“Penso che il femminismo sia una causa comune per l’uomo e per la donna, e che gli uomini riusciranno a vivere in un mondo più equo, meglio organizzato, un mondo più valido, soltanto quando le donne avranno uno status più equo e valido; la conquista dell’uguaglianza li riguarda entrambi”.
Questo Simone de Beauvoir – scrittrice, filosofa, insegnante e femminista – scriveva in “Quando tutte le donne del mondo”, pubblicato in Italia nel 1982 da Giulio Einaudi Editore.
Simone de Beauvoir è una delle più grandi figure intellettuali del Novecento europeo, sebbene venga quasi sempre ricordata solo per il suo contributo al femminismo oppure, decisamente peggio, come “la partner di Sartre”. Simone nasceva all’inizio del ventesimo secolo, proprio il 9 gennaio del 1908, nella Parigi della Belle Époque. Deceduta nel 1986, nel giorno del suo compleanno, la ricordiamo per i suoi studi sulla condizione della donna che hanno rivoluzionato il concetto stesso di femminile e influenzato inesorabilmente il pensiero moderno.
De Beauvoir pubblica il suo primo romanzo nel 1943, “L’inviata”, che la rivelò come scrittrice, e il secondo nel 1945, “Il sangue degli altri”, durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1954 con “I mandarini” vinse il Premio Gouncourt; molto significative furono le sue opere autobiografiche: “Memorie di una ragazza perbene”, “L’età forte”, “La forza delle cose”, “A conti fatti”.
Perché è importante ricordare ancora oggi Simone de Beauvoir? La scrittrice è considerata la “madre” del movimento femminista: la sua opera più significative, infatti, è sicuramente “Il secondo sesso”, pubblicato nel 1949, che ha portato a una vera e propria rivoluzione nella filosofia di genere e nell’analisi della relazione di potere tra l’uomo e la donna.
De Beauvoir sviluppò il suo pensiero sulla dignità della donna nel contesto sociopolitico successivo alla Seconda guerra mondiale, bisognoso di una nuova rielaborazione dei diritti e delle relazioni sociali fra gli individui. L’autrice, in questo scritto, attua una cesura con il primo movimento femminista, ponendosi in un atteggiamento critico: il suffragio femminile, infatti, è stato l’obiettivo principale della prima ondata femminista, che vedeva in esso il passo decisivo per la liberazione della donna e per la conquista di tutti gli altri diritti, civili, politici, sociali. L’autrice si rese conto che nonostante le donne avessero ottenuto il diritto di voto, la loro condizione non era, di fatto, migliorata all’interno della società. L’autrice pensò a una rifondazione teorica del femminismo per dare dignità alla figura femminile, partendo dalla sua condizione di subordinazione rispetto al sesso maschile, individuandone possibili cause, fino a raggiungere l’emancipazione e la sua piena consapevolezza di sé. De Beauvoir utilizzò una prospettiva filosofica esistenzialista, sostenendo che ogni individuo, uomo e donna in quanto “coscienza“, era sostanzialmente libero.
“Nelle relazioni di genere le donne, nonostante fossero libere coscienze quanto gli uomini, furono condannate per secoli all’immanenza e alla passività e considerate per questo il secondo sesso, inferiore a quello maschile”.
Quello che ci rimane, oggi, di questa personalità poliedrica e profonda sono le sue innovazioni ideologiche e il suo pensiero progressista. L’unica via possibile per l’emancipazione femminile, secondo l’autrice, è quella della “donna indipendente”. Come si raggiunge l’indipendenza femminile? De Beauvoir individua due momenti fondamentali. Innanzitutto, troviamo la presa di consapevolezza della propria condizione; segue poi fare parte di un movimento collettivo: le donne devono unirsi tra loro, e anche con gli uomini, per combattere tutti assieme contro le disuguaglianze, affinché tutti gli individui possano avere pari diritti, dignità e opportunità sociali, politiche ed economiche. La donna, per Simone de Beauvoir, deve assolutamente assumersi il rischio della sua esistenza e diventare finalmente “soggetto”. Non c’è nessuna pensatrice che si occupi di tematiche di genere che non si sia confrontata con lei, ma Simone de Beauvoir non è solo una teorica femminista, è molto di più: il suo monumentale testo “Il secondo sesso” ha cambiato in maniera radicale la storia dei femminismi ed è per questo che, ancora oggi, abbiamo bisogno di lei.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni