Di Frannie
Negli ultimi vent’anni l’unico attore Italiano a vincere il “Prix d’interpretation masculine” al Festival di Cannes è stato Elio Germano (l’ultimo era stato il grande Marcello Mastroianni nel 1987). Se poi si considera che ha ricevuto il premio ex-aequo con Javier Bardem (proprio lui, il premio Oscar per ‘Non è un paese per vecchi’!), si arriva alla conclusione che quest’attore nato e cresciuto a Roma sia davvero un predestinato. Eppure, soltanto guardando da soli uno dei suoi film si giunge a comprendere l’immenso talento di Elio perché non è necessario essere dei critici cinematografici per rendersi conto della sua bravura. In questi giorni è possibile ammirare la sua interpretazione di Giacomo Leopardi in ‘Il giovane favoloso’, il film di Martone sulla vita del poeta di Recanati. Spesso, la recitazione di Germano è stata accostata a quella di Robert De Niro (anche perché entrambi hanno origini molisane) per il modo in cui ‘scompaiono’ nel personaggio. Ma lui minimizza e sostiene: “Meno conosci l’uomo, più credi nell’attore”. In effetti, nulla si sa della sua vita privata ed Elio appare raramente in televisione. E’ in grado di recitare in qualsiasi dialetto ma lui minimizza anche questo, infatti quando interpretò il bandito Felice Maniero disse: “Se Maniero chiedesse in italiano forbito: hai preso la droga? non sarebbe credibile”.
Per calarsi nei panni di Leopardi, ha deciso di trascorrere un po’ di tempo nel palazzo di Recanati dove il poeta ha vissuto. In una intervista a ‘La Repubblica’ ha dichiarato: “l’attore è una spugna che prima assorbe (si prepara) e poi restituisce. Ed è funzionale soltanto quando, alla fine, sparisce: la recitazione non si vede e diventa tutt’uno con il ruolo. […]Tra l’altro non mi soddisfa la parola italiana “recitare”, il francese dice jouer e l’inglese play.” Nel parlare di Leopardi afferma: “La mia interpretazione è certamente passata per il corpo, il suo corpo. Parte di un’accumulazione e di un bagaglio che comprende naturalmente i suoi testi.” E non risparmia neppure una battuta sull’ingombrante padre del poeta: “Monaldo è come quei padri di oggi che seguono ossessivamente i figli alla scuola calcio…”
L’Instaglorious award del mese spetta a lui perché il suo successo è il trionfo della meritocrazia. Un ragazzo proveniente da una famiglia normale che con il duro lavoro e tanti sacrifici è riuscito a raggiungere il suo sogno: diventare un attore.