Ascoltate anche voi Le Canzoni Giuste?

Canzoni demenziali per persone intelligenti; canzoni intelligenti per persone demenziali

Le Canzoni Giuste è una band che fin dal suo nome ha catturato la nostra attenzione e la nostra playlist su Spotify. Composta da Iacopo Ligorio, Bruno Contin, Flavio Piermatteo, Luca Degl’Innocenti, Gianmarco Spaccassassi e Daniele Mammarella, la band nasce a Pescara nel 2019 e da allora inizia a distinguersi a livello nazionale, ottenendo anche numerosi premi e riconoscimenti, con un progetto musicale che non si identifica in un unico genere e che fa di ironia e “demenzialità” il suo tratto predominante per trasmettere agli ascoltatori messaggi diversi e attuali. Il motto della band è infatti “canzoni demenziali per persone intelligenti; canzoni intelligenti per persone demenziali”. Un esempio? “Sushi all you can hit”, singolo che ci è entrato in testa e non se ne va più. 

  • Partendo dal vostro nome, “Le Canzoni Giuste”,  volete scrivere “canzoni demenziali per persone intelligenti; canzoni intelligenti per persone demenziali”. Cos’è quindi per voi la musica? 

La musica è inevitabilmente una forma di arte e quindi di comunicazione; negli anni abbiamo cercato a lungo il nostro linguaggio espressivo fino a trovare quella che per noi è appunto la “chiave giusta” Per noi, oggi più che mai, un artista deve saper prendere una posizione rispetto alla vita, e rispetto a ciò che accade nel mondo. Quindi raccontare un preciso momento secondo uno o più punti vista. 

È importante per noi che le canzoni contengano un messaggio importante, mentre crediamo che l’ascoltatore deve essere libero di poter andare a fondo del messaggio, o addirittura limitarsi a godere delle sensazioni che la musica gli trasmette senza andare oltre. In sostanza l’ascoltatore deve avere il diritto di interpretare la musica come meglio crede. Sarebbe secondo noi presuntuoso pretendere il contrario. 

  • A cosa vi ispirate quando create le vostre canzoni?

Alla vita, a ciò che accade intorno a noi, ma anche a noi stessi; a nostri difetti come esseri umani. Utilizziamo la nostra musica sia come forma di ricerca, ma anche come terapia nel cercare di essere persone migliori. 

  • Qualche mese fa è uscito “Sushi all you can hit”, il vostro primo singolo estratto dall’album “Felici e Contenti”. Com’è stato riuscire a pubblicare questo album e cosa volete esprimere con questo titolo da happy ending?

Il disco ancora non è uscito, ma ovviamente non vediamo l’ora che sia di tutti. Cerchiamo sempre di lavorare seguendo dei concept proprio per il ragionamento fatto prima sulla ricerca e la sperimentazione. “Sushi all you can hit” è un modo immediato per seguire un trend, qualcosa di estremamente popolare, spesso come accade oggi “Virale”, ma sappiamo bene che quando qualcosa diventa virale, spesso non dura nel tempo. In sostanza ci piace prendere in giro il comportamento delle persone davanti ai grandi problemi della società, compresi noi stessi. 

  • “Sushi all you can hit” è un brano che non solo colpisce per il titolo esuberante ma anche per il sound accattivante che entra nella testa di chi ascolta. Ciononostante, lancia un messaggio ben preciso e forse rassegnato su un aspetto negativo dell’essere umano. Ci spiegate di più?

In generale “Sushi all you can hit” segue un trend molto semplice, ovvero quello del “ci penserò domani”. Viviamo in un epoca storica in cui la velocità degli eventi e delle notizie spesso ci lascia sopraffatti, e la frenesia delle nostre vite spesso fa sì che siamo costretti ad ignorare problematiche che invece dovrebbero riguardare tutti gli essere umani. In sostanza cerchiamo di essere migliori, e speriamo che le nostre canzoni possano aiutare gli ascoltatori a lavorare su loro stessi come esseri umani. 

  • La musica è una passione ma anche una professione. Domanda un po’ provocatoria: si può vivere di musica oggi, in Italia? Avete consigli per i ragazzi che sognano di pubblicare il loro primo album? 

Siamo dell’idea che tuJo può essere possibile. Sicuramente ci vuole una grandissima dose di determinazione per fare di questo un vero mestiere, ma non può essere solo farina del sacco di musicisti, autori o compositori. In soldoni la musica non basta, è importante saper mettere secondo noi in piedi un team di lavoro che svolga diversi compiti: dalla musica, alla comunicazione, dall’immagine ai social.

  • Quali sono i vostri prossimi progetti musicali?

Nelle prossime settimane uscirà un cortometraggio che conterrà due singoli estratti dall’album. Ma abbiamo in serbo ancora diverse sorprese nel nostro “Garage” immaginario, e ovviamente non vediamo l’ora di svelarle.

Elvira Scarnati
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Commercialista e revisore, appassionata di scrittura e digitale. Sempre immersa in qualche progetto sfidante, cerca spesso novità per rivoluzionare il (suo) mondo. Nel 2014 ha creato questo contenitore di storie, pensieri, idee e (tante belle) persone.