Hegel credeva che l’umanità potesse essere divisa in due categorie di individui: una maggioranza composta da quelli che conservano i costumi del proprio popolo e li perpetuano intatti nel tempo e da una minoranza, capace di trasformare il proprio popolo, facendo progredire la storia del mondo.
Questi ultimi li chiamava individui cosmico-storici, ovvero coloro che oggi individueremmo come i leader nel campo dell’innovazione, i detentori di teorie all’avanguardia capaci di tracciare un sentiero sempre nuovo in ogni campo dello scibile.
Raffaello Sanzio detto l’Urbinate [nativo di Urbino n.d.r] rientra, a mio avviso, in questa categoria poiché la sua figura fu così eccezionale che con la sua morte, avvenuta il 6 Aprile 1520, gli storici dell’arte fanno tradizionalmente coincidere la fine del Rinascimento.
A 500 anni dalla sua scomparsa aleggiano ancora molte leggende sulla sua morte: dicono che per suo volere fu sepolto nel Pantheon di Roma, che servì due Papi e un ricco banchiere e che il suo talento come pittore venne spesso definito “divino”.
L’epitaffio sulla sua tomba recita “Qui giace Raffaello. Da lui quando visse la natura temette di essere vinta. Ora che egli è morto teme di morire”.
Si racconta che nell’esalare il suo ultimo respiro la Natura, sconvolta dalla perdita, provocò una scossa di terremoto.
Alcune testimonianze ci dicono che morì per una febbre che durò otto giorni causata, secondo il biografo Giorgio Vasari, dai suoi “eccessi amorosi” [un modo elegante per intendere la sifilide].
Per celebrare il suo genio nel cinquecentenario della morte, il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo aveva annunciato una mostra monografica imponente alle Scuderie del Quirinale; 200 opere provenienti dalle gallerie di tutto il mondo e costata 3 anni di lavoro.
La mostra si chiama “Raffaello 1520-1483” ed era stata progettata come un viaggio a ritroso tra quadri, sculture e disegni architettonici dalla morte dell’Urbinate, fino ai suoi primi lavori.
Oltre ad essere l’anno di Raffaello, questo è indubbiamente l’anno del Covid-19 che, con la sua terribile presenza sta modificando profondamente il vivere quotidiano.
Mario De Simoni, Presidente dell’ALES [Arte, Lavoro E Servizi n.d.r.] azienda che si occupa di supporto alla tutela del patrimonio culturale italiano e direttamente coinvolta nella mostra, ha dichiarato che appena emanato il DPCM dell’8 Marzo 2020 l’esposizione è stata sospesa.
La mostra è stata quindi “mandata al buio” in segno di rispetto verso le opere, mentre i dipinti sono stati coperti con un telo nero per non essere stressati.
Scuderie del Quirinale ha reso la mostra visibile virtualmente attraverso una video-passeggiata tra le sale, realizzata per farci ammirare, seppur a distanza, i tanti capolavori del percorso espositivo: come la lettera a Papa Leone X, scritta a quattro mani con Baldassarre Castiglione, in cui vengono gettate le fondamenta della moderna teoria della tutela e della conservazione dei monumenti.
Non tutti sanno che Raffaello su anche un encomiabile architetto della fabbrica di San Pietro e, se non fosse morto a soli 37 anni, avrebbe ricostruito graficamente i più importanti monumenti dell’epoca romana.
La passeggiata virtuale prende il via dal Pantheon e si chiude con un autoritratto dell’artista adolescente che guarda lo spettatore con un’espressione enigmatica.
Scuderie del Quirinale non è l’unica che celebrerà l’Urbinate: in tutta Italia saranno disponibili, salvo pandemia, numerose mostre per il resto dell’anno. Ve le elenco qui di seguito con un monito:
Amate l’arte perché la bellezza salverà il mondo.
Urbino, Sale del Castellare di Palazzo Ducale (12 giugno – 1 novembre 2020). La mostra: Il rapporto tra Raffaello e Baldassarre Castiglione.
Jesi (AN), Musei Civici di Palazzo Pianetti (6 giugno – 6 gennaio 2021). La mostra: Raffaello e Angelo Colocci. Bellezza e scienza nella costruzione del mito della Roma antica.
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (9 ottobre 2020 – 10 gennaio 2021). La mostra: La fortuna della Pala Baglioni di Raffaello nelle copie perugine
Perugia, Palazzo Baldeschi al Corso (8 aprile 2020, 1 novembre 2020). La mostra: Raffaello in Umbria e la sua eredità. In aggiunta sono stati resi fruibili gratuitamente degli scritti che riguardano Raffaello su Umbria media library al link bit.ly/2TGvzBT
Città di Castello, Pinacoteca Comunale (ottobre 2020-gennaio 2021). La mostra: Raffaello giovane e il suo sguardo.
Rimini, Museo della Città (da Ottobre 2020). Una mostra con la presenza dell’opera Madonna Diotallevi.
Rovereto (TN), Mart (2 ottobre 2020 – 10 gennaio 2021). La mostra: Picasso, de Chirico e Dalì: dialogo con Raffaello.
Galleria Nazionale delle Marche che si trova ad Urbino avrebbe dovuto ospitare, fino al 13 Aprile, la mostra Raphael Ware. I colori del Rinascimento. Per permettere a tutti di ammirare le opere esposte è stato messo a disposizione sul sito http://www.gallerianazionalemarche.it/ il materiale fotografico della mostra.
Assistente sociale, sognatrice incallita, idealista per nascita ed irriverente per vocazione. Ama leggere, guardare le maratone di Mentana su la7, i telefilm, il cinema, le arance amare e la politica. Dai posteri verrà ricordata per l'autoironia e la propensione alle battute a doppio senso.