Quello appena conclusosi, è stato definito, dal settimanale statunitense “Time”, il peggior anno di sempre, vissuto dalla maggior parte di tutti noi. A dare questa definizione, alquanto radicale, è stata la critica cinematografica Stephanie Zacharek, in un editoriale del 14 dicembre, con una grande X rossa sulla copertina. La storia però dovrebbe insegnarci che piuttosto che eliminare totalmente alcuni periodi “tristi e scialbi”, per utilizzare la definizione della Zacharek, dovremmo imparare da essi, affinché determinate situazioni non si ripetano più. Lo scrittore spagnolo Santayana diceva che “chi non impara dalla storia è destinato a riviverla”. Dunque, se non vogliamo vivere un nuovo 2020, dovremmo cercare di capire i possibili punti di errore che vi sono stati ed evitare drammatiche ripetizioni. Se errare è umano, perseverare è diabolico. È vero che, ancora, non possiamo ritenerci fuori dalla pandemia, ma è pur vero che questo nuovo anno porta con sé il lume del vaccino che appare una speranza per tutto il mondo. La scienza appare, palesemente, la via da seguire per un progressivo ritorno alla normalità. Anche su questo concetto, però, l’attenzione deve essere massima poiché la normalità può essere tanto bella quanto pericolosa. E soprattutto, bisognerebbe interrogarsi su cosa sia la normalità. La vita che conducevamo fino a marzo 2020, e che ora ci sembra tanto lontana, è, in realtà, la situazione prodromica allo stravolgimento pandemico. La sfrenata corsa al consumo ed all’accumulo di ricchezza e, conseguentemente, allo sfruttamento intensivo dell’ambiente circostante ha generato elevati picchi di stress ed infelicità nell’intera umanità. Il virus, tra le molteplici e dure conseguenze che ha generato, si è abbattuto anche sulle percezioni personali ed intime di ognuno di noi. Questa evidenza proviene dall’analisi delle ricerche effettuate online che mostra uno scostamento deciso rispetto al passato. Le ricerche condotte sul web sono quelle in cui maggiormente il singolo si mette a nudo, ricercando le soluzioni alle sue preoccupazioni. “Year in Search 2020” è l’annuale video recap prodotto da Google, nel quale vengono riassunte le principali richieste condotte sul motore di ricerca.. Questo video mette in rilievo sostanzialmente due cose: la prima riguarda il dato che si sono susseguite soprattutto le domande, la seconda concerne il fatto che è stata la pandemia a far da padrona all’interno degli interessi degli utenti del web. Se da un lato, quindi, vi è la volontà di porsi degli interrogativi ed acquisire conoscenze rispetto ad un evento nuovo e di portata straordinaria, dall’altro vi è anche la ricerca di certezze a cui aggrapparsi. La parola più ricercata del 2020 è Coronavirus, ed era impensabile il contrario, ma accanto ad essa troviamo diversi interrogativi che spaziano dalle modalità di utilizzo delle piattaforme di comunicazione multipla sul web alla preparazione in casa di pizza, pane e cibi vari. Bisogna anche aggiungere che nell’area relativa al “Come fare” trovano spazio anche le mascherine e l’igienizzante per le mani. Nel 2019, quest’area vedeva al primo posto la possibilità di fare la domanda per i navigators, seguita dalla modalità di risoluzione del cubo di Rubik e dal modo di annodare la cravatta. Potremmo dire, quindi, che anche le ricerche degli italiani hanno subito una rivoluzione radicale. Un altro dato che emerge, però, è il passaggio, all’interno della psiche dell’utente del web, dal problema, alla soluzione immediata data dal lockdown, al sorgere della necessità di occupare il tempo durante questo periodo di chiusura forzata indice della conseguente necessità di adattamento. Del resto anche Darwin diceva che non è la specie più forte che riesce a sopravvivere ma quella più reattiva rispetto al cambiamento. La persona che riuscirà a trasformare la stretta di mano in un colpo di gomito avrà sicuramente qualche possibilità in più di uscire vincitore dalla lotta che stiamo affrontando. Il video lanciato dal colosso del web, si chiude con un messaggio di incoraggiamento e di speranza per l’intera umanità. Il virus sarà sconfitto, ma sarà più facile farlo con la voglia di sentire empaticamente i bisogni degli altri. Google invita, quest’anno, ogni persona a perseverare nella curiosità, a porsi domande ed a cercare le risposte, a voler superare qualsiasi tipo di ostacolo, poiché è nella stessa natura umana l’impossibilità di arrendersi. La luce in fondo, al tunnel anche per il colosso del web, è rappresentata dalla scienza.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni