Chiara De Bartolo, una “quasi” scrittrice

Se potessi tornare indietro nel tempo e modificare qualcosa sulla mia carta di identità, di certo, cambierei non solo la mia altezza, ma sicuramente anche il mio nome in Chiara De Bartolo.
Classe 1998, una voce suadente, fatta di grammatica corretta e grande voglia di volare, in alto, ma sempre con discrezione.

Sono avvolto dal calore del mio ufficio di Londra e questa telefonata sembra durare nel complesso pochi minuti, per via di un affascinante trasporto dell’interlocutore e del mio personale grande interesse. La voce di Chiara, nata a Cosenza, 21 anni fa, rapisce la mia attenzione per via della sua innata grazia e di una discrezione, mista ad imbarazzo, che mi disarma, parola dopo parola.

Ciò che mi colpisce subito è la prima affermazione da lei condivisa: “non capisco, non ho fatto niente di speciale”. Badate bene, nelle sue parole c’è convinzione.

Sicura di non aver fatto poi chissà cosa, inizia con il raccontarmi della sua vita e della sua irrefrenabile voglia di leggere, scoprire, andare al di là delle parole, nata fin da bambina con un libro di fantasia dal titolo “…che però non ricordo” e di come questo testo la abbia aiutata a definire nel miglior modo possibile i suoi gusti.

Frequenta le scuole elementari e le medie presso l’istituto sito in via Negroni a Cosenza e la immagino con le gote rosse di vergogna, mentre mi dice che ha partecipato, durante gli anni scolastici, al concorso Gianni Rodari, in cui vince il primo premio per la scrittura del finale di un racconto dell’autore. Sono rimasto senza parole. All’età di 11/12 anni anche io non ero niente male nella scrittura. Ma Chiara, ne aveva solo 8.

Con la sua amata famiglia si trasferisce a Roma, dove inizia il liceo Classico Villa Flaminia. Anni meravigliosi, in cui il suo docente, Marco Camerini, gonfia ancor di più la sua passione per la lettura e la scrittura, facendo in modo che lei ed altri compagni, partecipassero ad un concorso chiamato “Tu Scrittore”, da cui ne esce vincitrice ed i vari racconti vengono pubblicati nella raccolta “Tempo Vuoto”. Momento della premiazione, imbarazzo palpabile. Chiara rimane sempre con i piedi per terra.

Aggiunge il nome dei giudici della Challenge effettuata: Alessandro Piperno, premio strega 2012 e Leonardo Colombati, scrittore e giornalista italiano, nonché ex studente della stessa scuola. Al mio stupore, si aggiunge una notizia: “hanno scritto entrambi la prefazione del racconto ed Alessandro Piperno mi ha definito come “la Tolkien in miniatura””. Il silenzio. In un istante, nel silenzio e nel ritmo del mio respiro, potevo percepire la domanda di Chiara rivolta a sé stessa: “ma perché gliel’ho detto?”.

Tra una dolce giustificazione e l’altra, cambiamo di scorso, saltando al suo quindicesimo compleanno. Non so voi, ma quando ripenso al regalo perfetto per il mio compleanno, guardo ancora a quella ingenuità mista a voglia di litigare con i miei genitori senza alcuna ragione. Invece, la madre di Chiara, le ha fatto un dono per la vita, uno di quelli che non apprezzi forse immediatamente, ma che sicuramente ti lasciano un segno indelebile: un corso di scrittura creativa.

Cinzia Tani, donna dalla profonda preparazione, scrittrice e giornalista, ha gestito il corso. Ha sempre avuto molto trasporto per i ragazzi e la crescita intellettuale (e non solo) è sempre il suo punto di forza. Chiara è la più piccola in questo piccolo mondo di scrittura. Ma non si demoralizza, anzi. Nella fase del laboratorio, seguendo l’opera teatrale di Arthur Schnitzler, “Girotondo”, gli studenti del corso, chiamati a creare una storia tra due personaggi, dovevano continuare la scena precedente, scritta da altro autore, facendo in modo che la storia tornasse, infine, al primo personaggio. La piccola “quasi scrittrice”, così si è definita, crea la figura di Regina, libraia e carcerata, la quale dopo aver ucciso il marito per i continui abusi, diviene la lettrice della prigione e compagna fedele del secondo personaggio della scena, il carcerato. 

Mi porta con le sue parole a rivivere questi grandi passaggi della sua vita, ma quella dolcezza spezza l’aria di difficoltà ed imbarazzo, catapultando Chiara qui a Londra; del resto, studia Lingue e scrive in maniera eccezionale anche in inglese e problemi non ne avrebbe a comunicare e rendersi unica anche qui.

La saluto, tra una risata di imbarazzo, questa volta mio, ma solo dopo avermi detto quanto ama viaggiare, quanto abbia amato Stoccolma e quali siano i suoi autori preferiti. Due, per l’esattezza, sono stati indicati, ma solo per via dell’inaspettata domanda e l’obbligo di scegliere: Neil Gaiman, autore anche di Coraline e Kazuo Ishiguro, premio nobel 2017 per la letteratura.

In questo grande complesso di fantasia, dolcezza ed eccelso intelletto, mi resta solo il caffè tra le mani. Tante idee ed una voglia irrefrenabile di leggere. Comincio ad amare i “quasi scrittori”.