L’importanza dell’ecologia e le conseguenze climatiche dei nostri comportamenti oggi più che mai dovrebbereo essere noti a tutti, ma nonostante Greta Thunberg, le immagini devastanti dell’Australia di queste settimane e i docu-film su Netflix o National Geographic, sono ancora molte le persone non consapevoli della drammatica situazione in cui sta sempre più velocemente scivolando il nostro pianeta. Per fare la differenza basterebbe partire dalle piccole azioni quotidiane, dalle piccole scelte di vita.
Biwyd ha fatto proprio questo. E’ un’azienda eco-luxury nata nei mesi scorsi dall’intuizione del ventitreenne Giovanni Piccolo, cosentino trasferitosi a Milano per studiare Economia e Gestione Aziendale all’Università Cattolica del Sacro Cuore; appassionato di moda, ha reso la sua passione un lavoro e con tessuti innovativi, ecologici e pregiati ha proposto grafiche disruptive su tematiche ambientali per orientare ad una scelta consapevole dei capi, che coniugano streetwear, moda e salvaguardia del pianeta.
Lo abbiamo intervistato per scoprirne di più sul suo progetto.
- Com’è nata l’idea di Biwyd?
E’ nata per far capire che l’imprenditorialità giovanile è in grado di creare qualcosa di importante, di innovativo, proprio perché al giorno d’oggi, purtroppo, sempre più coetanei si lasciano sopraffare da un senso di incontrovertibile pessimismo verso il futuro. Biwyd nasce per far capire ad ognuno di loro che bisogna credere nei propri sogni e lottare a pugni chiusi per far sì che questi diventino realtà. Inoltre, nasce con una grande promessa: fare sì moda, ma sempre rispettando l’ambiente. L’ecosostenibilità è al giorno d’oggi uno dei maggiori problemi a cui dedicarci strenuamente, per dare alle generazioni future un avvenire migliore.
- Biwyd, infatti, sta per “Believe in what you do”…
Il significato di questo nome è, a mio avviso, il punto forte di questo brand e ha assunto per me e i miei collaboratori un vero e proprio carattere motivazionale. È indicativo del fatto che non occorre fermarsi davanti alle prime difficoltà ma bisogna sempre credere nei propri sogni; sperare che questa favola possa diventare realtà. Se un progetto ci attira, ci intriga e vogliamo realizzarlo, l’unico ostacolo che ci separa dalla sua concreta attuazione siamo noi stessi. Believe in what you do racchiude tutto quello che il brand rappresenta: speranza, determinazione, motivazione, cambiamento. Noi crediamo in ciò che facciamo e siamo sicuri che questo ci porterà a segnare la meta.
- I tuoi sono capi di abbigliamento realizzati con tessuti innovativi e pregiati e che riguardano tematiche ambientali per orientare i consumatori ad una scelta consapevole per la salvaguardia del pianeta; ma come realizzi questo obiettivo? Cosa apprendono i consumatori quando entrano in contatto con Biwyd?
Il rispetto per una vita orientata verso l’ecosostenibilità è uno dei nostri obiettivi. Non un valore aggiunto ma un valore comune dove ognuno è chiamato a fare la sua parte. Il cotone biologico viene coltivato seguendo le regole dell’agricoltura biologica, esattamente come avviene per i prodotti alimentari. Alla base di una certificazione tessile, che attesti l’origine biologica del cotone, c’è sicuramente l’esclusione di pesticidi, fertilizzanti, diserbanti e oltre 1000 sostanze sintetiche nocive per l’ambiente e per la salute umana, che vengono comunemente utilizzate sia nella coltivazione del cotone sia nei successivi step di produzione. Sostanze sintetiche come antiparassitari, resine, metalli pesanti e solventi vari vengono utilizzati nella produzione e lavorazione del cotone standard e persistono nel tessuto anche dopo il lavaggio: con il passare del tempo una parte di queste sostanze viene assorbita dalla nostra pelle e un’altra parte viene rilasciata nelle acque ad ogni lavaggio. Questo non accade con il cotone biologico. È questo ciò che proponiamo ai nostri clienti: essere consapevoli della qualità del prodotto indossato e delle possibili soluzioni per cambiare i nostri stili di vita. Il nostro obiettivo è che i consumatori quando entrano in contatto con i nostri prodotti non vogliano acquistare nient’altro. La nostra generazione è quella che abiterà il mondo di domani ed è questo il motivo per cui crediamo che il vero obiettivo sia quello di sensibilizzare i nostri coetanei ad un acquisto consapevole. Inoltre, obiettivo di non minore rilevanza è quello di puntare molto anche a disegnare uno stile unico nel suo genere, che è l’aspetto che contraddistingue il nostro brand, e per questo ci avvaliamo di grafici di alto livello.
- Biwyd produce una linea di abbigliamento a zero emissioni e completamente eco-sostenibile. Cos’hanno di particolare ed ecologico i tessuti usati e qual è l’aspetto innovativo e particolare della produzione?
L’aspetto innovativo dei tessuti che usiamo è che non contengono plastica, ossia sono esenti da elastene. Non creano alcun tipo di allergia e soprattutto sono molto resistenti. Inoltre, ogni singolo prodotto è stampato con metodo serigrafico che permette una resa perfetta dei colori, oltre ad una resistenza nel tempo dei capi. Inoltre, questo metodo ci permette di creare prodotti con colori ad acqua senza solventi chimici. Ci teniamo ad utilizzare cotone biologico certificato GOTS. Dall’etichetta al packaging i prodotti si contraddistinguono per l’alta qualità di materiali prodotti unicamente da aziende italiane leader nel settore. Ad esempio, l’etichetta è composta da filati riciclati al 100% e per il packaging è utilizzata unicamente garza inumidita certificata FSC, con velina ecologica.
- Biwyd ha un forte intento ecologico non solo dal punto di vista produttivo quanto anche da quello commerciale: è attiva infatti una collaborazione con l’associazione Lampedusa Turtle Group. Ci dici di più su questa collaborazione?
La collaborazione con Lampedusa turtle group nasce perché vogliamo dare una mano alle associazioni che ogni giorno, tra mille problemi economici e burocratici, salvano la vita a molti animali che si imbattono nella plastica e non solo. Crediamo in loro come loro credono in noi. Parte del ricavato delle magliette vendute durante la presentazione del brand – tenutasi a Brescia in una nota boutique del centro – è stata devoluta a questi ragazzi che ogni giorno dedicano tempo a questo tema; gli oceani sono continuamente esposti a catastrofi ambientali che rendono insostenibile la vita dei numerosi esseri viventi che popolano questo meraviglioso ecosistema. Sicuramente la collaborazione è solo agli inizi ma stiamo già lavorando per il futuro.
- Pensi che le persone, soprattutto dopo il grande fermento per il Climate Strike, siano più spinte ad acquisti più consapevoli ed ecologici anche in ambito moda?
Assolutamente sì! Sempre più persone sono sensibili all’argomento, ma non è mai abbastanza. Bisogna lavorare intensamente affinché il mondo della moda, che è uno dei più inquinanti al mondo, si impegni affinché vengano ridotte le emissioni ambientali e cali sempre più lo sfruttamento delle popolazioni del terzo mondo, che lavorano in condizioni inumane e miserevoli. Tutto questo può essere orientato con massicce campagne pubblicitarie che sensibilizzino le persone ad essere più consapevoli nei propri acquisti. L’obiettivo è quello di far prestare sempre più attenzione ai materiali con cui ci si veste, a scrutare meglio l’etichetta per rendersi conto da dove quei tessuti arrivano, dove vengono lavorati e come vengono commercializzati. Abbiamo una grande responsabilità ed è nostro dovere raggiungere dei target quanto più ecosostenibili possibili.
- Attualmente la linea di abbigliamento cosa include?
La linea di abbigliamento è stata lanciata da poco, per cui al momento disponiamo solo di una linea di t-shirt con il logo, ma durante la fashion week che si terrà a Milano nel mese di febbraio presenteremo un’altra linea di t-shirt con un’innovativa grafica. Il sogno sarebbe quello di mandare in produzione anche una linea di felpe e pantaloni, ma, come dicono gli inglesi, “step by step”.
- A proposito del logo, cosa rappresenta?
Il logo nasce dall’idea di voler rimarcare ed evidenziare il già forte impatto che questa azienda avrà sul mare e non solo. E’ stato modellato un cerchio per crearne all’interno un’onda, attraverso linee che si susseguono congiunte l’una dietro l’altra. Questo anche per rimandare, in maniera un po’ astratta, all’idea di infinito e di cambiamento. Il colore delle linee che configurano il cerchio è il nero, mentre del contenuto interno che viene così a determinarsi sono quelli del mare ovvero l’azzurro, il blu e il bianco.
- Per concludere, quali sono i progetti futuri tuoi e di Biwyd?
Noi di biwyd non vogliamo fermarci più, vogliamo farci conoscere e portare la nostra idea di moda in tutte le case. È un progetto molto ambizioso ma solo con l’aiuto delle persone che crederanno in noi potremo riuscirci. Per ora dedico tutto me stesso a questo progetto…poi si vedrà!
Articolo già pubblicato sul Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei Ventenni di lunedì 13/01/2020