“Un luogo non è mai solo ‘quel’ luogo : quel luogo siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portiamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati”.
(Antonio Tabucchi – Viaggi e altri viaggi)
Vi siete mai fermati ad osservare i palazzi della strada che percorrete ogni giorno?
Ogni tanto mi capita di alzare lo sguardo e di catturare i colori ormai ingrigiti, gli angoli smussati delle terrazzine, la bicicletta lasciata a marcire al sole.
Mi ritrovo a pensare a quanto quella stessa strada sia diversa ogni volta che cammino, eppure i negozi, i bar, alcuni volti, sono sempre gli stessi.
E allora cos’è che cambia? Cos’è che muta il senso di un luogo?
Cosa rende diverso quell’angolo di strada, quella panchina, quel marciapiede?
Potremmo centellinare ogni passo, ma troveremmo ogni cosa al suo posto.
In verità ciò che muta è dentro di noi, è insidiato nel nostro intimo e influisce nella percezione che abbiamo della realtà che ci circonda.
In questo modo, cambia la strada che ti porta all’università, quando la percorri a piedi rispetto a quando la attraversi con l’autobus: è molto diversa quando è lunedì mattina, perché sei stanco, con le occhiaie fino ai piedi, e a malapena distingui il posto in cui ti trovi.
Così, non noti neppure quella ruspa gigante e gli operai, o la pasticceria chiusa per il giorno di riposo.
Diversamente, muta quando sei a piedi, con la musica nelle orecchie e tanti pensieri per la testa, ingolfato di preoccupazioni.
E magari, quando vedrai la pasticceria chiusa ci rimarrai male, in quanto il profumo di quei dolci ogni volta ti costringe a fissare la vetrina desideroso di entrare.
Il senso di un luogo è una delle sensazioni più altalenanti che conosco, poiché è sempre diverso, non c’è mai niente che rimanga dov’era prima.
È diversa la spiaggia in cui sei sempre andato dopo un anno di assenza, addirittura appare differente il colore del mare, l’orizzonte sembra più lontano.
Ma magari le pietre non si sono spostate di un centimetro, e se scruti con attenzione, riconoscerai anche il punto esatto in cui ogni estate ti stendi a prendere il sole.
Ma se chiudi gli occhi per un attimo, non ti sembra di non essere mai stato lì?
Perché a volte non sembra neppure la spiaggia in cui ti divertivi da bambino, perché adesso non fai più i castelli di sabbia e non ti tuffi più dagli scogli.
Adesso, quello è il luogo del riposo, delle chiacchiere con i tuoi amici e di un bagno a mollo nell’acqua senza neanche andare a largo (desiderio di ciascuno di noi da piccolo).
Ci sembra che quel posto non sia più lo stesso, seppure sia inevitabilmente così familiare.
Allora passerà appena un giorno, prima di riabituarsi a conoscerlo, e non apparirà più tanto diverso.
Altrettanto intensa, è la sensazione che vivi quando il senso del luogo cambia perché ti ricorda qualcuno.
Ti ritroverai a ripercorrere mentalmente gli attimi vissuti lì, ad osservare con molta cura il punto esatto in cui ti trovavi, cercando di riprovare la stessa sensazione.
Ti sembrerà che quel punto di strada sia più bello di un altro, perché ripenserai a quella persona, a quello specifico momento della tua vita, con la voglia di poter tornare indietro.
E magari vorresti anche modificare quel ricordo, cambiando la percezione di quel luogo.
Oppure, potresti voler dimenticare quanto accaduto in quel posto, perché quel dolore, quel fastidio, vorresti non facesse più parte di te.
E allora sposti lo sguardo, ti concentri ad osservare qualcosa di nuovo, perché quel luogo ti rende triste.
Rigetti il pensiero di rivivere quei momenti, ma anche lo stesso fatto di trovarti lì.
In un senso ancora più profondo, i luoghi possono riportare alla memoria intere storie vissute, vite ormai lontane e sbiadite nel tempo.
Ma molto spesso, essi possono riportare alla memoria persone che ormai non ci sono più, risvegliando un senso di nostalgia che ci attanaglia completamente.
Quasi come se quei sassi ci parlassero, facendoci tornare indietro, a quando quella persona era ancora con noi e, in un modo o nell’altro, quel posto era speciale.
Molto probabilmente, lo sarà anche adesso, solo che in modo diverso.
Lo stesso accade anche con nuovi posti, come in un déjà-vu ci sembrerà di essere già stati lì, come se lo stare sotto lo stesso cielo volesse dire tutto. Quasi come se ci fosse appartenuto da sempre.
In fondo è così : il senso di un luogo non si può davvero descrivere, è qualcosa di effimero e momentaneo. Intangibile.
Molte volte ci ritroveremo a voler riscoprire un posto, a volerlo rianalizzare, rivivere da capo.
Magari saremo stati lì altre mille volte, a malapena riusciremmo a trovare qualcosa di diverso.
Ma non sarà mai lo stesso : ogni strada, ogni casa, ogni angolo, ogni muro sarà cambiato.
Perché?
Perché ogni giorno è diverso dall’altro, perché i nostri pensieri e stati d’animo saranno più intensi, perché non saremo da soli, perché sarà il crepuscolo o sarà l’alba, perché sarà inverno o sarà estate.
Il senso del luogo muta insieme a noi, fa parte del nostro quotidiano, anche se non ce ne accorgiamo.
Il senso del luogo, se c’è, è proprio in fondo alla strada, in quell’angolo della tua vita, proprio dove lo avevi lasciato l’ultima volta.
Nata a Cosenza nel 1994, vive da sette anni a Roma. Laureata in Filologia Moderna, attualmente tenta di rendere produttiva la sua laurea seguendo un Master e facendo tutti i lavori possibili.
Ama la musica, viaggiare, la vita la coinvolge totalmente e vorrebbe scoprire il mondo.
La sua passione più longeva è sicuramente la lettura, il primo libro che ha letto è “Giovanna nel Medioevo” e ha pianto senza ritegno dopo aver terminato “La piccola Principessa”.
Incapace e negata per ogni tipo di sport (ma è fiera di aver praticato basket per una settimana), ama correre con le cuffie nelle orecchie e camminare per tutta Roma.
Il suo gruppo preferito sono gli Oasis, e mentre spera che tornino insieme, immagina sempre come sarebbe la sua vita se la smettesse di sognare ad occhi aperti.