichici e per le famiglie in difficoltà economica.

In reazione al no al “bonus psicologo” da parte della Commissione Bilancio del Senato, è partita l’iniziativa dell’Organizzazione di Volontariato Officine Buone, che in pochissimo tempo ha deciso di attuare un’azione concreta in sostituzione del mancato welfare pubblico, con il progetto Special Couch, il “bonus psicologo di Officine Buone”: “a tutti i giovani under 35 che, pur senza diagnosi di disturbo mentale, hanno avuto difficoltà psicologiche dopo la pandemia ma che rinunciano ad una terapia perché considerata un lusso, a tutti i ragazzi che non riescono ad affrontare un percorso di benessere psico-fisico con le risorse di cui avrebbero davvero bisogno” Officine Buone ha deciso di offrire cicli di sedute di sostegno psicologico, devolvendo il proprio fondo cassa e fino ad esaurimento dei fondi messi a disposizione.

La risposta è stata immediata e inaspettatamente enorme, tanto che le risorse messe a disposizione si sono rese insufficienti a soddisfare l’intera iniziativa e il grande numero di richieste pervenute (circa 3000 richieste a fronte di un budget autofinanziato di 5000 €). Pertanto, è partito l’appello a contribuire a una raccolta fondi che dedicherà il 100% dell’incasso ad erogare i cicli di sedute di sostegno psicologico (la donazione è libera, si può fare con carta di credito o Paypal, cliccando QUI). L’obiettivo di Officine Buone con Special Couch è riuscire a garantire un ciclo di 4 sedute per il maggior numero possibile dei ragazzi che ne hanno fatto richiesta.

Al momento non è più possibile fare richiesta ma, in attesa di riaprire le candidature, sono partite le prime sedute, che si realizzano in tutta Italia in presenza (almeno per il primo incontro) e da remoto. In più, Officine Buone, che da anni si dedica a progetti rivolti agli under 35, ha ricevuto richieste di collaborazione a tariffe calmierate da parte di molti psicologi italiani, e ha deciso di collaborare con i più giovani, per sostenere anche in questo caso una delle fasce più in difficoltà della società.  

Il successo di Special Couch mostra chiaramente quanto siano diffuse le difficoltà psicologiche e quanto grande possa essere la richiesta potenziale di aiuto da parte dei più giovani. Il bonus statale poteva essere un primo segno di supporto verso chi ha sofferto durante la pandemia o ha visto accentuate le proprie problematiche, ma in attesa che cambi la visione statale e che vengano investite nella salute mentale risorse consistenti, ringraziamo la presenza di organizzazioni simili, che con il “welfare del volontariato” suppliscono alle mancanze del pubblico.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni