Intervista a Marzia Cogo
Di: Veronica Falco
Marzia Cogo, nata a Torino e cresciuta a Rivoli, vive nelle Valli di Lanzo in provincia di Torino, in un piccolo paesino di montagna che si chiama Ala di Stura. Spinta dall’amore per gli animali e per la montagna, a 19 anni, dopo essere diventata un perito agrario, decide di cambiare vita e di cominciare a lavorare come operaia agricola in aziende di allevamento zootecnico in alpeggio. Lavora per 9 anni in giro per alpeggi italiani e svizzeri, prima da sola con i suoi cani, e poi col suo compagno e i loro cani, occupandosi di vacche, pecore e capre. Per aumentare le sue competenze sul campo, diventa addestratore ENCI, specializzandosi in cani da conduzione del bestiame: da 8 anni addestra anche cani di persone che hanno bisogno di aiuto (sempre nel mondo pastorale). Da dicembre 2020, insieme al suo compagno Stefano ha dato vita alla loro azienda agricola “La Regina Bianca”.
1- Per prima cosa, nella tua biografia leggiamo che ti sei tuffata sin da giovanissima in questa avventura. La tua è una professione che affascina molti ragazzi ma che sicuramente richiede grande passione e conoscenza. Ci racconti com’è stato cominciare da sola un cambiamento di vita del genere e quali sono le maggiori difficoltà?
È stato molto difficile cambiare radicalmente stile di vita senza avere delle persone fisicamente vicino a me. La mia famiglia mi è sempre stata vicina, sostenendomi qualunque fossero le mie scelte, ma ci sono state comunque delle situazioni che ho dovuto affrontare completamente da sola. Inoltre, essendo una donna, riuscire a conquistare un ruolo professionale importante all’interno di un ambiente lavorativo prettamente maschile è stato molto difficile. Uno degli aspetti più difficili è stato abituarsi a vivere senza alcun tipo di comodità (senza luce, senza acqua, a volte senza linea telefonica, senza strade percorribili in macchina, abitare in tenda o in roulotte per mesi e mesi). Poi ci si fa l’abitudine, ma all’inizio è molto difficile. Oltretutto dietro a questo lavoro c’è uno studio immenso di zootecnia, agronomia, base veterinaria, etologia, cinofilia, ecc… Bisogna studiare tanto e seguire tante persone già competenti per potersi ritenere in grado di fare questo mestiere.
2- Con quali razze di cani lavori principalmente e in cosa si differenziano i loro compiti?
Io utilizzo i Border Collie come cani da conduzione: il loro compito consiste nel portare al pascolo con me il bestiame, contenendolo in una zona specifica a mia scelta, e aiutandomi a riportare tutti gli animali al campo base anche in condizioni climatiche molto difficoltose (ad esempio fortissimi temporali, o nebbia fitta in cui non c’è visibilità).
Per quanto riguarda i cani da guardiania ho deciso di utilizzare i Pastori della Sila: questa razza è stata selezionata in Calabria per lavorare principalmente con greggi di capre (che è il bestiame che alleviamo principalmente all’interno della nostra azienda). La loro morfologia fa sì che siano agili abbastanza da poter seguire le capre in terreni estremamente impervi in cui solo questo tipo di bestiame riesce ad andare al pascolo, e la loro maggiore tolleranza nei confronti delle persone fa sì che siano cani un po’ più gestibili in zone particolarmente turistiche. Il loro compito è quello di vivere all’interno del gregge di capre 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno, e di difenderlo da possibili attacchi di predatori. Nella nostra zona ci sono parecchi lupi, e quindi il loro lavoro è indispensabile per salvare le nostre capre.
3- Qual è il tuo approccio lavorativo e cognitivo? Puoi spiegarci come vivono i vostri animali durante l’anno, compresi i cani?
Noi siamo un’azienda agricola biologica. Viviamo e lavoriamo in montagna per gran parte dell’anno, e i nostri animali vivono allo stato semibrado. Le nostre vacche e le nostre capre sono libere di vivere nei pascoli montani giorno e notte da circa fine aprile fino a circa fine novembre. Durante questa stagione d’alpeggio vengono sempre gestite in libertà all’aperto, compreso il momento della mungitura che avviene in totale libertà, ed è fatta manualmente da noi senza l’utilizzo di macchinari agricoli. Le nostre vacche e le nostre capre vengono munte solo quando i loro piccoli arrivano al momento dello svezzamento; noi infatti non separiamo assolutamente madri e figli fino a quando la loro natura non stabilisce che sia venuto il momento adatto per il distacco. Durante l’inverno invece il nostro bestiame vive all’interno di stalle dormendo nella paglia o nelle foglie secche raccolte da noi nel bosco e mangiando fieno di ottima qualità. Nelle giornate di bel tempo anche durante l’inverno vengono fatti uscire in campagna per sgambare. I nostri cani ci seguono tutto l’anno in qualsiasi lavoro agricolo di fattoria, lavorando al pascolo tutto il giorno per circa 7 mesi all’anno, e riposandosi nei mesi invernali in cui si allenano solo in campo da sheepdog qualche volta a settimana. Laddove la situazione lo permette, i nostri cani vivono in casa con noi, se invece viviamo in tenda chiaramente sette Border Collie non ci stanno, e quindi hanno il loro spazio esterno in cui vivere nei momenti in cui non ci accompagnano nel lavoro (quindi solo di notte).
4- Sicurezza e gestione: adesso che abbiamo una visione più chiara del tuo mestiere, ci dici che cosa deve sapere chi va a fare trekking (con i propri cani o da solo), e quali sono gli obblighi e i diritti di chi sta facendo una escursione e chi sta invece lavorando?
Allora, qui si apre un mondo.
Cominciamo col dire che non tutte le realtà agricole sono uguali, e che la gestione del bestiame e dei pascoli cambia sulla base di conformazione geografica, tipologia e razze di bestiame allevato, indirizzo produttivo (carne o latte, che richiedono gestioni differenti), quantità di turismo, numero di persone in azienda, ecc…
Di norma è fondamentale sapere che, se si vuole andare a fare un’escursione in alpeggio, bisogna tenere conto di alcune cose:
- tutti i terreni che si incontrano in montagna sono di proprietà di qualcuno, e quindi è importante non calpestare l’erba (che se si impregna del nostro odore non viene più mangiata dal bestiame).
- quando si incontrano animali al pascolo è fondamentale mantenersi a distanza per non spaventarli, ed evitare così reazioni di difesa da parte dei cani da guardiania. Anche se a volte si è tentati di avvicinarsi anche solo per fare delle foto o per provare a guardare meglio un piccolo addormentato nell’erba, bisogna desistere.
- quando si incontrano cani da guardiania è importantissimo mantenere la calma, fermarsi e osservare il loro comportamento: i guardiani utilizzano una minaccia a distanza per far capire quale sia la distanza di sicurezza tollerata, quindi mai forzare la mano: procedere lentamente allontanandosi dal gregge. MAI urlare, MAI agitarsi, MAI lanciare pietre, MAI mettersi a correre e MAI prendere i propri cani in braccio! Questi atteggiamenti potrebbero scatenare reazioni ancora più aggressive da parte dei cani.
- se si hanno cani al seguito durante le escursioni, è importanti tenerli al guinzaglio in prossimità di bestiame al pascolo, e averli sotto controllo in modo da non permettere che possano abbaiare agli animali scatenando l’istinto difensivo nei cani guardiani.
Di solito a questo punto arriva la fatidica domanda: ma se gli animali sono a ridosso di un sentiero, come faccio ad allontanarmi? Cominciamo col capire una cosa: a volte è necessario occupare il sentiero con il proprio gregge al pascolo o con i fili elettrici dei bovini: a volte l’erba da una sola parte del sentiero non basta, oppure l’erba si trova a destra del sentiero e l’unica fonte di acqua magari a sinistra. Quindi non sempre noi pastori possiamo evitare i sentieri mentre pascoliamo. Sicuramente l’ideale sarebbe avere i cani da guardiania sotto controllo, e cercare di spostare il gregge se passa qualcuno. Noi ad esempio non lasciamo MAI i nostri animali incustoditi, e quindi siamo presenti per intervenire sui nostri cani laddove si presenti necessario. Spesso si vede aggressività anche dove non c’è realmente: un cane da guardiania che scorta gli escursionisti stando a distanza di qualche metro e abbaiando fino a quando lo ritengono necessario, non sta tenendo un comportamento aggressivo, anzi, sta facendo egregiamente il suo lavoro. Dall’altra parte, so bene che non tutti gli allevatori sono rispettosi nei confronti dei turisti e non hanno sotto controllo dei buoni cani, quindi laddove c’è una REALE mancanza di gestione corretta, è giusto segnalarla alle autorità competenti. Un dovere importante dei pastori dovrebbe essere quello di mettere del cartelli per segnalare la presenza di cani da guardiania, accompagnati dal comportamento corretto da tenere in caso di incontro col gregge.
5- Parliamoci chiaro, molte persone (tra cui anche io) hanno una vaga idea bucolica sui pastori senza però avere reale coscienza di cosa significhi svolgere questo lavoro, ma siamo qui per comprenderlo; perciò ti chiedo: qual è, secondo te, il ruolo del pastore nella società del 2021?
Il pastore ha un ruolo fondamentale oggi come 100 anni fa.
Senza i pastori non c’è cibo per nessuno, sia di origine animale che di origine vegetale (i campi coltivati vengono concimati, si spera, con il letame dei nostri animali raccolto durante l’inverno).
Inoltre noi allevatori siamo gli unici responsabili della manutenzione delle montagne: siamo noi che facciamo manutenzione ai sentieri e alle mulattiere, che manteniamo le montagne pulite e ordinate offrendo agli escursionisti la possibilità di ammirare i panorami montani.
Grazie alla pastorizia i terreni curati riducono l’insorgenza di frane, smottamenti vari, incendi, ecc…
Senza la pastorizia, le montagne come le conosciamo noi non esisterebbero.
6- Arrivate quasi alla fine dell’intervista, vorrei chiederti di parlarci della tua azienda. Com’è nata e cosa producete?
La nostra azienda è nata dal bisogno (mio e del mio compagno) di accudire in proprio una montagna e una quantità di bestiame, unendo tutte gli aspetti migliori che abbiamo vissuto sulla nostra pelle in tanti anni di lavoro sul campo sia in Italia che all’estero. “La Regina Bianca” nasce a dicembre del 2020, e si basa su un allevamento etico e biologico, in cui gli animali (tutti) vivono secondo la loro natura, in totale libertà. Produciamo formaggi di latte vaccino e caprino, sia freschi che stagionati. La nostra produzione si limita alla stagione primaverile e estiva, proprio perché in inverno le madri allattano i propri piccoli e noi mungiamo solo l’eccesso (se c’è) di latte.
7- Ci lasceresti con un aneddoto o una frase a te cari?
Io amo ammirare la convivenza tra i nostri animali e quelli selvatici. Sicuramente provo enorme tenerezza (e soddisfazione) quando gli animali selvatici come camosci, cervi o stambecchi, vengono a dormire vicino al nostro bestiame perché si sentono protetti e non ci vedono come una minaccia. Il nostro lavoro, nonostante la grande fatica e mille sacrifici, può donare emozioni incredibili?
Articolo tratto dal blog Cinofilia Oggi.
Note sull’autore:
Veronica, classe ’92 nasce a Cosenza, dove ora vive dopo anni trascorsi a Roma e un periodo all’estero; da sempre appassionata di animali, etologia e scrittura, in particolare si interessa alla cinofilia. Come prima formazione ha studiato, oramai un po’ di anni fa, educazione cinofila con approccio cognitivo zooantropologico a Roma, presso la scuola SIUA (Scuola Interazione Uomo-Animale), dopo qualche tempo di gavetta è diventata educatrice cinofila sportiva di III livello F.I.S.C; poi istruttrice di Rally-obedience, e adesso sta continuando a formarsi nello sport. Lavora come educatrice, collabora con varie strutture e gestisce un centro in zona Zumpano, svolgendo anche attività di asilo. È in continua formazione e lavora sodo sull’instaurare una sana e mutualistica relazione tra proprietario e cane, soprattutto di dare una visione all’ avanguardia e sempre aggiornata sul comportamento canino. Gestisce il sito “Cinofilia oggi”, ha pubblicato molti articoli, testi poetici e anche un libro “Ammodorcas e altre poesie“.