Il 2020 è decisamente l’anno dei Decreti-legge, ovvero quegli atti aventi forza di legge che il nostro Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ci ha insegnato ad amare e odiare durante tutto il lockdown. Uno degli ultimi emanati in ordine di tempo è il Decreto-legge n.76 del 2020 ribattezzato “D.L. Semplificazione”: la chiave di volta per la trasmigrazione della Pubblica Amministrazione nel nuovo millennio sempre più digitale. Qualcuno potrebbe insinuare che siano ormai anni che il tema della digitalizzazione è sul banco, ma questa volta sembra proprio che siamo arrivati alla svolta.
Il pacchetto di misure per digitalizzare la P.A. si prefigge, come si legge su innovazione.gov.it, di: Favorire la diffusione dei servizi pubblici in rete, agevolandone e semplificandone l’accesso a cittadini e imprese; Migliorare l’efficienza, abbattendo i costi; Agevolare le imprese che si cimentano in progetti innovativi. Il motto è “pensare in digitale”. La dead line è fissata per il 28 febbraio 2021, termine ultimo nel quale l’accesso ai servizi digitali delle Pubbliche Amministrazioni dovrà avvenire esclusivamente attraverso l’identità digitale SPID o la Carta di Identità Elettronica CIE. Inoltre, tutte le P.A. dovranno rendere fruibili i propri servizi da cellulare tramite un canale unico di accesso, ovvero l’applicazione IO. Ciò comporterà tutta una serie di sconvolgimenti per cittadini e imprese, che avranno a disposizione un periodo di transizione di soli sei mesi per allinearsi. La prima grande novità è che per accedere ai siti di INPS, Agenzia delle Entrate, Fisconline e simili non servirà più un codice PIN dedicato, che verrà totalmente soppiantato da SPID e CIE, ormai equiparate al documento di identità cartaceo. Sarà possibile utilizzare le vecchie credenziali solo fino alla loro naturale scadenza e comunque non oltre il 30 Settembre 2021.
Chi come me, negli anni passati, ha richiesto il PIN Inps attendendo mesi l’invio della seconda parte del codice provvisorio via posta, non potrà che apprezzare. SPID e CIE potranno essere inoltre utilizzate per l’identificazione del cittadino in remoto, senza più dover allegare o inviare fotocopia del documento, accelerando così i tempi di espletamento delle pratiche.
Altra importante novità è l’app IO, non ancora molto pubblicizzata, ma già perfettamente funzionante per i servizi ACI e per richiedere il tanto desiderato Bonus Vacanze. Quando IO sarà implementata, permetterà anche di produrre autocertificazioni e presentare istanze.
Il DL Semplificazione dà i natali alla piattaforma digitale per la notifica di atti a cittadini e imprese da parte della Pubblica Amministrazione. La raccomandata cartacea verrà sostanzialmente sostituita da una comunicazione digitale, recapitata sul dominio dell’utente interessato. Per chi non possiede il dominio digitale sulla piattaforma, sarà però ancora possibile ricevere la raccomandata classica a cui nessuno di noi è affezionato.
Grazie alla piattaforma, verrà semplificata e incentivata l’interoperabilità e lo scambio dei dati pubblici tra amministrazioni per rendere più rapida e fluida la fruizione dei servizi.
Uno degli obiettivi più innovativi del DL Semplificazione è favorire la creazione di un cloud nazionale per tutelare l’autonomia tecnologica del paese, mettere in sicurezza le infrastrutture digitali, garantendo la qualità dei servizi e la sicurezza dei dati.
Il DL prevede anche una serie di iniziative per favorire l’accesso ai servizi informatici anche alle persone disabili, che potranno inoltre circolare con i propri veicoli su tutto il territorio nazionale, utilizzando un unico permesso richiedibile attraverso la piattaforma unica. Le nuove norme consentono alla Pubblica Amministrazione di colmare il deficit di competenze professionali e tecniche che la digitalizzazione massiva porta con sé, dando la possibilità di assumere, temporaneamente, degli esperti nella gestione di processi complessi di trasformazione digitale. Le Pubbliche Amministrazioni saranno soggette ad un codice di condotta tecnologica virtuoso, omogeneo e valido per tutte le agenzie presenti sul territorio nazionale. A completamento di quanto già illustrato, sono state introdotte delle direttive per potenziare le infrastrutture necessarie a garantire la connettività che la digitalizzazione necessita, come il passaggio alla banda ultra-larga e il 5G. Il decreto contiene molti elementi interessanti che però non sembrano tenere conto che la realizzabilità di quando prospettato passa attraverso anche altri fattori decisivi. Il Forum Pa 2020 – Resilienza digitale – ha portato alla luce che l’età media del personale delle pubbliche amministrazioni è di 50,7 anni, con il 16,9% dei dipendenti over 60 e appena il 2,9% di under 30. Solo 4 dipendenti su 10 hanno una laurea e da anni scarseggiano gli investimenti in formazione, vitali per aggiornare le competenze. Si è passati dai 262 milioni di euro spesi nel 2008, ai 154 milioni del 2018. Secondo quanto evidenziato al Forum, inoltre, negli ultimi dieci anni la P.A. ha perso circa 212 mila unità, pari al 6,2% del personale. Nel 2021, infatti per la prima volta da sempre, si conteranno più pensionati ex dipendenti pubblici che dipendenti attivi. Con una larga parte dei dipendenti rimasti con più di 50 anni, un titolo di studio inferiore alla laurea e anni di mancati corsi di aggiornamento alle spalle, chi si farà carico del funzionamento della nuova macchina amministrativa digitale? Si spera che, almeno questa volta, i corsi di formazione non rimangano una voce disattesa nel planning aziendale. È necessario che le amministrazioni si dotino di personale efficiente per evitare che la digitalizzazione si trasformi in un ulteriore enorme incubo per cittadini ed imprese. Una potenziale soluzione, a costo zero, al gap generazionale potrebbe essere di dare più spazio ai dipendenti under 35, favorendo così la creazione di una classe dirigente più giovane e magari più in linea con i dettami del nuovo millennio.
Già pubblicato su L’Altravoce dei Ventenni – Quotidiano del Sud 03/08/2020
Assistente sociale, sognatrice incallita, idealista per nascita ed irriverente per vocazione. Ama leggere, guardare le maratone di Mentana su la7, i telefilm, il cinema, le arance amare e la politica. Dai posteri verrà ricordata per l'autoironia e la propensione alle battute a doppio senso.