In questo momento, così difficile per il mondo intero, in cui i sistemi sanitari a livello globale stanno facendo sforzi immani per dare cure adeguate a chi è colpito dal nuovo Coronavirus, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dedica la Giornata Mondiale della Salute, che si celebra oggi 7 Aprile 2020, a medici e infermieri di tutto il mondo.
Oggi, come non mai, capiamo quanto sia importante un organismo internazionale, anzi mondiale, che si occupi di salute, intesa non solo come assenza di malattia, fisica, mentale o psichica, ma anche e soprattutto come benessere, fisico, mentale e sociale.
Ed è significativo che, 72 anni fa, proprio nella giornata di oggi, il 7 Aprile 1948, l’Organizzazione Mondiale della Sanità apriva le sue porte e iniziava il suo lavoro.
Le finalità dell’organizzazione sono: promuovere lo sviluppo e incrementare la sicurezza sanitaria con:
- 2 necessità strategiche: potenziare i sistemi sanitari e mettere a frutto la ricerca, le informazioni e le evidenze scientifiche
- 2 approcci operativi :intensificare i partenariati e migliorare le performance.
Oggi che l’operato di tale organizzazione è così centrale nella nuova sfida globale, è forse utile conoscere meglio il suo funzionamento e la sua storia.
Essa è stata istituita nel 1948, dalle Nazioni Unite, con sede a Ginevra e vi aderiscono 194 Stati membri, divisi in 6 regioni (Europa, Americhe, Africa, Mediterraneo Orientale, Pacifico Occidentale, e Sud Est Asiatico). L’Italia aderì a questa organizzazione delle Nazioni Unite l’11 Aprile 1947.
Gli organi esecutivi di questa Organizzazione, che ne permettono il funzionamento, sono il Segretariato, l’Assemblea Mondiale e il Consiglio Esecutivo insieme agli uffici Regionali.
La prima assemblea si svolse nell’estate del ’48 a Ginevra. Nella sua storia si è occupata di campagne di prevenzione e controllo della diffusione delle malattie come il vaiolo, eradicato nel 1980, o la Poliomielite, che però, negli ultimi anni, ha nuovamente fatto la sua comparsa.
Non pochi sono i problemi che l’OMS ha dovuto affrontare anche al suo interno, poiché come tutte le organizzazioni internazionali risente delle tensioni politiche tra i suoi Stati membri. Ricordiamo a questo proposito, per esempio, l’uscita dall’organizzazione dei Paesi del blocco sovietico nel 1949, rientrati poi nel 1957, dopo la scolta portata avanti da Nikita Chruščëv.
Dal 1973 al 1988 si inaugurò invece quello che possiamo definire il periodo della Leadership mondiale dell’OMS; con il suo direttore Mahler, che sfida le compagnie farmaceutiche e alimentari, in quegli anni infatti nacquero la lista dei farmaci essenziali, il codice di condotta sul marketing dei sostituti del latte materno, e ci si pose come obiettivo il raggiungimento degli obiettivi minimi di salute a livello mondiale entro il 2000.
Ci fu poi il cosiddetto periodo buio, con la crisi dei finanziamenti all’OMS, a cui i grandi donatori statali avevano posto un tetto.
Negli anni ’90, con la comparsa di malattie come l’AIDS, si ha la prima presa di coscienza della globalizzazione dei rischi a livello sanitario, ed il momento in cui si promuovono partenariati tra pubblico e privato per il finanziamento per le grandi campagne di prevenzione e cura delle malattie infettive, come il fondo globale contro AIDS, tubercolosi e malaria, annunciata durante il G8 di Genova nel 2001.
Nello stesso periodo si inaugurò l’Alleanza Globale per la Vaccinazione e I’immunizzazione (GAVI), che sancì l’ascesa di Bill Gates come grande finanziatore dell’organizzazione.
Tra i successi che si possono addebitare poi all’OMS, c’è la vittoria contro l’influenza respiratoria SARS nel 2013, grazie ad azioni coordinate e omogenee a livello globale.
Ed è con lo stesso spirito di allora che oggi dobbiamo affrontare questa nuova sfida che, ancora una volta, ci fa capire quanto la salute sia un bene prezioso, ma fragile, da tutelare con azioni che non guardino solo al breve periodo.
Laureata in Scienze Storiche all'università La Sapienza, appassionata di radio e informazione, dopo uno stage a Rai radio 3, ha realizzato il radio-documentario "Tutto normale un altro sguardo sulla disabilità", andato in onda sulla stessa emittente.