“Ha la vista acuta del cecchino e guarda risoluto al futuro”

Di Elvira Scarnati

 E’ inquietante notare come l’odio sia un sentimento tanto vasto, tanto diffuso e radicato nella società e nelle nostre vite. Se da una parte l’essere umano odia, e tanto, da sempre, dall’altra resta stupito, spaventato e indignato nel pensare che un sentimento così meschino e vergognoso sia così insito nel suo animo e nel suo essere; la potenzialità di provare odio è parte di ognuno di noi. Così è da sempre, e così sarà sempre.
L’odio è più della rabbia, più dell’aggressività, del disprezzo, dell’ossessione e della ripugnanza. E’ l’esasperazione di questo insieme di sentimenti misto ad altre emozioni.

Nonostante la sua (ahinoi) onnipresenza nelle nostre vite, non è semplice trovare le parole giuste per definire l’odio e limitarlo in un recinto ben preciso di termini. Forse è difficile concettualizzarlo proprio perché ormai siamo quotidianamente testimoni di dimostrazioni di odio, e riecheggiano costantemente nella nostra mente le immagini di attentati terroristici, omicidi, massacri, violenze e altre atrocità. Le immagini parlano più delle parole e una volta impresse nei nostri occhi difficilmente si riesce a esprimere in modo migliore l’insieme di sensazioni che provocano.
Per parlare dell’odio mi affido dunque alle immagini.
Non mi spingo molto indietro nel tempo, non è necessario. Dall’inizio di questo 2015 accadimenti frutto dell’odio ce ne sono stati tanti, e non sembrano voler cessare: dall’attentato di Charlie Hebdo alle bambine kamikaze in Nigeria, dalla distruzione di strumenti musicali e di opere d’arte da parte dell’Isis (non è forse odio verso la musica e l’arte? Nonché odio verso un’intera civiltà..) alle innumerevoli decapitazioni, fino all’attentato di Tunisi di mercoledì scorso.
Mi affido poi anche ai versi di Wislawa Szymborska – poetessa polacca nobel per la letteratura nel 1996 – che le parole per rappresentare qualsiasi cosa le ha sempre trovate, e ha saputo descrivere brillantemente e in modo sempre attuale questo terribile e indissolubile sentimento.

“L’odio”

Guardate com’è sempre efficiente
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l’odio,
con quanta facilità supera gli ostacoli
come gli è facile avventarsi, agguantare.
Non è come gli altri sentimenti,
insieme più vecchio e più giovane di loro,
da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta il suo non è mai un sonno eterno,
l’insonnia non lo indebolisce ma lo rafforza.
Religione o non religione
purché ci si inginocchi per il via
Patria o non patria
purché si scatti alla partenza
Anche la giustizia va bene all’inizio,
poi corre tutto solo,
l’odio. L’odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti
malaticci e fiacchi!
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
arrivata per prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso…
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verità:
sa creare bellezza
splendidi i suoi bagliori nella notte nera
magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata
innegabile è il pathos delle rovine
e l’umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
È un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio
tra sangue rosso e neve bianca
e soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro.
Lui solo.

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Elvira Scarnati
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Commercialista e revisore, appassionata di scrittura e digitale. Sempre immersa in qualche progetto sfidante, cerca spesso novità per rivoluzionare il (suo) mondo. Nel 2014 ha creato questo contenitore di storie, pensieri, idee e (tante belle) persone.