Il contest internazionale Red Bull Doodle Art ha fatto tappa a Cosenza con ospite Fancesco Caporale, in arte FRA!
Scarabocchiare, o meglio, “doodling”, è una pratica che negli anni si è diffusa ed elevata rispetto al suo concetto d’origine, divenendo una vera e propria arte. Riservato ai doodler è il Red Bull Doodle Art,una competizione globale organizzata da Red Bull che invita studenti e menti creative di tutto il mondo a vagare con l’immaginazione disegnando doodle fantasiosi. Il 29 marzo ha fatto tappa a Cosenza con ospite il doodle artist da guinness world record Francesco Caporale, in arte FRA! , che ci ha raccontato qualcosa in più su di lui e sulla doodle art. |
Alzi la mano chi non ha mai scarabocchiato fogli e foglietti di carta con disegni e ghirigori, anche distrattamente, in momenti di noia, in cui si è al telefono o quando la mente vaga chissà dove. Agende, quaderni, post-it, qualsiasi supporto cartaceo può diventare una tela bianca su cui dar sfogo alla creatività e al getto artistico del momento per creare piccoli e allegri “scarabocchi” che oggi hanno un nome ben preciso: doodle.
Scarabocchiare, o meglio, “doodling”, è una pratica che negli anni si è diffusa ed elevata rispetto al suo concetto d’origine. Ricerche in psicologia hanno dimostrato che le persone che scarabocchiano possono ottenere benefici in ambito lavorativo o formativo, sono, infatti, più portate a mantenere la concentrazione e cogliere nuovi concetti, tant’è che alcune importanti aziende come Apple, Dell o Disney, promuovono il doodling nei loro team di lavoro come un mezzo per incoraggiare la produttività. Non solo, il doodling oggi è una vera e propria arte (la Doodle Art) che oltre all’estro creativo richiede anche un certo impegno e vera abilità artistica.
La Doodle Art spopola sui social network, riempiendo le bacheche di Instagram, TikTok o Pinterest con foto e video degli artisti all’opera per la realizzazione di doodle sempre diversi e unici.
Riservato proprio ai doodler è il Red Bull Doodle Art, una competizione globale organizzata da Red Bull che invita studenti e menti creative di tutto il mondo a vagare con l’immaginazione disegnando doodle fantasiosi in cambio di numerose opportunità di networking oltre che di un rinomato premio finale, per promuovere e valorizzare una nuova generazione di artisti.
La prima edizione di Red Bull Doodle Art si è tenuta nel 2012 e da allora è sempre fedele al concetto di “penna su carta”, pur essendosi evoluta nel tempo per includere novità, come gallerie virtuali e nuove tecnologie emergenti. Ad esempio, alla finale mondiale nel 2014 a Città del Capo, in Sudafrica, i partecipanti hanno creato doodle su una piattaforma digitale, mentre alla finale mondiale del 2017 a San Francisco, negli Stati Uniti, hanno portato i loro doodle nel mondo della realtà virtuale. Nel 2023, invece, tutti i candidati avranno l’opportunità di coniare il proprio doodle come NFT.
Ma come funziona il contest? Il Red Bull Doodle Art prevede quattro fasi: nella prima, i candidati possono partecipare inviando i loro doodle online o disegnandoli in occasione di un evento locale firmato Red Bull Doodle Art; successivamente, una giuria di esperti locali esaminerà i lavori e durante la finale nazionale (che in Italia si svolgerà a Milano il 20 aprile) selezionerà un vincitore che avrà accesso ad un tutorato artistico per migliorare il proprio doodle in vista della finale mondiale, in cui rappresenterà il proprio paese. Nell’ultima fase, i doodle di tutti i vincitori nazionali verranno esposti alla finale mondiale – che quest’anno si terrà ad Amsterdam dal 25 al 28 maggio – dove una giuria internazionale annuncerà il vincitore assoluto della competizione, il quale otterrà una collaborazione in edizione limitata su un pezzo selezionato da Red Bull.
Mercoledì 29 marzo si è tenuto un evento locale, parte della prima fase, a Cosenza, presso l’Unical, dove gli studenti si sono cimentati a “doodolare” live con Francesco Caporale, in arte FRA!, giudice nazionale della competizione e uno dei più famosi doodle artist al mondo grazie al suo progetto “Doodle Dream”, una tela di oltre 560 metri quadrati di scarabocchi con cui ha decorato la piazza del suo paese d’origine, Altomonte, vincendo il Guinness World Record per il “Disegno più grande al mondo realizzato a mano da una sola persona”.
L’intervista a Francesco Caporale, in arte FRA!
Francesco, tempo fa hai raccontato che il tuo approccio con la Doodle Art è partito da un evento spiacevole: dal furto del tuo pc e del tuo portfolio. Cosa ha rappresentato allora e cosa rappresenta oggi per te la Doodle Art?
Quando è successo il furto la doodle art è stata una via di fuga dalla noia. Mi avevano rubato molte cose e quando rientravo a casa da lavoro non sapevo cosa fare. La doodle art mi ha permesso di riempire non solo il foglio ma anche il mio tempo. Cosa rappresenta oggi? E’ il mio linguaggio per lavorare, esprimermi. Mi permette davvero di essere un professionista.
Red Bull Doodle Art invita i creativi di tutto il mondo a lasciar vagare la mente e mettere su carta i propri “fantasiosi scarabocchi”. Dove vaga la tua mente quando ti dedichi alla Doodle Art?
La mia mente ormai vaga di più quando non faccio doodle art. Lavorando per specifici clienti, quando disegno sono sempre molto concentrato, penso principalmente alle geometrie e alle diverse sfaccettature che posso realizzare disegnando, al più la mia mente vaga su quello che potrò fare una volta finito il lavoro. Quando si fa qualcosa che è anche una passione arriva un momento in cui si ha bisogno di non farla per ricaricarsi e mantenere l’equilibrio tra passione e lavoro.
Com’è nata l’idea di realizzare il disegno più grande del mondo e quanto tempo hai impiegato per prepararti alla sua realizzazione?
E’ un progetto che riguarda un altro brand (ndr Xiaomi) con il quale ho lavorato moltissimo e al quale avevo proposto il mio sogno di realizzare il disegno più grande del mondo nel cuore del mio paese. Visto che avevano realizzato un prodotto da record e ricercavano una campagna di promozione, gli proposi di realizzare un record vero e proprio, e così è stato. Abbiamo impiegato circa 3 mesi per preparare tutta la campagna; per realizzare il disegno, invece, ci sono voluti 5 giorni e, di fatto, sono stato “a pennarello attivo” per circa 14 ore.
Cosa consigli ai ragazzi che hanno partecipato alla competizione e/o che vogliono intraprendere questo percorso artistico?
Innanzitutto, di apprezzare molto i contest e le competizioni perché non sono affatto scontati. Se da un lato i brand hanno uno scopo promozionale, dall’altro tengono a spingere i ragazzi a occuparsi di questi mestieri, che esistono da sempre ma solo dagli ultimi anni sono realmente apprezzati. Quindi, dico di guardarsi intorno e partecipare il più possibile a competizioni simili. Questo percorso artistico è appunto un percorso, è una strada e non bisogna mai allontanarsi altrimenti ci si perde. Se la destinazione da raggiungere è già tracciata sul percorso basta seguirla e prima o poi si arriverà.
La competizione è ancora aperta e può iscriversi qualsiasi persona maggiorenne proveniente da uno dei 61 paesi partecipanti (tutte le informazioni e il form di iscrizione sono sul sito di Red Bull Doodle Art). Che vinca il doodler migliore!
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni