Sono ore di fuoco queste. E il fumo è molto nero.
La Banca Centrale Europea si è riunita per decidere se assecondare le richieste di erogazione di ulteriore liquidità di emergenza della banca centrale greca. Negli ultimi giorni le banche elleniche stanno infatti fronteggiando l’ennesima fuga di capitali, che potrebbe verosimilmente impedire loro di aprire da un giorno all’altro per mancanza di liquidità.
Le ultime indiscrezioni riferiscono che sarebbero stati accordati nuovi aiuti alla Grecia, ma meno rispetto alle richieste.
Come è noto, entro il 30 giugno, la Grecia dovrà restituire 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale (FMI). L’alternativa sarebbe il default, l’insolvenza. E poiché l’FMI è un creditore “privilegiato” (deve essere soddisfatto prima degli altri creditori in quanto possiede un diritto di prelazione), se la Grecia fosse insolvente verso l’FMI, lo sarebbe di conseguenza verso tutti gli altri creditori (Esm, cioè European Stability Mechanism, Bce, Paesi partner che hanno erogato prestiti bilaterali e tutti i soggetti privati che detengono titoli di Stato greci).
Per questo è ragionevole credere che verranno concessi nuovi prestiti alla Grecia, almeno per poter ripagare questo importante creditore. Ma la situazione non cambierebbe: entro agosto, saranno da restituire altri 6,8 miliardi alla BCE e senza i 7,2 miliardi di aiuti che dovrebbero essere rilasciati allo Stato ellenico, non c’è speranza che ciò sia possibile.
Senza l’accordo con i creditori, la Grecia potrebbe uscire dall’euro, con le conseguenze disastrose di un ritorno alla dracma oppure potrebbe rimanere formalmente nell’unione monetaria, ma di fatto fuori dall’euro nell’attesa che il governo decida se accettare o meno le condizioni di un nuovo salvataggio.
Le condizioni imposte dai creditori sono sempre state misure di austerità e anche ad oggi le richieste sono di riformare le pensioni e il mercato del lavoro, con ulteriori tagli e aumento dei tributi. Ma dopo anni di crisi nera, che sembra aggravarsi sempre più, è davvero questa la strada giusta? Affinché un Paese come la Grecia possa tornare ad essere finanziariamente indipendente, non sarebbe più conveniente adottare una politica espansiva, certo con alcuni vincoli per il Paese ad adottare importanti riforme volte ad assicurare il miglior utilizzo delle risorse, e concedere i prestiti necessari affinché la ripresa economica possa davvero essere una concreta prospettiva?
Come spesso detto, non sempre l’austerità è la strada giusta. Mantenere i mercati nel costante terrore di un default greco, che sta contribuendo all’aumento del costo del denaro, impedendo così anche a quello che è stato definito il bazooka di Draghi, di dare gli effetti sperati, potrebbe, ancora una volta, non rivelarsi il modo migliore di affrontare la situazione.
Nata nel 1990, di Irsina (è in Basilicata, regione che esiste ed è bellissima!), vive a Milano. Si è appena laureata in Discipline economiche e sociali all’Università Bocconi. È testarda, sognatrice, ambiziosa e a tratti arrivista, è tanto dolce, un po’ paranoica e molto curiosa. Le piace leggere e ogni tanto le riesce di scrivere qualcosa di carino, quando si sente adeguatamente ispirata. Adora la matematica, l’economia, ed è appassionata di politica. Vorrebbe essere un po’ come Ipazia – sperando però di non finire come lei – e un po’ come la sua mamma, che ammira tantissimo. Non butta mai niente, le piace conservare tutto, in particolare i fiori.