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ValorAbile, un cambiamento che non lascia nessuno a terra

ValorAbile è un’associazione giovane e innovativa che punta a sensibilizzare sui temi dell’accessibilità e dell’inclusione sociale delle persone con disabilità nella città di Siracusa e non solo, proponendo una visione del bene comune e del suo benessere in modo sostenibile consapevole e universale. In particolare, rivolge un occhio ai luoghi della cultura e dello svago, così chiunque ha la possibilità di vivere una giornata in barca o in città senza barriere.
Attraverso il confronto e lo scambio si punta alla partecipazione di tutti, dice Francesco Perez presidente dell’associazione, che abbiamo intervistato.

Come nasce il Progetto ValorAbile?

ValorAbile è un progetto che ha come scopo dare Valore alle persone. L’ aggettivo “Abile” è inteso come disponibile e attivo. L’Associazione ValorAbile mira alla partecipazione attiva di tutti, in particolare delle Persone con Disabilità.

I nostri riferimenti sono la Costituzione italiana e la Convenzione  ONU per diritti delle persone con disabilità,  noi come ValorAbile diffondiamo il cambiamento nel nostro territorio, dove esistono ancora modelli e linguaggi fondati sulla “beneficenza”, come quando si usa il termine disabile per rivolgersi a persone con una qualche disabilità.

Il Progetto ha uno sguardo particolare verso i luoghi della cultura, come i musei. Quali sono le principali iniziative in tal senso?

Sino ad oggi come Associazione abbiamo lavorato nel nostro territorio, Siracusa, città’ storica e sito Unesco, per far sì che questi luoghi siano accessibili.

Abbiamo segnalato molte disattenzioni, anche gravi, dall’incuria di non trovar le rampe nei luoghi aperti all’occupazione delle stesse con materiali e deposito merci o ascensori guasti da anni in musei importantissimi. Questo non può più accadere.

Qual è stata la risposta delle istituzioni locali alle vostre iniziative?

Siamo certamente diventati un’associazione a cui si presta molta attenzione, perchè percepita come forza di cambiamento, e siamo fieri di questo, ma manca una risposta globale. Non abbiamo visto una vera attenzione, non la percepiamo. 

Qual è stata la risposta della società civile? E qual è il rapporto con le atre associazioni e realtà sul territorio?

Questo è l’elemento che ci dà più forza. E’ stato un crescendo ma i nostri progetti hanno avuto sempre una grandissima partecipazione. Come, ad esempio, i progetti eseguiti in alternanza scuola lavoro, come “FACCIAMOSTRADA”, con cui abbiamo raccontato e fatto vivere agli studenti il significato delle barriere architettoniche. Gli stessi studenti hanno fornito risposte e soluzioni presentate all’amministrazione Comunale, senza, però, riscontro fattivo. Gli studenti di architettura e design, invece, hanno lavorato e proposto un progetto esecutivo sul centro storico di Ortigia per l’eliminazione delle barriere architettoniche. 

Ci sono, poi, cittadini e turisti pieni di entusiasmo per progetti come “ValoreMare”, con cui abbiamo realizzato punti di accesso facilitati su un’area marina protetta e che sta avendo un enorme successo; oppure “#TuttisullastessaBarca”, costituito da due eventi, entrambi sold out, che consistevano in un’escursione nel porto grande di Siracusa per raccontarne la bellezza insieme a persone con disabilità e amici del luogo. Abbiamo lavorato molto per far vedere quanto può essere inclusivo e meraviglioso un cambiamento che non lascia nessuno a terra.

Con le altre associazioni abbiamo buoni rapporti soprattutto con quelle storiche della città. Certo è che abbiamo portato un cambiamento, un nuovo punto di vista, una nuova dimensione al tema e alle esigenze del mondo delle persone con disabilità; non sempre e non tutte conoscevano così a fondo diversi aspetti. Oggi possiamo dire che nel più ampio rispetto dei fini associativi collaboriamo e pensiamo di fare molto più, ma serve un lavoro che richiede tempo e comunità di intese.

Quali sono i vostri progetti attuali e futuri? 

Stiamo lavorando sul modello culturale sociale multidimensionale e richiede tante energie. Ma ciò di cui abbiamo bisogno è avere spazi di manovra e più forza economica per amplificare questo cambiamento. Sentiamo che le risposte ci sono, bisogna esserci e trovare gli spazi per farlo.

Abbiamo bisogno di rete per andare avanti in una città prossima alla candidatura a capitale della cultura 2024 che dovrà sin da subito rendere accessibili tutti suoi luoghi e lavorare sui servizi. Noi parteciperemo non solo a questo obiettivo ma ad ogni processo che deve tener conto della più larga partecipazione e della presenza di tutti.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni