<<Addio, caro 2020, non mi mancherai>>.
Mai un singolo concetto è svettato in modo così netto e campale sulle pagine social di ognuno di noi. Nell’era del costante litigio digitale, riterrei la cosa già di per sé un unicum.
Già, perché è innegabile quanto il 2020 sia stato un anno a dir poco disastroso. Cominciato con le immagini degli incendi che hanno devastato l’Australia e le tensioni USA-Iran che hanno fatto temere per lo scoppio di una guerra mondiale, ha ben presto trovato il suo campione nella “misteriosa polmonite virale di Wuhan”, divenuta presto la pandemia globale che ha messo in ginocchio il Mondo intero.Senza contare poi tutti i volti noti scomparsi. Da Kobe Bryant fino a Maradona, passando più recentemente all’idolo nazionale Paolo Rossi. Ci sarebbero in verità diversi altri personaggi non-sportivi che ci hanno lasciato, ma siccome non li vedremo mai raccontati da Federico Buffa, assumono inevitabilmente un tono minore.
Ciò detto, sarebbe però un errore madornale attribuire tanta sciagura ad un misero numero di quattro cifre, scomodando cabala, esoterismo e ancor peggio i detti popolari quali “anno bisesto, anno funesto”, in un cocktail di scemenze che non di rado ubriaca i viandanti del web.
Bisognerebbe invece custodire gelosamente questo 2020 per le lezioni che è riuscito ad impartirci.
In primo luogo, ci ha insegnato che il mondo in cui viviamo è irrimediabilmente interconnesso. In parte lo sapevamo, ma questa nuova prova non deve mancare di aprirci gli occhi su altri fenomeni mondiali, come il clima.
Ha poi avuto il pregio di far (ri)scoprire all’uomo le sue fragilità, sia fisiche che mentali. La paura di un nemico invisibile ci ha costretto in cattività per mesi, ricordandoci che il nostro presunto dominio sulla natura non comporta il non esservi parte.
Il dono più prezioso, è stato però quello di averci dato l’opportunità di esercitare la nostra resilienza davanti ad eventi nefasti ed imprevisti. Una delle caratteristiche più importanti dell’essere umano, sopita dai troppi anni di benessere cui ci siamo fin troppo abituati.
Quindi, controtendenza, buon 2021, ma grazie 2020 per quello che ci hai dato.
Già pubblicato, in versione ridotta, su L’Altravoce dei Ventenni-Quotidiano del Sud 04/01/2021
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