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Fare della propria passione un lavoro è possibile con l’Accademia Italiana dei Videogiochi

Intervista al fondatore e ai professori dell’Accademia Italiana dei Videogiochi

Con immenso piacere, ho la fortuna di intervistare il fondatore e alcuni docenti dell’Accademia Italiana dei Videogiochi, unica nel suo genere in Italia ad operare in questo particolare settore. Fondata nel 2004 da un vero precursore, ossia Luca de Dominicis, oggi l’accademia vanta la presenza di varie offerte formative con una media di 1200 iscritti annui e con la partecipazione di 40 docenti.
In questo periodo, l’accademia ha accolto i nuovi studenti in vista dell’open day del 2020, questa volta tenutosi online a causa delle regole del distanziamento sociale e delle norme di sicurezza, per garantire anche da casa la partecipazione a questo evento. Buona lettura!

Mi rivolgo innanzitutto a Luca de Dominicis, fondatore dell’AIV:

Qual è stata l’intuizione nel lontano 2004 di fondare l’Accademia Italiana Videogiochi, vista la poca propensione del nostro paese in questo settore? Possiamo definirti un antesignano di questo mondo, a tal proposito ti chiedo: come vedi il prossimo futuro di questo ramo?

Sono da sempre stato un appassionato di videogiochi e un giocatore e sognavo di condividere e trasmettere questa mia passione a tutti quelli che, come me, vedevano nel videogioco un’esperienza piena, coinvolgente e completa.

Quando parlavo del mio progetto di aprire una scuola, le persone quasi mi deridevano, poiché non comprendevano il potenziale di questo strumento e lo confinavano ad un ruolo di puro intrattenimento. All’epoca ho avuto l’audacia e la fortuna – mista ad un pizzico di follia – di trovare persone che mi hanno sostenuto nella realizzazione di questo progetto, che ormai da sedici anni è fonte di soddisfazioni e crescita.

Dal 2004 molte cose sono cambiate, specialmente per quanto riguarda le innovazioni tecnologiche e la nascita di nuove e più specializzate competenze, che hanno portato al conseguente sviluppo di una industria videoludica italiana che ogni anno cresce sempre di più. La diretta conseguenza di tutto ciò è l’aumento esponenziale delle professioni legate a questo comparto; per questa ragione il mio obiettivo è quello di aggiornare costantemente AIV e la nostra offerta formativa così da poter offrire ai nostri ragazzi tutte le opportunità possibili per diventare professionisti di livello dell’industria videoludica.

I videogiochi stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nell’educazione; basti pensare che recentemente l’Enciclopedia Treccani ha inserito nel suo Atlante della Cultura il lemma “videogioco” e già da tempo all’Estero i videogame sono utilizzati dai docenti come sussidio all’insegnamento. Un passo fondamentale che anche l’Italia sta compiendo per far diventare il processo di apprendimento dei giovani sempre più stimolante e completo. Noi di AIV abbiamo per primi coniato il concetto di “didattica immersiva” e stiamo sviluppando dei moduli – tra cui uno di geografia astronomica in collaborazione con ESA – per permettere ai ragazzi di veder tramutati in esperienza tangibili quello che leggono sui libri di testo. Parliamoci chiaro: studiare l’ordine dei pianeti su un libro è una cosa, immergersi in un viaggio multisensoriale e poterli vederli nella loro interezza grazie ad un visore è tutta un’altra storia!

Inoltre, i videogiochi, le tecnologie e programmi utilizzati per il loro sviluppo possono fornire supporto alla medicina, alla scienza e alla cultura: basti pensare alla realtà virtuale e al 3D, che permettono di ricreare ad esempio la mappatura esatta del cervello (notizia recentissima del primo intervento di separazione di due gemelle siamesi attaccate tramite la testa, reso possibile dalla mappatura tridimensionale dei due cervelli), alle elaborazioni di dati da satelliti che possono essere trasformati attraverso simulazioni per lo studio dello spazio, o ai tour virtuali nei musei durante il lockdown imposto dalla pandemia o alla ricostruzione dettagliata della cattedrale di Notre Dame in Assassin’s Creed.

Il Covid-19 ci ha fra l’altro costretto ad un tipo di socialità diversa e i videogiochi per la loro natura hanno svolto un ruolo fondamentale nel garantire i rapporti fra persone, tanto da portare l’Organizzazione Mondiale della Sanità a rivalutare il media e a consigliarlo attraverso la campagna social #PlayApartTogether, alla quale la stessa AIV ha partecipato. (endorsement OMS durante la pandemia).

Ultimo solo in termini di tempo, l’inserimento di un fondo videogiochi, il First Playable Fund, nel DL Rilancio, simbolo di un primo, importante riconoscimento da parte del Governo e delle Istituzioni italiane dei videogiochi come forma d’arte e soprattutto come volano economico. L’attenzione data dal DL Rilancio al nostro comparto, ai talenti che vi lavorano e alle realtà italiane che ogni giorno realizzano prodotti di grande qualità apprezzati in tutto il mondo ci riempie di gioia. Speriamo che questo fondo sia solo il primo di tanti e che lo sviluppo del nostro comparto diventi una tematica centrale per il governo.

Detto questo, mi sento di affermare che vedo un bel futuro per il settore videoludico e sono felice di essere stato fra i primi a promuovere e credere nel loro valore culturale.

Ai professori chiedo:

Abbiamo visto le varie offerte formative della vostra accademia, cosa consigliereste a chi volesse intraprendere questa carriera lavorativa, c’è un corso principale rispetto agli altri?

Non ce la sentiamo di consigliare un corso piuttosto che un altro, in quanto è importante parlare con i ragazzi e capire le loro attitudini e passioni, che li portano poi ad intraprendere un percorso specifico. La passione, insieme al talento e alla dedizione, sono fondamentali in questo settore e avere l’opportunità di fare un lavoro che si ama e per il quale si è portati è una cosa molto rara oggi.

Tutti i corsi di AIV sono incentrati sulla pratica, attraverso la quale è possibile acquisire le competenze necessarie per poter lavorare nell’industria. Molti dei docenti sono sviluppatori e conoscono bene i processi che gli studenti dovranno imparare ad affrontare, quindi li preparano tenendo presente ed offrendo la loro esperienza sul campo.

In Italia, purtroppo, questo settore viene ancora svilito sia da una buona fetta delle istituzioni sia dall’opinione pubblica in generale, perché purtroppo esiste una concezione imprecisa di questo campo. Cosa direste in qualità di professori, a chi ancora associa i videogiochi a un mero passatempo, quando in realtà è un vero e proprio, come nel vostro caso, impiego accademico?

L’Italia anche in altri ambiti registra un “ritardo” rispetto ai Paesi europei e non solo, anche se forse ci si dimentica che cinquant’anni fa l’italiana Olivetti con la Programma 101 (utilizzato dalla Nasa per la missione dell’Apollo 11) ha aperto la strada alla rivoluzione del nostro tempo: il personal computer.

Il videogioco, con le sue numerose applicazioni in ambito cinematografico, medico, scientifico, culturale, non può più essere relegato ad una concezione così ristretta.

AIV è la prima in Italia ad essere entrata nelle scuole superiori attraverso i PCTO (ex alternanza scuola lavoro) e la didattica integrata, che dal 2008 svolge all’interno di alcuni fra i migliori istituti e poli tecnologici professionali di Roma e del Lazio, grazie alla firma di protocolli d’intesa e alla lungimiranza dei rispettivi dirigenti scolastici e presidi.

Grazie all’accordo siglato con Mercatorum, l’Università telematica delle Camere di Commercio, gli studenti di AIV hanno accesso a corsi di laurea triennale vedendosi riconosciuti dei crediti formativi, che gli permettono di conseguire una laurea.

A partire da questo autunno, inoltre, AIV sarà impegnata in un percorso didattica immersiva sullo studio dell’astronomia, progetto nato nell’ambito di Repubblica Digitale, che la vedrà sempre più coinvolta nelle scuole italiane, che hanno subito uno dei maggiori impatti con la pandemia.

AIV sostiene la scuola e mette a disposizione tutti gli strumenti necessari a rilanciare e innovare il sistema scolastico del nostro Paese.

–  Sappiamo che il 10 luglio 2020 si è tenuto l’open day online. Come avete organizzato questo evento vista l’attuale situazione che stiamo vivendo? Ci sarà modo, nei prossimi mesi, per i nuovi studenti, di visitare le vostre strutture?

Le regole di distanziamento sociale e le relative norme di sicurezza ci hanno portato a scegliere per la prima volta la modalità online, grazie alla quale abbiamo potuto continuare a garantire la didattica ai nostri studenti e i workshop e seminari con i professionisti nei fine settimana.

L’Open day si svolgerà su Twitch e Youtube per garantire la sicurezza dei presenti ed evitare assembramenti, oltre che dare la possibilità ad un numero ampio di interessati di partecipare comodamente da casa.

La diretta sarà da una location prestigiosa e allestita per l’occasione e sarà possibile scrivere le domande tramite i commenti.

In vista della riapertura a Settembre delle scuole, anche per venire incontro alle nuove esigenze degli interessati e delle loro famiglie, abbiamo deciso di raddoppiare le modalità di fruizione dei corsi, declinando l’offerta in AIV CAMPUS, le lezioni in presenza nel rispetto delle norme di sicurezza e sanitarie, e AIV ONLINE, che permetterà di seguire le lezioni da casa ad un prezzo ridotto del 50% rispetto a quello dei corsi in presenza, con la possibilità di avere un tutor dedicato grazie all’opzione PLUS.

Ovviamente tutti noi speriamo di poter tornare ad interagire dal vivo con gli studenti ma siamo consapevoli che la sicurezza e la salute sono le priorità e quindi abbiamo creato delle soluzioni che ci permettono di convivere con questa nuova normalità.

Articolo già pubblicato in versione ridotta sul Quotidiano del Sud – l’Altravoce dei ventenni di lunedì 13/07/2020