Quando rischiare è un’impresa: storie imprenditoriali e intervista a Ciceroos

Siamo tutti un po’ amanti del rischio: in amore, nella carriera e nelle scelte che riguardano la nostra vita. Ma la tipologia di individui certamente più propensa a rischiare è quella degli imprenditori. Fare impresa è puro rischio. Gli imprenditori mettono in gioco tutto quello che hanno, investono l’intera vita per realizzare la propria visione. Quanto conta la genetica? Quanto l’ambiente, nella formazione di questi individui? Entrambi i fattori hanno un peso considerevole, ma per riuscire nell’impresa, non basta avere una buona formazione, bisogna saper cogliere e, soprattutto, creare le occasioni. Bisogna saper guardare oltre, verso i bisogni ancora latenti nell’umanità. Ci può essere un salto nel vuoto più rischioso?

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Un esempio su tutti è Steve Jobs. Ha capito per primo che la tecnologia non è solo per tecnici. La tecnologia serve a semplificare la nostra vita. Steve ha sempre rischiato, qualche volta ha perso, però è riuscito a realizzare la sua visione e a impattare l’umanità. Tanto che oggi non potremmo immaginare le nostre vite senza la Apple.

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Un altro esempio di grande imprenditorialità è la storia di come è nata la Silicon Valley. Lasciare qualcosa di sicuro, il lavoro, una vita confortevole, per qualcosa d’incerto.

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A volte però il rischio non sta nello scoprire luoghi nuovi, ma nel coraggio di tornare al proprio paese, per cercare di mettere in pratica quello che si è imparato altrove. È quello che ha fatto il salentino Daniele Cassini, ideatore di CicerOOs, insieme all’amico Daniele Viva, CEO dell’azienda. Nella Silicon Valley Cassini ha partecipato al prestigioso programma di scambio culturale Fulbright.“Da questo programma si impara tutto – ci ha detto Cassini – come fare fundraising, come fare marketing, come diventare uno start-upper. Ma, cosa più importante: Fulbright è un network pazzesco, utile nel momento in cui si decide di fare impresa. In America non importava quanto eri stanco, quanto avevi lavorato o studiato, dovevi partecipare agli eventi e portare a casa più contatti possibile”. E proprio lì, in Silicon Valley, è nata l’idea alla base della sua start-up: quante volte, mentre siamo in viaggio, vorremmo trovare consigli precisi su dove andare e cosa vedere? Internet non fornisce sempre risultati coerenti, allora entra in gioco CicerOOs, software che analizza e modifica i contenuti sui luoghi presenti su internet, per renderli facilmente ricercabili e utilizzabili.

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Tornato in Puglia, Cassini fonda, insieme a Viva, la start-up. Il primo anno è stato prettamente “di preparazione”: lavorare per costruire il network, familiarizzare con l’ambiente universitario e regionale, studiare bandi e quant’altro. Ma replicare il modello californiano in Italia non è semplice,“le differenze ci sono – dice Cassini – l’America è un conto, poi c’è il resto del mondo. In Italia c’è soprattutto una questione culturale. Molto spesso quello che trattiene un giovane dal rischiare sono le aspettative che i genitori, o gli altri formano su di lui”. Altro problema è la carenza di Venture Capitalist e Business Angel che finanzino giovani talentuosi per l’avvio della propria impresa. Rendere l’Italia un paese più “start-up friendly” è uno degli obiettivi primari presenti nell’agenda del governo: bisogna semplificare le procedure burocratiche, rendere meno gravosa la tassazione e più efficiente la PA, affinché rispetti gli impegni assunti. Ma, nonostante tutte le difficoltà, Daniele rifarebbe tutto. “Pagherei per rifare tutto quello che ho fatto – dice – è come stare sulle montagne russe. Non ha prezzo venire da un posto così semplice ed essere invitati alla Rai, o firmare accordi con grandi aziende”.

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Di recente ha anche avviato un nuovo progetto, HotelOOs, motore di ricerca che permette di trovare in una località l’hotel che meglio si abbina agli interessi dell’utente. Fare impresa, quindi, è già di per sé un rischio, e rischiare non è facile, soprattutto oggi che l’incertezza regna sovrana. Ma con coraggio, forza e perseveranza è possibile arrivare al successo. Certo ci vuole anche un po’ di fortuna, ma l’importante è mettersi in gioco, perché la fortuna siamo noi stessi a crearla.

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