IL FUTURO NEL CIBO.

Cosa mangeremo tra 50 anni? Come sarà strutturata la filiera alimentare del futuro? Come avverranno la produzione e distribuzione del cibo? Le nuove tecnologie possono promuovere una catena alimentare più etica e trasparente? Al Future Food District hanno provato a rispondere a queste ed altre domande. Il Future Food District è lo spazio espositivo di Expo 2015 dedicato all’innovazione e alle nuove tecnologie. Realizzato in collaborazione con Coop, comprende due padiglioni da 2500 metri quadri ciascuno ed ospita un prototipo di supermercato del futuro, strutturato su due livelli: un magazzino totalmente automatizzato in cui i sistemi robotici ordinano e preparano i prodotti e, al piano superiore, il supermercato vero e proprio.

Cosa si può trovare al Future Food District di Expo? Soluzioni e scenari possibili relativi all’alimentazione nel futuro. Dalle etichette aumentate, ovvero schermi interattivi che si azionano sfiorando i prodotti e che danno informazioni circa le proprietà, la storia, la provenienza del prodotto (insomma tutte quelle informazioni che possiamo facilmente reperire in rete ma che non entrano in un’etichetta tradizionale), a idee per risolvere il problema della celiachia (rivestendo il glutine in modo che passi inosservato attraverso l’intestino), ai cibi del futuro: l’amaranto, un non-cereale come la quinoa, naturalmente privo di glutine e ricco di proteine; il pastrami, carne in salamoia ricca di aromi e spezie, abitualmente consumata negli States; le immancabili alghe e… gli insetti. Sì, perché, è stato previsto che il cibo tradizionale non sfamerà i 9 miliardi di abitanti attesi per il 2050. Ecologici, abbondanti e nutrienti, gli insetti hanno un alto contenuto di proteine, sali minerali e grassi e potrebbero essere una seria risposta alla fame nel mondo. La FAO ne ha già incoraggiato l’allevamento. In California non hanno perso tempo ed è nata la prima farm per produrre la farina dai grilli. Il loro slogan? “Fresco, sano e sostenibile”.

INSETTI
Insetti
ALGHE
Alghe

Ma al Future Food District si tratta anche di agricoltura sostenibile, e di semi. Nella grande banca mondiale dei semi, custodita in una montagna ghiacciata della Norvegia, si sta provvedendo a conservare differenti gruppi di sementi, tra cui i semi del grano, del riso e del mais che potrebbero scomparire tra qualche decennio a causa del cambiamento climatico. L’Exhibition Area, posta nella Piazza di 4500 metri quadrati tra i due edifici, racconta altre fasi della filiera alimentare, quelle agricole e sperimenta nuovi modi di concepire l’agricoltura urbana.

Curiosi? Io credo che andrò a fare un giro nel weekend. E magari qualche assaggio. Insetti esclusi.

Antonella Di Lucia
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Siciliana doc, ma residente a Milano da 4 anni, studia Management all’Università Bocconi. Pretende molto da se stessa e ama sfidarsi e, per una a cui piacciono le discipline umanistiche, studiare economia è una bella sfida. Ma la curiosità è dalla sua parte e, alla fine, riesce ad appassionarsi un po’ a tutto.
Non sa ancora cosa vuole fare da grande, ma sta rispolverando le antiche passioni.
È perennemente combattuta tra il desiderio di libertà e il bisogno di appartenenza.