Tra Danimarca e Svezia : le fiabe, il silenzio, la magia di un Nord Europa da amare

Tra Danimarca e Svezia : le fiabe, il silenzio, la magia di un Nord Europa da amare

Di Maria Letizia Stancati

Nyhavn - CopenaghenEravamo indecisi tra Budapest e Copenaghen, si trattava di scegliere la nostra meta per il viaggio di fine primo semestre.
Una giusta ricompensa per il termine della prima serie di lunghe fatiche dell’anno universitario.
Per quanto io prediligessi (e penso farò per sempre) la capitale nordica a causa del mio amore spropositato per il Nord Europa, avevo avuto una serie di pareri positivi su Budapest, e tutti da persone di cui mi fidavo moltissimo.
A partire da mio nonno, che me ne diede la dolce definizione di “una piccola e romantica Parigi più ad est“.
Ma, alla fine, abbiamo optato per Copenaghen, e così, alle 10 di mattina del 14 Marzo, siamo partiti alla volta della capitale danese.
Copenaghen ci ha accolti con una clima decisamente gradevole, regalandoci un primo impatto molto positivo.
Ricordo ancora la mia paura quando controllavo le temperature prima di partire, quando il termometro era ancora pericolosamente in bilico tra lo zero e l’uno.
Appena arrivata sono rimasta ammirata – come sempre, quando vado all’estero – dall’aurea di pulizia e calma che governava tutta la città, compreso un luogo frenetico come la stazione centrale.
Anche se non sembra, i danesi sono una popolazione calorosa e ospitale, nonostante l’immaginario comune dipinga i nordici come schivi e anche un po’ scorbutici.
E invece – forse per fortuna, o forse perché di fronte alla mia sfortuna nessuno potrebbe trattenersi – abbiamo avuto il piacere di incontrare solo persone garbate e affabili.
Abbiamo iniziato la visita della città con un giro per il centro – Slotsholmen, Radhusplatzen, Vestergade, Giardini di Tivoli, – in particolare, abbiamo percorso l’intera Stroget, la strada dello shopping.
Non amo comprare molto quando viaggio, ma i prezzi dei negozi erano decisamente alti, è vero che con il cambio in corone non abbiamo capitolo davvero molto, ma nessuno di noi si è avvicinato ad alcuna vetrina.
Vedere ma non toccare – anche se direi una bugia dicendo che non ho comprato nulla, perché le calamite sono ancora attaccate al mio frigo.
Il centro della città sembra un dipinto, vi basta guardare intorno per vedere quei palazzi colorati che profumano di antico, per immaginarvi seduti in mezzo a Radhusplatzen mentre un artista di strada tiene compagnia con la sua chitarra.
A metà mattinata abbiamo optato per un giro in battello.
Con la nostra Copenaghen Card era gratuito, (che poi neanche troppo, se pensate che la card viene intorno alle 60 euro italiane e io la ho persa, pagando il doppio, per venire ulteriormente sbeffeggiata dal destino quando l’ho ritrovata per strada..) e quando siamo arrivati al molo abbiamo anche trovato una esibizione di un coro di voci bianche assolutamente adorabile.
Abbiamo avuto modo di aggirarci per i canali, tutti molto suggestivi, che ci hanno offerto un panorama ancora più fiabesco, appunto per l’ incredibile scenario che si distende tra essi che si intrecciano dentro la città ed il mare aperto.
la sirenetta
E a proposito di fiabe, come dimenticarsi della Sirenetta?
La posizione della celeberrima statua non è delle migliori, non vicina al centro, ma noi ci siamo arrivati un pullman hop on- hop off, che vi consiglio vivamente.
Inoltre, vi raccomanderei di nutrire poche aspettative da quello che è il simbolo della città in tutto il mondo, perché potreste rimanerne delusi.
Perché?
Io dalla Sirenetta mi aspettavo una collocazioni mozzafiato, imponente, incantevole .. Invece essa è adagiata sugli scogli – anzi, quasi messa lì per caso – con uno sguardo melanconico diretto verso.. La zona industriale.
Ebbene sì, non è verso l’infinita distesa marina che guarda la nostra eroina, ma rivolge il suo sguardo verso ciminiere e fabbriche.
Per quanto sia comunque obbligatorio vederla e scattare mille fotografie e selfies, è stata una vera delusione, nient’altro da aggiungere.
Da bravi ragazzi acculturati, abbiamo fatto anche un salto al museo di Andersen (perché era gratis, evviva!), tappa necessaria per sentirsi un po’ bambini e rivivere, attraverso rappresentazioni con statue di cera, le fiabe della nostra infanzia – “La piccola fiammiferaia“, “Il brutto anatroccolo“, “Pollicina” e ovviamente “La sirenetta“.
Abbiamo visitato anche la caratteristica Nyhavn, che è di forse la zona più affollata e pittoresca di Copenaghen grazie alle casette colorate tutte in fila che si affacciano sul canale e ovviamente, per le imbarcazioni lì ormeggiate.
Ma attenzione ai ristoranti : non è tutto oro quello che luccica!
Sempre con un hop on – hop off abbiamo raggiunto Christiania, una città libera, fondata nel 1971 da un gruppo di hippie, e per questo da sempre ritenuta una zona complicata e controversa.
Ma è pur sempre una “cittadina” in cui si può assaporare un altro spaccato di Copenaghen, più soggetta ad un fascino che sa di “illegale”, che è forse il suo aspetto più seducente per i turisti.
L’atmosfera è calda, piacevole, quasi surreale e non è niente di sconcertante : non c’è bisogno di andare a Christania per sentirsi scandalizzati da quello che fumano ragazzi e anche parecchi adulti.
Insomma, la città si gira velocemente ed è servita in modo impeccabile, anzi, vi consiglierei di scegliere l’ostello dove abbiamo dormito, il Danhostel (uno dei più grande d’Europa), vicinissimo al centro, funzionale e moderno.
Come trascorrere i restanti due giorni se abbiamo già girato mezza città? La soluzione meno ovvia è anche la più semplice : mettersi su un treno e andare in Svezia!

MalmoCon appena venti minuti di treno (super accogliente, pulito veloce, niente a che vedere con i nostri regionali) arriviamo in una città di tutto rispetto, Malmö.
Di domenica verso le 11, non sono molte le persone che incontriamo in giro e non sono molti i negozi aperti – ovviamente i souviners li abbiamo presi.
Però la città mi ha affascinata molto, silenziosa e tranquilla, dà proprio l’idea di trovarsi in Svezia.
Avete presente quando immaginate le città del Nord come perle avvolte da un filo di nebbia? Ecco, è stata questa l’idea che Malmö mi ha dato.
Consiglio di percorrere la Sodergatan Street, con numerosi caffè, ristoranti e negozi.
Rispetto ad altre strade di shopping di altre città questa è di certo più tranquilla e rilassante.
E’ facile guardare in alto per ammirare lo stile nordico- svedese delle case, mi hanno colpito molto tutti i vicoli che si incrociano, immersi in un religioso e sovrumano silenzio.
Per dare il colpo di grazia all’atmosfera un po’ “Silent Hill”, completiamo il giro con Gamla Kyrkogården, un fantastico e verde.. Cimitero.
Non vi lasciate intimorire dalle pietre, ma godetevi una passeggiata in questo meraviglioso parco, una bellezza romantica da apprezzare.
Usciti da qui, percorriamo una strada – a caso – e raggiungiamo il Castello di Malmo, molto particolare alla vista per i suoi mattoni rossi.
Da fuori risulta molto bello e imponente, ma francamente devo dire che non mi ha entusiasmato.
Ritorniamo verso il centro città per pranzo, quando decidiamo di ritornare in Danimarca.
Ci rimettiamo sul treno, ma non siamo ancora pronti per tornare a Copenaghen, così…
Andiamo a Helsingor!

Castello di HelsingorMi confesso felice di questa scelta, perché a Helsingor si trova il Castello da cui Shakespeare trasse ispirazione per scrivere la sua tragedia “Amleto”.
E’ una piccola cittadine nel nord della Danimarca, è domenica pomeriggio, i turisti non sono moltissimi.
Ci muoviamo alla svelta verso la fortezza di Kronborg, che però ha già ammesso l’ultimo gruppo di visitatori, per questo dobbiamo accontentarci di guardarlo da fuori e costeggiarlo tutt’intorno.
Capisco perché il tragediografo inglese sia stato così ispirato, il castello è semplicemente fantastico, posizionato sul mare, proprio sull’infrangersi delle onde.
La vista sul mare del Nord è suggestiva e mozzafiato, e da lontano si intravede la Svezia.
Una vista che fa solamente venire voglia di lasciarsi trasportare dal vento, chiudendo gli occhi.
Purtroppo però, la nostra giornata itinerante tra Svezia e Danimarca si conclude, e ritorniamo alla base per una cena al freddo e al gelo a Nyhavn.
Ci godiamo gli ultimi passi a Copenaghen, pronti per ripartire il giorno dopo.
Copenaghen è una città con il vento che taglia il viso e scompiglia i capelli, in cui le ampie strade che si allargano sembrano dare un’idea di immensità che si riversa anche nelle piccole e pittoresche stradine che la compongono.
E’ una città che corre in bicicletta, che si circonda di verde, che ti attrae con i suoi colori a volte un po’ pallidi ma sempre attraenti.
E’ una città che ti fa sentire a tuo agio, piena di giovani dalle mille etnie e dalle mille storie.
Il Nord esercita un fascino non poco indifferente su di me, ma sfido chiunque a non rimanere incantato dalla vista del mare aperto con alle spalle una città così varia.
Il tutto si è arricchito soprattutto grazie alla compagnia speciale dei miei amici, che anche questa volta si sono dimostrati pazienti con me e le mie disavventure tecnologiche e non solo.
Ricordatevi sempre di partire con qualcuno che renda il vostro viaggio piacevole e intenso, che sappia rendere incredibile e indimenticabile anche un tratto in metropolitana o la mattina appena svegli.
Insomma, certamente consiglio Copenaghen per il suo fascino un po’ antico e un po’ moderno, ma attenzione ai portafogli : di certo non la ricorderete per i prezzi abbordabili.
Ma in fin dei conti, ne vale assolutamente la pena!

Rådhuspladsen - Copenaghen

 

Maria Letizia Stancati
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Nata a Cosenza nel 1994, vive da sette anni a Roma. Laureata in Filologia Moderna, attualmente tenta di rendere produttiva la sua laurea seguendo un Master e facendo tutti i lavori possibili.
Ama la musica, viaggiare, la vita la coinvolge totalmente e vorrebbe scoprire il mondo.
La sua passione più longeva è sicuramente la lettura, il primo libro che ha letto è “Giovanna nel Medioevo” e ha pianto senza ritegno dopo aver terminato “La piccola Principessa”.
Incapace e negata per ogni tipo di sport (ma è fiera di aver praticato basket per una settimana), ama correre con le cuffie nelle orecchie e camminare per tutta Roma.
Il suo gruppo preferito sono gli Oasis, e mentre spera che tornino insieme, immagina sempre come sarebbe la sua vita se la smettesse di sognare ad occhi aperti.