Nasce il Consiglio Nazionale dei Giovani: la nostra voce ha una possibilità in più per farsi sentire 

Con la Legge di bilancio 2019 (Legge n. 145 del 30/12/2018) è stato istituito il Consiglio Nazionale dei Giovani, in breve CNG, un’associazione di diritto privato, organo consultivo e di rappresentanza dei giovani presso il governo, che sarà sentito su materie politiche che abbiano impatto sulle giovani generazioni. 
Già da tempo in vari Paesi europei sono attivi istituti simili; in Italia dal 2004 era attivo il Forum Nazionale dei Giovani – parte integrante dell’European Young Forum e ora pienamente sostituito dal CNG – che fino ad ora è stata l’unica piattaforma nazionale di organizzazioni giovanili italiane, con oltre 75 organizzazioni al suo interno, rappresentanti, in totale, circa 4 milioni di giovani, e che da tempo auspicava la formazione del Consiglio, il cui obiettivo è avvicinare giovani e politica, rendendo i primi sempre più protagonisti e promotori della res publica, creando nuove opportunità di dialogo con le istituzioni e di responsabilizzazione e cittadinanza attiva.
Il Consiglio sarà pienamente operativo dal 28 ottobre, quando sarà convocata la prima Assemblea per definire ruoli, uffici e calendario dei lavori.

Per scoprirne di più, per sapere come opererà e quanto potenziale avrà, soprattutto per il Sud, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Francesco Alimena, cosentino, neoeletto al CNG nella commissione ambiente e agricoltura.

Ciao Francesco, innanzitutto complimenti per la tua elezione. Partendo dalle basi, cos’è, in breve, il Consiglio Nazionale dei Giovani?
Il Consiglio è il modo trovato dal Parlamento, attraverso la Legge finanziaria, di portare i giovani nelle istituzioni. Opererà all’interno del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Nazionale; riproduce in piccolo il Parlamento, essendo costituito da commissioni tematiche, e ha parere consultivo, fornendo pareri su leggi e decreti che riguardano le politiche giovanili.
Per anni è stato attivo il Forum Nazionale dei Giovani che ha svolto questa funzione, in forma meno istituzionale ma, in ogni caso, molto proficua, riuscendo a proporre pareri poi successivamente tradotti in legge, come, ad esempio, il servizio civile universale. La derivazione dal Forum al CNG non era però così scontata, considerando che con l’alternarsi dei governi si è alternata anche la propensione all’istituzione di un istituto simile. 

Perchè è nato proprio ora? Ha influito, forse, il fermento giovanile dovuto al Climate Strike e alle mobilitazioni per i Fridays for Future? C’è una presa di consapevolezza della forza e dell’impatto che può avere la voce dei giovani?

Sicuramente ha influito, da una parte, l’arrivo in Parlamento, già nella scorsa legislatura, di tanti giovani e, quindi, di energie nuove, soprattutto con i partiti che ora rappresentano la maggioranza; dall’altra, sì, si vede soprattutto un forte movimento e fermento di giovani che però non trova automaticamente sbocco nelle istituzioni, non essendoci le forme adatte. Pertanto, era necessario trovare la giusta formula, traducendo il linguaggio di Greta e dei tanti ragazzi che si sono mobilitati, in una forma politica e istituzionale. 

Chi sono e quanti sono i membri del CNG?

Il CNG è composto dalle associazioni giovanili italiane maggiormente rappresentative; i membri, quindi, sono persone giuridiche o enti registrati secondo le leggi e i regolamenti dello Stato italiano, che svolgono attività sul territorio nazionale. Per aderire al CNG e mantenere nel tempo lo status di socio è necessario il rispetto dei alcuni requisiti minimi, come ad esempio, essere costituiti da almeno 24 mesi e vere almeno 300 iscritti come associazione o come componente giovanile dell’associazione, di cui il 70% di età inferiore ai 35 anni. Per quanto riguarda, invece, gli organi statutari del CNG e i membri che ne fanno parte, sono:

  • l’Assemblea Generale, che è il più alto organo decisionale, composta dai rappresentanti delegati di tutte le organizzazioni giovanili membri;
  • 6 Commissioni tematiche,composte da un minimo di 5 a un massimo di 8 membri;
  • il Consiglio di Presidenza, composto da 11 membri;
  • il Presidente del CNG e il Vicepresidente;
  • 3 Coordinatori dell’Assemblea Generale;
  • 2 membri per l’Ufficio di Segreteria;
  • 3 membri per l’Ufficio di Tesoreria;
  • 3 membri per il Collegio dei Garanti;
  • 3 membri autonomi e indipendenti per il Collegio dei Revisori.

Come si viene eletti e quanto dura l’incarico? 

I membri attuali sono stati eletti su proposta delle associazioni che facevano già parte del Forum. Io, ad esempio, sono stato eletto su candidatura promossa da FutureDem e Atena Mediterranea. In futuro, invece, saranno eletti dai delegati al voto di tutte le organizzazioni aderenti al CNG. L’incarico durerà 3 anni, con possibilità di rinnovo.

Parlando invece degli ambiti in cui opererà il CNG: quali sono le commissioni tematiche tramite le quali formulerà i pareri?

Le commissioni, che si dovranno riunire minimo 3 volte l’anno con modalità da definire, probabilmente anche da remoto per aumentare il numero degli incontri, saranno: 

  • Commissione Diritti Civili e Parità di Genere
  • Commissione Ambiente e Agricoltura
  • Commissione Esteri e Mobilità Internazionale
  • Commissione Cultura, Legalità, Sport e Salute
  • Commissione Servizio Civile e Cittadinanza Attiva
  • Commissione Lavoro e Formazione

Come sono oggi i giovani sul piano della partecipazione politica? Uno degli obiettivi del CNG è avvicinare i giovani alla politica e la politica ai giovani, non essendoci, spesso, dialogo; il CNG vuole trasformare i giovani da soggetti passivi in protagonisti. Come realizzare tutto ciò?

Partendo dal presupposto che io ritengo che la politica sia una delle forme più alte di attività per l’uomo perchè serve a mantenere il contratto sociale e a trasformare un popolo in una nazione o in una confederazione di stati; è il modo di gestire la convivenza e ha a che fare con la realtà delle cose. Spesso, sbagliando, si pensa che si “faccia politica” solo per passione e vocazione, ma non c’è nulla di più sbagliato, perchè la politica, appunto, è sì spirito di ideale, ma anche e soprattutto duro lavoro e concretezza, bilanciamento tra ambizione, ideale ed esercizio del potere. Detto ciò, quando ero al liceo, sebbene non avessi la tessera di partito, sentivo la necessità di andare alle manifestazioni e ai cortei, di ascoltare i dibattiti e partecipare alle assemblee di istituto. Per me rappresentavano un momento importante ed essenziale. Sarà che sono cresciuto a “pane e miti greci”, per me l’agorà, l’assemblea, è un momento di confronto, anche aspro e duro, ma utile ed essenziale. Quindi mi viene innaturale pensare che ci sia una cesura, che la generazione immediatamente successiva alla mia abbia avuto un allontanamento e un disinteresse così forte nei confronti della politica. Penso, però, che un riavvicinamento ci sia stato, innanzitutto, con l’approvazione di leggi importanti sui diritti civili, come le unioni civili, il “Dopo di noi” e il bio testamento. Poi, oggi il movimento ambientalista mi lascia pensare che si è tornati alla partecipazione attiva: sono i giovani a dettare l’agenda in maniera forte, un po’ come accadeva negli anni ‘70. E penso che il nostro scopo sia proprio dare spazio a queste voci. I giovani adesso vogliono parlare, ma sentendo che anche i media non sono affidabili si prendono spazio da soli, sulla piazza virtuale e fisica. Quindi il nostro compito è tradurre queste esigenze e la voce naturale dei giovani in proposte istituzionali.

Cosa pensi della proposta di abbassare l’età minima per il diritto di voto a 16 anni?

Penso sia intelligente e che possa dare molto spazio ai giovani. Ho anche seguito questa proposta mentre lavoravo alla Camera, solo che penso che sia arrivata nel momento sbagliato, non perchè non dovrebbe essere approvata, al contrario, ma perchè rischia di adombrare lo ius culturae

Siamo nati e cresciuti in un ambiente libero e cosmopolita, questo potrebbe aiutare nel rinnovare la politica?

Proposte come lo ius culturae sono convinto che se il Parlamento fosse composto solo da giovani sarebbero approvate in un giorno. Siamo la “generazione erasmus”, e non è solo un modo di dire, nel senso che, vivendo e muovendoci in Europa, abbiamo una libertà che solo perchè è quotidiana diamo per scontata e non capiamo come sarebbe difficile la vita se dovessimo perderla. Sapere che se andiamo in un’altra città europea troviamo sempre un amico ad aspettarci o che possiamo sentire quotidianamente amici sparsi per l’Europa ci fa sentire a casa. L’Europa è questo. E sapere che un nostro coetaneo che ha vissuto e studiato qui, insieme a noi, non possa sentirsi a casa propria solo perchè il nonno era extracomunitario, cioè non appartenente alla comunità europea, è assurdo! Come anche per la legalizzazione della cannabis: è impensabile vedere coetanei in carcere per la detenzione di 1 o 2 grammi in più di erba. Poi, il fatto che sia illegale non fa altro che portare soldi alle mafie. Si è visto che il proibizionismo del ‘900 è fallito su tutti i fronti, perchè non cambiare strada? 

Tutto ciò si proporrà e porterà avanti tramite il CNG?

Io darò il massimo del mio impegno e farò il massimo del lavoro. In ogni caso, ogni commissione lavorerà sui suoi temi con membri che hanno competenze e percorsi formativi che rispecchiano il ruolo per cui sono stati chiamati. Ad esempio, nella commissione Ambiente e Agricoltura, oltre a me, ci sarà un membro eletto da Coldiretti, uno dei Giovani Democratici, uno di FGS e uno della UIL. Io, dal mio canto, sono stato proposto da FutureDem ma sono anche un giovane imprenditore agricolo. Quindi, rappresentiamo il mondo dei sindacati e delle associazioni, anche di categoria. Ognuno apporterà il proprio contributo.

Tra gli obiettivi del CNG spicca il favorire e promuovere le politiche giovanili, portando luce sui problemi e cercando di risolverli: potrebbe essere di aiuto per ridurre la disoccupazione giovanile?

Partiamo dal presupposto che il lavoro non è un diritto, sebbene la costituzione lo inserisca all’art. 1. Non è un diritto nel senso che non è un diritto giustiziabile, per cui non si può rivendicare davanti a un giudice il fatto che lo Stato lo abbia violato, non fornendo lavoro ai cittadini. Lo Stato deve, dovrebbe, creare le condizioni affinchè nasca il lavoro. Di sicuro al sud c’è un problema in tal senso, mancando le infrastrutture e le aziende che investono nel territorio, però si sta facendo molto, tramite incentivi e azioni concrete. Ora, soprattutto, è vero che occorre un grande piano per il sud; il “piano Marshall” per il sud è fondamentale, ma il sud deve anche smetterla di guardare al nord per iniziare a guardare, invece, per creare connessioni, al Mediterraneo, suo affaccio naturale. La mia idea è che lo Schengen che esiste in Europa possa essere istituito nel Mediterraneo. I giovani del Mediterraneo dovrebbero poter circolare liberamente, per studio, lavoro e fare impresa. Ad esempio, se io produco cedri, come si fa anche in Marocco, ma io li produco con una qualità che dipende dal fatto che opero in Europa, rispettando i dettami e le certificazioni dell’Unione Europea, che il Marocco non ha, con il libero mercato io potrei trasferire queste competenze ai produttori marocchini e loro potrebbero venire a impare qui. Istituire il mercato unico e aperto del Mediterraneo, inoltre, potrebbe essere una soluzione naturale al problema della disoccupazione, ma anche della violazione dei diritti umani. L’importante è, in ogni caso, riuscire a creare un movimento di opinione.

Quanto veramente il CNG potrebbe incidere sui giovani del sud?

In generale, penso che la forza del CNG dipenda molto da quanto riusciremo a imporci; in ogni caso Roma, Milano e le altre grandi città italiane sono piene di giovani del sud che si impegnano anche nelle associazioni affiliate al Forum, e quindi al CNG, per cui questo darà molta forza al CNG stesso.

C’è il rischio che in realtà il CNG non venga ascoltato?

La probabilità c’è ma dipenderà dalla capacità del CNG di farsi sentire e da quella del governo di ascoltare. Però io sono sempre ottimista.

Come ultima domanda: cosa ti aspetti da questa esperienza? Qual è il tuo auspicio, per te e per i tuoi colleghi?

Credo che sarà una grande opportunità e credo molto nella temporaneità: ovvero, ognuno di noi ha l’occasione di ricoprire un ruolo importante e deve sapere che ha un termine che scade e che a quel punto deve portare dei risultati. Se su questo incanaliamo il nostro lavoro e la nostra voglia di fare, sapendo che saremo giudicati su quanto fatto e anche sapendo che chi ricoprirà quelle stesse cariche in futuro dovrà trovare la strada spianata senza ricominciare da zero, allora si potrà fare molto. Non dobbiamo dare al governo modo di pentirsi e dire di aver sbagliato a istituire il CNG. Questa è la nostra responsabilità. Poi invito tutto il mondo associativo e dei giovani a stimolarci il più possibile per raggiungere i risultati e fare sempre meglio.

Si apre, dunque, per i giovani italiani una nuova stagione. Si ha una grande opportunità che speriamo venga sfruttata al meglio fin da questo suo esordio. Le potenzialità, le competenze dei rappresentanti, le idee e le “voci” giuste ci sono tutte, speriamo che anche “le orecchie” degli interlocutori siano altrettanto pronte a sentire e ad ascoltare le proposte delle nostre generazioni. 
Come diceva Luc de Clapiers de Vauvenargues:

“I giovani soffrono più per la prudenza dei vecchi che per i propri errori

Speriamo che da oggi non sia più così.
In bocca al lupo e buon lavoro!