Fare giornalismo di qualità, evitando accuratamente le fake news, senza percepire un compenso e studiando metodi efficaci per non annoiare il lettore sembra un’impresa impossibile. Eppure, tre ventiquattrenni nisseni ed un ventitreenne livornese, legati da studi accademici (all’Alma Mater Studiorum di Bologna) e idee politiche affini, ci stanno riuscendo alla grande.
Il loro progetto si chiama Laika – Spazi aperti, una pagina di informazione libera, di condivisione di contenuti e di promozione sociale e culturale, che utilizza come piattaforme di diffusione Facebook e soprattutto Instagram, social network su cui hanno raggiunto i 2.500 followers in soli 3 mesi di vita.
I creatori sono Daniele Farruggia, studente all’ultimo anno di magistrale di Scienze filosofiche, Luca Cigna, neolaureato in Scienze Politiche, Simone Cigna, neolaureato in Economia e Alberto Madrigali, studente di musica elettronica del conservatorio G.B. Martini, e l’ingrediente che li amalgama senza lasciare grumi è la cultura generale: il loro impegno è nel coltivarla, diffonderla e renderla liberamente accessibile.
Come e perché nasce Laika – Spazi aperti?
Il progetto parte da un semplice assunto: in un contesto caratterizzato dalla creazione di “bolle” – politiche, mediatiche e sociali – che ci isolano gli uni dagli altri, è sempre più difficile confrontarsi con chi la pensa diversamente. Siamo abituati a usare Facebook come se fosse una grande piazza virtuale, e a volte immaginiamo che il “mondo” sia tutto un po’ lì – niente di più sbagliato! La maggior parte dei ragazzi usa Instagram come piattaforma principale ed è poco esposta a quello che succede nel mondo. Lo raccontano i dati: il 63% dei giovani si “informa” solo tramite i social network. Uscendo dalla nostra “zona di comfort”, abbiamo deciso di creare Laika – una pagina inclusiva, orizzontale, aperta a tutti. Laika per tre motivi: “Laika” come il primo animale nello spazio; “laica”, ovvero una pagina senza preconcetti, basata sul ragionamento critico; infine si richiama ai “like”, segno d’approvazione nell’era social.
Come funziona la pagina?
Laika vuole essere uno “spazio aperto” che, in meno di un minuto, ti racconta cosa è successo oggi in Italia e nel mondo. Lo fa attraverso i format più disparati: videoracconti, interviste, storie, articoli, quiz. Ogni giorno pubblichiamo contenuti su tre macroaree: politica, economia, società e attualità. Su Laika si parla di disuguaglianze, precariato, futuro, migrazioni; di persone normali ed “eroi” che, con il loro impegno quotidiano, segnano la via verso un mondo più giusto. Per farlo, ci avvaliamo di un team di 15 meravigliosi collaboratori, che arricchiscono la pagina con punti di vista nuovi e interessanti. Infine, la nostra “stella polare” è un convinto ambientalismo: l’emergenza climatica richiede uno sforzo da parte di tutti, per questo utilizziamo la pagina per far girare la voce e parlare di quello che si può fare.
Quali sono stati gli scogli più difficili da superare e che tipo di impegno implica gestire Laika?
La prima difficoltà è capire che taglio dare alle notizie. Non pensiamo che lo spazio politico-comunicativo sia e debba essere “neutro”: al contrario, siamo convinti che tanti punti di vista meritino spazio e riflessione, purché siano basati su dati, fatti, studi, ragionamento e spirito critico. È qui la sfida vera di Laika: rendere “appetibili” temi complessi, creando consapevolezza e stimolando la discussione tra pari. Un secondo scoglio è di natura organizzativa. Gestire una pagina di informazione richiede tempo e fatica e spesso riusciamo a coprire solo una parte di ciò che meriterebbe d’essere trattato. Infine, la più grande sfida è quella di dire tante cose in poche righe: lo spazio concesso da Instagram è davvero modesto (200-300 parole)!
Qual è il vostro target? A cosa aspirate?
Fino ad oggi, ci siamo rivolti principalmente ai ragazzi della nostra età. Il nostro obbiettivo è quello di riuscire a parlare con chi è più piccolo di noi, ad esempio i ragazzi tra i 13 e i 18 anni. Crediamo che in quella fascia d’età risieda un potenziale enorme e che, con i giusti strumenti, si possa rompere la catena di rassegnazione-indolenza-sfiducia che spesso caratterizza la nostra generazione.
L’augurio del team di Venti è che un’idea tanto innovativa e interessante abbia seguito e che lo spirito di iniziativa giovanile venga premiato a dovere, in una società in cui non si fa che rimarcare lo scarso spirito critico dei ragazzi e la poca attenzione alle grandi tematiche di attualità.
Articolo già pubblicato sull’edizione del 11/11/2019 del Quotidiano del Sud – L’Altra Voce dei Ventenni.
Laureata in giurisprudenza all'Università di Bologna, ma cordone ombelicale mai reciso a Cosenza. Si dichiara fortemente schierata dalla parte dei diritti umani, è impegnata nel sociale attraverso attività di volontariato e, dopo aver concluso il ciclo di studi accademici, continua a dedicarsi alle sue grandi passioni: il diritto e la giustizia. Non perde occasione per viaggiare dentro e fuori Europa e per farsi una nuotata o una partita a tennis. Ama le chiacchierate impegnate di fronte ad una buona birra, e magari di fronte al mare.