Roma, Torino, Alba, Cuneo, Rimini, Colleferro, Nichelino, Casale Monferrato.
Vi starete chiedendo quale sia il significato di questa breve lista di città italiane. Sono quasi certo che neanche i più attenti abbiano capito ciò che accomuna queste 8 città. La risposta è semplice, andate su maps, cercate via Sobrero e ritroverete innanzi a voi queste 8 città. Ma chi è questo Sobrero? Ascanio Sobrero è uno dei tanti nomi che campeggiano nelle nostre strade, quei nomi di cui troppo spesso viene preservata una memoria scevra dai gesti, dagli eventi, dalle invenzioni che questi nomi celano. È proprio ciò che è successo con Ascanio Sobrero, l’illustre sconosciuto inventore della Nitroglicerina. Sobrero è un medico e chimico, la cui vita attraversò gran parte del XIX secolo, rendendolo testimone del romanticismo, dei moti rivoluzionari, dell’unità d’Italia. Un uomo come tanti che non vive un’unica grande passione, ma si divide tra la chimica e la medicina, nel tentativo di asservire la prima alla seconda. Oggi, 168 anni dopo la sua scoperta, possiamo davvero dire che Sobrero riuscì nel suo intento, perché oggi a piccolissime dosi la nitroglicerina è utilizzata per trattare le crisi di Angina Pectoris.
Ma cos’è l’angina Pectoris? Si tratta di una comune patologia, che, come il nome stesso suggerisce, presenta come sintomo principale dolore al petto che può irradiarsi fino alla spalla. Ma a cosa è dovuto questo dolore? Per capire ciò è necessario analizzare brevemente i vasi coronari cioè i vasi arteriosi che irrorano il cuore, fornendo, al più importante muscolo del nostro corpo, l’energia e l’ossigeno necessari alla contrazione. Esistono 2 coronarie, la coronaria destra che irrora la parte supero-posteriore del cuore, e la coronaria sinistra, che dividendosi in interventricolare anteriore e circonflessa, irrora gran parte del ventricolo sinistro. E’ utile immaginare le coronarie come un sistema formato da più strade che si intersecano tra di loro. Queste strade nei giovani sono in genere ampie, nuove ed in perfette condizioni, ma con l’avanzare dell’età, l’azione di fattori di rischio come il fumo, le diete iperlipidiche, il diabete, l’obesità, la scarsa attività fisica, l’ipercolesterolemia, le diete scorrette, le danneggiano e restringono. In presenza di una prolungata esposizione a questi fattori di rischio, nell’ordine di decenni, i vasi coronarici si modificano apparendo simili a strade che non hanno subito alcun intervento di manutenzione per anni, risultando quindi ristretti e danneggiati per la formazione di placche lipidiche. Il sangue che deve scorrere attraverso questi vasi mostrerà dunque un transito più lento e meno corposo, proprio come le macchine in una strada molto danneggiata.
I casi che vengono trattati con la nitroglicerina sono principalmente quelli indicati come angina da sforzo. L’angina da sforzo è un dolore al petto, che si sviluppa nel momento in cui un soggetto svolge un’attività fisica. Infatti, nel corso dell’attività fisica i muscoli di braccia e gambe si contraggono con maggiore frequenza e con più vigore, e per fare ciò richiedono maggiori quantità di sangue. A questo punto cresce il tempo che il cuore impiega contraendosi in un minuto (sistole ventricolare), mentre si riduce quello che impiega rilassandosi (diastole ventricolare). Le coronarie si riempiono nel tempo di rilassamento, che però durante l’attività fisica si riduce, causando quindi una riduzione del flusso di sangue nelle coronarie. È necessario però chiarire che, giacché i muscoli richiedono più sangue, il cuore si contrarrà con maggior vigore e maggiore frequenza, richiedendo più ossigeno e nutrienti.
Proprio in questa fase per l’associarsi di queste cause, il cuore va in sofferenza e proprio questa sofferenza è responsabile del dolore.
Questo dolore è transitorio e cessa dopo circa mezz’ora dal termine dell’attività fisica. Tuttavia la nitroglicerina agendo come vasodilatante a livello coronarico, aumenta il flusso di sangue e risolve in maniera repentina la crisi anginosa.
Rendersi conto della presenza dell’angina è importante perché il mancato trattamento può limitare notevolmente la capacità di movimento. La persistenza dei fattori di rischio può causare l’infarto del miocardio (componente muscolare del cuore), ovverosia una condizione di assenza di flusso sanguigno, prolungata per un tempo tale da causare la necrosi tissutale, cioè la morte di una parte delle cellule del miocardio.
Ancora una volta prevenire è meglio che curare, in questo caso una dieta corretta, una corretta attività fisica e il controllo dei fattori di rischio sono sufficienti ad evitare la patologia. La prevenzione è il Futuro della Medicina.
Siciliano nato l’01/01/92, studia Medicina e chirurgia all’università degli studi di Palermo, ama trarre spunto dai suoi studi per terrorizzare parenti e amici, raccontando di strane e raccapriccianti malattie. La medicina non è la sua unica passione, fin da piccolo è sempre stato appassionato di geografia, viaggi e bandiere. Avete presente la Bandiera gialla, nera e rossa del Brunei? Beh probabilmente no, ma lui sicuramente si. La curiosità e la necessità di capire il mondo e di analizzarlo fanno parte del suo modo di vivere, così come la grande passione per le cose che fa. Ama il cinema soprattutto quello “indipendente ma non troppo”, la musica, la formula 1, il tennis, il calcio e un po’ tutti gli sport in cui si usa una palla.