Il fantasma del Negazionismo che si fa realtà

I campanelli d’allarme c’erano, eppure non s’è prestata la dovuta attenzione.

Il rapporto Eurispes Italia 2020 lascia attoniti: un italiano su sei pensa che la Shoah non sia mai avvenuta e il 16,1% ne ridimensiona la portata. Il dato assume contorni inquietanti se si considera che nel 2004 i negazionisti fossero solo il 2,6% e rivela un generale clima di odio e pregiudizio razziale che si sta diffondendo come un virus nel nostro paese, i cui sintomi sono minacce, scritte antisemite sui muri e xenofobia dilagante.
Fulgido esempio sono le gravi minacce che hanno spinto l’Italia a conferire una scorta a Liliana Segre, Senatrice a vita sopravvissuta ai campi di concentramento. Nonostante questo, la Senatrice continua la sua infaticabile opera di condivisione e ricordo. Di recente ha infatti tenuto un toccante discorso al Parlamento Europeo, incentrato sul racconto della sua terribile e tragica esperienza, trasmettendo il vivido ricordo degli orrori della deportazione e della vita nei campi di concentramento che ha toccato profondamente i presenti.
Eppure, nonostante le prove, la documentazione, le testimonianze di coloro i quali sono sopravvissuti a quell’abominio e di molti interpreti della stessa, lo scetticismo degli italiani sull’argomento è cresciuto esponenzialmente. Nel Rapporto Eurispes Italia 2020 si evidenzia come il 19,8% degli italiani ritenga “Mussolini un grande leader che ha commesso qualche sbaglio” e il 16,1% che sostiene che “l’Olocausto non avrebbe prodotto diciassette milioni di vittime ma molte meno”.

L’indagine però non ha rivelato un negazionismo che guarda esclusivamente al passato: secondo il Rapporto il 61,7 % dichiara che i recenti episodi di antisemitismo sono «casi isolati e non sono indice di un reale problema» e il 37,2 % sostiene che non sono che «bravate messe in atto per provocazione o per scherzo».
Secondo Ernesto De Cristofaro, docente di Storia del diritto medievale e moderno presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania,“la Shoah sarebbe, nell’ottica dei negazionisti, l’ennesima versione della cospirazione ebraica mondiale per conquistare i centri del potere finanziario, politico e culturale nel mondo. Non un fatto ma una narrazione strumentale a un obiettivo non dichiarato. Il pregiudizio razziale (…), certamente frutto di ignoranza e di chiusura mentale e, in alcune fasi storiche, di particolare difficoltà economica e disorientamento culturale, può attecchire e diffondersi più facilmente e massicciamente grazie alla dinamica della ricerca del ‘capro espiatorio’. Se una società vive male, se è attraversata da problemi di varia natura, sarà facile per chi vuole sobillare gli istinti più bassi del popolo diffondere l’idea che il responsabile è qualcuno che è per definizione un ‘alieno’ rispetto alla comunità: un ebreo, uno zingaro, un negro, un omosessuale, un senza fissa dimora…”.

Il fenomeno è agevolato dal connubio tra la crisi culturale che si sta vivendo e l’errato utilizzo dei social network e della rete in generale. Chi si avvicina alla rete senza avere solide fondamenti culturali rischia di non poter cogliere la differenza tra una fake news e una notizia, così da vedere influenzato il proprio pensiero e il proprio giudizio.
Il negazionismo continua a infangare la memoria di questa tragedia – commenta il viceministro agli Interni, Matteo Mauri – dobbiamo fare di più affinché le teorie negazioniste non trovino nuovo consenso. (…) Dobbiamo tenere vivo quel doloroso ricordo, in modo che soprattutto le giovani generazioni possano conservare e trasmettere la nostra memoria storica. Gli atti intimidatori di questi giorni sono gravi e inammissibili“.
Investire in cultura, tenere viva e forte la memoria di una pagina buia della storia dell’umanità sono le armi da utilizzare per difendersi dal rischio che la storia si ripeta, divenga ridondante.
Perché il pericolo è più vicino di quel che si possa credere.

6 milioni di Ebrei
3,5 – 4 milioni di Polacchi, Ucraini e Bielorussi
3 milioni di prigionieri di guerra sovietici
1,5-2 milioni di politici
320/350000 Serbi
20/25000 Sloveni
196/300000 Rom
250/270000 Disabili
5/15000 Omosessuali
1900 Testimoni di Geova

Già pubblicato su L’Altravoce dei Ventenni-Quotidiano del Sud 10/2/2020

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Matteo, classe '87 da Cosenza.
Dopo gli studi di Giurisprudenza a Milano ed alcune esperienze negli States rientra nella sua città natia per l'amore viscerale che lo lega ad essa.
Innamorato del mare, dei libri e della libertà che solo la cultura può donare,
sogna un giorno di aprire uno studio legale che sia punto di riferimento in tutta Italia e di poter dare il suo personale contribuito alla crescita e sviluppo del territorio che gli ha dato i natali.