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I panni sporchi non si lavano mai in pubblico. Neanche a cena

Otto e mezzo, martedì all’ora di cena su La7: Lilli Gruber ospita in studio Maria Elena Boschi. L’occasione giusta per analizzare la strategia di Italia Viva nelle ore che precedono il dibattito in Parlamento sulla gestione dei fondi comunitari per il rilancio della nostra economia. Dopo un quarto d’ora di botta e risposta, Gruber prova ad affondare il colpo, mostrando un servizio fotografico che ritrae l’ex ministra delle Riforme in compagnia del fidanzato, l’attore Giulio Berruti. La conduttrice del talk di La7 rimprovera alla Boschi di non portare la mascherina. Replica della diretta interessata abbastanza debole, ad onor del vero: «Ce l’avevo, ma era abbassata».

Pensavamo di aver lasciato alle nostre spalle i giorni delle infinite discussioni sulla necessità di usare la mascherina anche all’aperto, ma pensavamo anche che fosse finito il tempo dei pettegolezzi mescolati alla politica, a maggior ragione in un programma che rivendica da sempre la sua estraneità ai toni rissosi che si respirano altrove nell’etere. Che una giornalista di lungo corso come Lilli Gruber, peraltro molto sensibile alle questioni di genere, usi un servizio fotografico per screditare un personaggio pubblico, buttandola sul personale, non fa onore alla sua storia professionale. Oltretutto, la conduttrice di Otto e mezzo non è nuova a lambire e superare il confine tra pubblico e privato: accadde nel 2016 anche all’eurodeputata del Partito democratico Alessandra Moretti, a cui chiese conto a fine puntata del flirt con Massimo Giletti, ricevendo in cambio una risposta oltremodo imbarazzata.

Non si tratta di insegnare il mestiere a chi frequenta il mondo del giornalismo da una vita intera, stabilendo cosa sia più o meno opportuno fare nel corso di una trasmissione tv. Piuttosto, è necessario tornare alla missione originaria di questo mestiere: provare a interpretare e capire la realtà attraverso i fatti. Anche perché i panni sporchi (e le mascherine) non si lavano mai in pubblico. Neanche all’ora di cena.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

Carmine Marino
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Nonostante sia cresciuto nell'era del digitale, si professa analogico e nostalmalinconico. Cultore di Springsteen, dei saggi storici e delle gassose, ha scoperto Venti in piena pandemia: amore a prima vista. Ricambiato, una volta tanto.