Vent’anni per sempre.

A vent’anni sei spregiudicato, sicuro di conoscere la vita, arrogante, impulsivo.
Vent’anni sono un’età in cui c’è davvero poco di definito, e tutto quello che ti circonda può sembrare da un lato meraviglioso e dall’altro terrificante.
E’ l’età in cui ti senti padrone della tua vita, perché riconosci di non essere più un bambino, ma sei anche tremendamente insicuro di tutto quello che fai.

Mi sembra quasi che noi ventenni viviamo una sorta di binomio, la certezza e l’incertezza, il presente e il futuro, gli amori e gli odi, le responsabilità e l’incoscienza.
Ci muoviamo su due linee parallele e speriamo che non si incontrino mai per davvero, perché in quel momento saremo certi che è arrivato il momento di crescere.
Lontani – ma forse neanche troppo – dal mondo di quei teen che tanto ci piace ricordare distante, non ci accorgiamo che, in realtà, l’età in cui avviene il passaggio dall’adolescenza ad un primo “assaggio” di vita, sono proprio i vent’anni.
La fine dell’età delle decine, del liceo, di quella specifica comfort zone.
A vent’anni ci sentiamo liberi di giudicare, di avere le nostre pazze idee, di fare quello che ci va senza remore, di vivere intensamente perché ci piace pensare che domani tutto potrebbe cambiare.
Ci sentiamo trascinati in un vortice violento di esistenza che ci inghiottisce.
Inizia l’università, e con essa tutti gli obblighi che comporta.
Alcuni di noi li prendono sul serio, altri un po’ di meno, ma forse è proprio perché è l’età.
Iniziano le prime indipendenze, i primi grandi passi.

Cesare Cremonini in un brano del suo ultimo album, Vent’anni per sempre, guarda con occhio ormai adulto il mondo dei ventenni moderni, fondendo elementi di una vecchia generazione ad una nuova.
Ricorda che i vent’anni sono l’età in cui tutto sembra più facile, in cui ci si preoccupa di tutto e di niente, e soprattutto, ricorda quanto sia difficile scegliere.
Sarai scelto o sceglierai? In questo verso dalle ricordanze “faber-iane” , Cesare sembra quasi marcare il fatto che difficilmente a quest’età siamo certi di qualcosa, perché ci piace essere scelti, ma a stento riusciamo a fare il contrario. Perché ogni volta siamo trascinati da qualcosa di diverso, c’è sempre un’altra cosa che vorremmo.
E quello che non conosciamo ci spaventa, il futuro ci atterrisce, e vorremmo avere vent’anni per sempre perché quello che abbiamo ora potrebbe non tornare più.
Attraverso una serie di simboli generazionali (Sasha Grey, One Direction, Angry Birds o le nuove Nike) Cremonini ritrae un’attualità un po’ frivola e capricciosa.
Onestamente, non direi mai che Sasha Grey è lo specchio dei miei vent’anni, ma sicuramente qui si tratta di una questione di mode passeggere e superficiali (infatti non credo certo che tutti ci ricorderemo di questa signorina dai costumi così raffinati).
E quando dice “se gli altri cambiano, il trucco è non cambiare niente” lancia un monito ai suoi coetanei trentenni, che si affannano a voler ritornare giovani, ma la verità è che è impossibile.
Avere vent’anni è una rarità, e non lo dico tanto per dire, ma sento davvero che quest’età rappresenta un passaggio cruciale per ciascuno di noi, più della maggiore età.
A vent’anni vorremmo sapere tutto, ma quello che scopriamo non ci basta; vorremmo andare ovunque, ma il tempo che abbiamo non è mai sufficiente; vorremmo che tutto il mondo si abbassi per noi, per accorgerci troppo tardi che chi troppo vuole nulla stringe.
Paradossalmente, è un’età effimera, piena di buchi da tappare, ma è allo stesso tempo estremamente intensa e totalizzante.
I vent’anni sono una soffiata di vento fresco, un momento in cui vorremmo che restasse tutto così com’è, perché ci piace ancora fermarci a guardare il tramonto, festeggiare con i nostri amici, guardare avanti senza paura.
Perché, in fondo, di certezze non ne avremo mai abbastanza, e per quanto vorremmo cambiare le cose molto spesso non ci riusciamo, e allora ci arrabbiamo.
Perché i vent’anni sono l’età della collera verso tutto, delle prime grandi consapevolezze.
Vent’anni non sono facili da vivere, ognuno di noi ci arriva con un bagaglio di esperienze diverse, con desideri differenti, con sentimenti contrastanti.
A vent’anni tutto ci appassiona e tutto ci coinvolge : l’amicizia, l’amore, la vita.
Tutto sembra nuovo, bellissimo e intrigante.
E’ solo quando troviamo il coraggio di vedere la bellezza anche dove non c’è, che si può dire di aver vissuto al meglio i vent’anni, e non solo.
Ci muoviamo in un mondo in cui è davvero difficile capire chi siamo e dove vogliamo andare, perché i colori si sbiadiscono e il tempo scorre troppo in fretta.
Eppure, a vent’anni dovremmo avere la forza di fermarci un attimo, chiudere gli occhi e riaprirli per renderci conto che tutto è nelle nostre mani.
Tutto quello che verrà, da questo momento in poi, dipende da noi, dalla forza e dall’entusiasmo che solo a vent’anni siamo capaci di tirar fuori.
E poi, com’è che si dice? Chi vivrà, vedrà.

Maria Letizia Stancati
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Nata a Cosenza nel 1994, vive da sette anni a Roma. Laureata in Filologia Moderna, attualmente tenta di rendere produttiva la sua laurea seguendo un Master e facendo tutti i lavori possibili.
Ama la musica, viaggiare, la vita la coinvolge totalmente e vorrebbe scoprire il mondo.
La sua passione più longeva è sicuramente la lettura, il primo libro che ha letto è “Giovanna nel Medioevo” e ha pianto senza ritegno dopo aver terminato “La piccola Principessa”.
Incapace e negata per ogni tipo di sport (ma è fiera di aver praticato basket per una settimana), ama correre con le cuffie nelle orecchie e camminare per tutta Roma.
Il suo gruppo preferito sono gli Oasis, e mentre spera che tornino insieme, immagina sempre come sarebbe la sua vita se la smettesse di sognare ad occhi aperti.