Le carriere di quasi 2000 artisti nell’enciclopedico Dizionario di Michele Neri
Un oceano di musica da attraversare, pagina dopo pagina, artista dopo artista. Presente e futuro della canzone italiana, senza confini di genere: dal rock classico al pop radiofonico, transitando per il genere urban tanto caro alla generazione Z. Una sola avvertenza prima di salpare: i gruppi – intesi nel senso etimologico della parola – non compaiono mai nelle 537 pagine di Cantautori e cantautrici del nuovo millennio. Il Dizionario di Michele Neri, pubblicato a gennaio 2023 da Iacobellieditore. Eppure, tra le 1966 schede compilate dall’autore con la collaborazione di 20 addetti ai lavori, non è difficile incrociare nomi di peso della canzone italiana (Cisco, Federico Fiumani, Mauro Ermanno Giovanardi, Francesco Renga, Mario Venuti, giù giù fino a Tommaso Paradiso) che hanno raggiunto il successo alla testa di gruppi più o meno acclamati, diventando essi stessi punto di riferimento e oggetto di culto per i più giovani.
Il lavoro di Neri – una vita intera spesa a raccontare la musica leggera tra riviste, saggi e trasmissioni RAI come Techetechetè – non definisce un canone, né tantomeno cede alla tentazione di stilare graduatorie di merito soggettive. Ciò che interessa di più, invece, è cogliere i fermenti, le tendenze, i fenomeni più significativi dell’ultimo trentennio, in risposta a chi sostiene che non ci siano più «i grandi cantautori del passato». Proviamo a guardarci intorno, allora: dalla scena romana cresciuta nel cuore degli anni Novanta alle nuove leve dell’indie, la musica tricolore ha completato un lungo ma fecondo processo di rinnovamento che ha investito la stessa forma-canzone non solo dal punto di vista espressivo. La vena surreale di Bugo, la poesia metropolitana di Dargen D’Amico, la cifra agrodolce dei testi di Brunori Sas, il romanticismo eterodosso di Calcutta e Coez hanno aggiornato la lezione dei cantautori cresciuti a loro volta all’ombra dei maestri: Samuele Bersani, Carmen Consoli, Niccolò Fabi, Max Gazzè, Daniele Silvestri, non a caso inseriti nel Dizionario pur avendo iniziato le loro carriere nell’altro secolo.
Una così dettagliata mappatura della penisola che canta non serve soltanto a mettere ordine in un panorama quanto mai frastagliato, ma impone una doverosa riflessione sul destino della nostra industria discografica: la moltiplicazione dei canali di distribuzione e diffusione della musica – pur avvantaggiando coloro che non hanno le spalle coperte da una major – produce un’inevitabile frammentazione dell’ascolto e, di conseguenza, riduce gli spazi a disposizione per farsi conoscere e apprezzare dal pubblico, occasionale o competente che sia. Tante, tantissime proposte per nicchie sempre più mutevoli nei gusti e ristrette nei numeri: il paradosso delle canzoni a portata di smartphone. Consapevoli che buttare giù una playlist ideale o fornire consigli d’ascolto sottobanco sarebbe stato controproducente, Neri e i suoi collaboratori rintracciano sempre un motivo d’interesse nelle biografie dei musicisti citati nel volume: non solo gli esordi e la formazione artistica e musicale, ma anche le incursioni al cinema, in teatro e nei programmi tv.
Le curiosità e le notizie che si rincorrono nel Dizionario compongono un unico, sterminato romanzo della canzone italiana contemporanea, in cui si possono incontrare le star che dominano le classifiche e personaggi di culto come il misterioso rapper Liberato, interpreti che si muovono tra l’italiano e l’esperanto come Chiara Raggi e i concorrenti più o meno fortunati dei talent show. Fino a quelle voci che hanno assaporato la fama per un’estate prima di scivolare nell’oblio: la mente corre subito a Valeria Rossi che, dopo aver sfondato nel 2001 con Tre parole, si è rimessa in gioco come autrice di canzoni per bambini. Non è andata meglio alla catanese Jenny B dopo le collaborazioni con i Gemelli DiVersi (Un attimo ancora) e Alan Sorrenti (Paradiso Beach) e il primo premio nella sezione Giovani al Festival di Sanremo del 2000 (Semplice sai). Sparire dai radar, però, non vuol dire per forza eclissarsi: Luca Dirisio, arrivato al successo nel 2004 con la gradevole Calma e sangue freddo, si è concesso una lunga vacanza dal mondo della musica prima di ricominciare a cantare. Un gradino sotto, infine, le promesse: una manciata di righe per descrivere i primi passi di talenti in erba e figli d’arte. Accomunati dalla stesso desiderio: diventare le cantautrici e i cantautori di questo millennio.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni
Nonostante sia cresciuto nell'era del digitale, si professa analogico e nostalmalinconico. Cultore di Springsteen, dei saggi storici e delle gassose, ha scoperto Venti in piena pandemia: amore a prima vista. Ricambiato, una volta tanto.