Venerdì scorso abbiamo incontrato Giacomo Galbusera, giovane imprenditore veronese e CEO di Booketplace, startup “semplice, veloce e conveniente” per lo scambio di libri usati tra studenti universitari. “Fondamentalmente – dice – il mercato dei libri usati è sempre stato molto inefficiente e incentrato sulle bacheche o le librerie di libri usati. Un marketplace vero e proprio non esiste. Booketplace vuole mettere in contatto diretto venditori e acquirenti di libri usati, in modo da rendere efficiente il mercato e offrire un buon servizio agli studenti”.
La nostra chiacchierata non si è focalizzata solo su Booketplace, ma anche su come fare impresa e startup. La storia di Booketplace e quella di Giacomo sono infatti legate dal “percorso un po’ anomalo” – come dice lui stesso – che ha deciso di intraprendere. Giovanissimo, nel 2008, ha avviato una società di consulenza web strategica per il business, Vale Service, diretta all’implementazione di strategie di internazionalizzazione via web per imprese di medie dimensioni. Durante il suo percorso ha avuto modo di ricevere molte mentorship da imprenditori, e così adesso, anche lui non ha esitato a parlare della sua esperienza e a dare una serie di consigli a giovani aspiranti imprenditori e startupper in erba [ndr. consigli che trovate alla fine dell’articolo].
“Da studente universitario all’inizio era un bel casino fare insieme le due cose! Le notti, i primi tre anni di università, le ho passate lavorando, quindi l’impegno era molto. Il punto è che, se si crede nell’impresa che si sta facendo, lo sforzo non pesa, si fa non perché è imposto ma perché piace.” E a proposito delle soddisfazioni del fare l’imprenditore dice: “il momento in cui capisci che stai plasmando una realtà in crescita, che crea valore, è una soddisfazione incredibile.”
Booketplace è stato il primo progetto imprenditoriale attivato da Vale Service. La sua storia e l’iter percorso, dall’ideazione all’implementazione, sono stati segnati da un insieme di aspettative, impegno, difficoltà e soddisfazioni.
Tutto è nato da una birra presa in università, parlando con Luca Giacomella, l’ideatore del progetto che gli propose di intraprendere insieme questo percorso.
“Siamo partiti però in modo abbastanza ‘sgangerato’, utilizzando le risorse che avevamo a disposizione, tra cui i programmatori web. Far creare un app mobile ad un programmatore web è però una cosa da non fare mai! Quando siamo usciti l’app non funzionava per la metà e ci siamo fatti piuttosto male”. Ma si sa, sbagliando si impara, e loro, tenaci, hanno raccolto competenze dalla prima esperienza e si sono rimessi a lavoro, ricostruendo da zero app e sito web. La nuova versione è uscita il 16 dicembre scorso ed “è adesso che si gioca la vera partita!”. Al momento sono impegnati nel collezionare utenti e creare un database di libri usati, puntando soprattutto sulle librerie, “inoltre – dice Giacomo – stiamo raccogliendo supporto e contatti con varie associazioni universitarie, tra cui ELSA ITALIA”, contatti importanti che possono permettere di raggiungere in tempi brevi i risultati attesi.
Le città su cui stanno puntando sono Milano, Padova e Londra, ma è chiaro che, soprattutto tramite il supporto delle associazioni studentesche, Booketplace potrebbe prendere piede anche in altri poli universitari.
L’espansione del progetto non riguarda poi solo il contesto geografico ma anche il team. Ad oggi, lavora in Booketplace un gruppo eterogeneo e giovane di cinque persone (l’età media è 26 anni), ma da pochissimo sono aperte le candidature per due posizioni di Business Development Manager, per persone interessate a sviluppare il progetto su Milano e Londra (qui trovate l’annuncio su angel.co per scoprire i requisiti richiesti e fare application).
Rispetto al momento del primo lancio, quando non erano presenti altre startup sul mercato, adesso Booketplace si trova ad avere qualche concorrente. “Prima – dice Giacomo – c’erano unicamente meccanismi di scambio via web ma non organizzati con l’esperienza utente che abbiamo creato noi. L’idea era molto attrattiva, ma lo è comunque tuttora, soprattutto a livello europeo”.
Fiduciosi nell’idea, consapevoli di averla ideata per primi, caparbi e ora molto più competenti rispetto al primo tentativo, guardano dunque al futuro.
Cosa ti aspetti allora da questo 2015?
“Per Booketplace mi aspetto di conquistare Milano, Padova e Londra, di far sì che l’app diventi un meccanismo centrale nello scambio dei libri usati, e creare quindi un bel database utenti – libri. Per il resto, dico solo: Cina ed Expo… ci aspettiamo un bel futuro, c’è tutto da giocare!”
Ecco ora i CONSIGLI SPASSIONATI A IMPRENDITORI ‘SQUILIBRATI’ di Giacomo:
- Esci sul mercato con un MVP (minimum viable product / service):
“Questo è il consiglio più utile che mi hanno dato gli imprenditori con cui mi sono confrontato. Chiaramente, uscire sul mercato con un prodotto che non funziona non è la strategia giusta, però è un errore anche arrivare con un prodotto che sia “perfetto” (cosa che stavamo facendo con Booketplace nella seconda fase). Un prodotto che sia ‘abbastanza buono’, va bene, permette di testare l’idea e vedere se funziona e sia apprezzata dagli utenti; aspettare a lanciarlo sul mercato per continuare a perfezionarlo sarebbe una perdita di tempo.”
- Hai un’idea? Parlane!
“Le idee quando sono nella testa sono tutte perfette e funzionano meravigliosamente, il problema è che sono anche molto distanti dalla fattibilità reale. E’ molto utile quindi parlarne e ricevere feedback sull’idea prima di partire nell’impresa. E i feedback più utili sono quelli che provengono da altri imprenditori. Non bisogna aver paura che parlandone qualcuno possa fregarci l’idea – io stesso ho fatto firmare tante volte NDA (non-disclosure agreement), ma è tutta roba inutile. Gli imprenditori che hanno esperienza e successo, non avrebbero neanche il tempo di copiare l’idea e in ogni caso non gliene importerebbe! Soprattutto, agli imprenditori piace dare consigli e parlare ai giovani imprenditori delle proprie esperienze [ndr. Giacomo ne è l’esempio lampante!]. Quindi, non abbiate timore e parlate! E’ la cosa più utile per capire in tempo se perseverare nell’impresa o mollare.”
- Continua a “spaccarti i denti!”
“Il tasso di fallimento delle startup è altissimo, ed è molto probabile che la prima startup di uno startupper fallisca. La difficoltà più grande è proprio perseverare e continuare a ‘spaccarsi i denti’ finché non si raggiungono gli obiettivi. Io molte volte mi sono demoralizzato e ho avuto voglia di mollare tutto; è difficile ma non bisogna arrendersi al primo scoglio.
4. ”Essere “squilibrati pragmatici”
“Gli imprenditori devono essere persone “squilibrate” con un minimo di pragmatismo. E’ molto utile non mollare, ma è anche sbagliatissimo innamorarsi della propria idea, idealizzarla e non sapere mollare quando serve. Bisogna essere fermi, continuare a provare ma avere anche senso critico per non incorrere in una testardaggine inutile e dannosa.”