I nativi digitali vanno protetti dal mondo digitale

Nascere in pieno boom dei social network e crescere in un mondo digitalizzato non assicura che la generazione z sappia districarsi tra i pericoli e i rischi che cela il web. Il Movimento Etico Digitale “Social Warning” lo sa bene e da anni si occupa si sensibilizzare sul tema, soprattutto visto il crescente uso dei social come mezzo di comunicazione per i ragazzi, che dalla concezione di svago e intrattenimento sono stati costretti dalla pandemia a renderlo cruciale per le interazioni scolastiche e lavorative, accelerando il bisogno di fare molta attenzione alla propria identità digitale. Un passaggio che a livello legislativo non può passare inosservato, specie visto il debole e ritardatario pugno duro delle istituzioni verso i rischi concreti dell’online.

Si tratta di una generazione sottovalutata, quella dei gen z. Bistrattati, considerati “gretini” e superficiali, fanno fatica a farsi prendere sul serio, ma per un occhio più anziano che sa realmente comprendere in che mondo ci troviamo non è difficile riconoscere le complessità e l’apertura mentale di quella che è la prima generazione che ha accesso a tutto e – soprattutto – è in grado di non farsi sopraffare dalle mode e insistere su ciò che è individuo e ciò che è importante per la comunità.

Da un’analisi condotta dall’Osservatorio Scientifico della no profit Movimento Etico Digitale, fondata dall’esperto di digital e Generazione Z Davide Dal Maso, è emerso che i ragazzi tra 11 e 18 anni sono consapevoli di tematiche sociali profonde e capillari e usano il web per contrastarle. Non è raro vederli fare attivismo contro il gender gap, il razzismo e l’omofobia, eppure manca ancora qualche passaggio per renderli cittadini digitali consapevoli.

Tramite due eventi che si sono tenuti nel weekend, la no profit ha chiesto l’istituzione della Giornata Europea sulla Cittadinanza Digitale. In un primo evento dedicato, patrocinato dal Ministro per le disabilità, che si è tenuto a Roma, sono scesi in campo settanta giovani opinion leader esperti di educazione digitale provenienti da 12 Paesi dell’Unione Europea. Inoltre, sempre nella giornata di venerdì, migliaia di studenti italiani sono stati coinvolti in una “lezione di cittadinanza digitale” sulla piattaforma Twitch dell’Associazione con influencer come Muciaccia di Art Attack.

Twitch è una piattaforma di streaming in diretta che sta facilmente soppiantando Youtube, grazie a una policy su monetizzazione e sulla censura dei contenuti che rende più semplice rispetto al vecchio “broadcast yourself” organizzare dirette e, soprattutto, rivolgersi ai giovani in questione, che usano ormai con costanza il sito da un paio d’anni. Quando emergono nuove “piazze” online è facile che arrivino i più giovani a flotte per invadere gli spazi, seguendo magari il loro content creator di riferimento. È importante quindi che l’azione congiunta per fornire l’educazione digitale necessaria sia accompagnata a una conoscenza approfondita dei mezzi da usare e delle community da coinvolgere. Il doppio evento in presenza e online, oltre a rappresentare il modo in cui il mondo si sta muovendo post-covid (se di post si può parlare) cercando di trarre il meglio dalle due realtà.

Anche la presenza di Giovanni Muciaccia, prima storico conduttore di Art Attack, ritrovato influencer e aderente al Movimento, rappresenta appieno la congiunzione tra millennial e generazione z, uniti in nome di un web che sappia accogliere tutt* e tutelare allo stesso tempo.

Con i due eventi è stata lanciata la campagna #CittadiniDigitali per raccontare l’importanza di portare l’educazione civica digitale e le opportunità di inclusione sociale che questa offre, nelle scuole di tutta Europa. D’altronde, la Giornata da istituire coprirebbe tematiche fondamentali che, ad oggi, è impossibile ignorare in un mondo ormai sempre più digital, specie considerando quanto il cambiamento sia arrivato a crescente velocità in quella direzione. Non c’è tempo e non deve esistere più un luogo selvaggio, costruiamoci il nostro quartiere e lasciamo che i ragazzi crescano al sicuro nelle loro strade, consapevoli e con doppia cittadinanza.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni