Biglietto aereo per i sogni: sola andata

Ci stiamo tutti abituando al cambiamento. Ora più che mai viviamo modificando ogni cosa, dalla pelle, ai vestiti, alle più intrinseche abitudini.
Ma chi non ha mai pensato di cambiare la propria vita?
Indipendentemente dal cammino intrapreso, è facile sognare, desiderare di viaggiare, ricominciare ed evitare i problemi che ci affliggono.
C’è chi parte per necessità e chi, invece, va via per sognare.
Due realtà completamente differenti, un unico obiettivo: andare.
Ma sognare non è anch’essa una necessità per la propria vita? Seguire le proprie passioni, il moto che attiva i nostri desideri, è ciò che non può, e non deve mancare.

Lo stivale vive ormai da moltissimi anni un continuo esodo, mostrando un aumento costante del numero di giovani, studenti e lavoratori che lasciano le proprie case per scoprire il mondo e realizzare i propri sogni.
E questo esodo non porta solo alla statua della Madonnina sul Duomo di Milano, spesso arriva alla Tour Eiffel, al castello di Schönbrunn, o addirittura oltreoceano, in posti così lontani che è difficile ricordare anche la differenza di fuso orario.

Cosi inizia la storia di molti ragazzi. Tra questi, Marco Cariola, 25 anni, pugliese, più precisamente di Monopoli, che tra imprevisti e probabilità, ha dovuto farsi spazio in una realtà che aveva inscatolato i suoi sogni, bloccando sempre più le sue radici, tarpandogli in qualche modo le ali e rendendolo, infine, immobile. Questo è ciò che questo giovane graphic-designer, dopo sei anni di esperienza in un’azienda del meridione, ha vissuto prima di sradicarsi completamente dalla sua terra, acquistare un biglietto aereo e lasciarsi il passato alle spalle: un passato che ancora oggi lo perseguita, ma a cui si rivolge con estremo rispetto. Fermata London Stansted, in un freddo ottobre, con mille valigie, qualche euro ancora da cambiare in sterline in tasca e sogni che ancora non avevano forma. Il giovane pugliese descrive il suo arrivo come un atterraggio fortunato, perché essendo ormai autonomo, ha dovuto accontentarsi di alcuni lavoretti che lo aiutassero anche a migliorare la lingua inglese e le sue skills di comunicazione. Nel giro di alcuni mesi, è passato dalle corsie di un negozio, alla scrivania di un’agenzia immobiliare, fino al desk di una reception di un hotel. Ma ciò che ha cambiato tutto è stata la costanza, la caparbietà e la voglia di non rimanere aggrappato all’incerto. La voglia di seguire i propri sogni è stata troppo forte. Dopo notti insonni e passate a modificare il proprio curriculum nella maniera più adeguata, Marco riesce a trovare un nuovo lavoro, quello che desiderava da tanto e che può ripagarlo dei suoi sacrifici, pieni di esperienza, che alcune volte ha valenza maggiore rispetto ad un riconoscimento istituzionale scritto: Marketing and Communication coordinator. Il tutto nella catena di ristoranti “IT”, gestiti dallo chef Adriano Rausa e supervisionati dallo chef stellato Gennaro Esposito.

 “Avevo perso la speranza, ma ogni passione ha bisogno di essere alimentata e tra alti e bassi, voglia di lasciare tutto e determinazione, alla fine, ho iniziato il percorso che stavo cercando”, condivide Marco con una risata ed un sospiro speranzoso.

Marco non era da solo su quell’aereo diretto al futuro, ma numericamente possiamo facilmente dire che non era tantomeno l’unico aereo, in un cielo che ci distanzia ore, ma che ci permette di guadagnare il giusto tempo, da spendere poi, in ciò che si ama e per cui si voglia vivere.

Vivere per lavorare o lavorare per vivere? I ragazzi, oggi, quando hanno coraggio, vivono per sognare.
Quell’esodo di cui si parla, però, è spesso una tappa di passaggio, perché il ritorno a casa lo si organizza il più delle volte con largo anticipo, per non sentirsi poi così lontani.

C’è anche chi è riuscito, nel tempo, a rendere la propria casa, la propria terra, i giusti luoghi dove seminare i propri desideri e raccogliere i propri sogni.
Un esempio su tutti? Dario Brunori. Dalla periferia cosentina, mosso dalla sua passione e dalla sua determinazione, è riuscito, con tanti sacrifici, a scardinare un sistema che non è così sviluppato nelle regioni meridionali, trovando in esse il giusto luogo per esprimere la vena compositiva, rendendola arte.

Dario ha spesso parlato di fortuna, negli incontri avuti e nel poter colmare la distanza nord-sud attraverso il suo manager, ma sappiamo tutti che “capita così” solo perché il messaggio di speranza che questo uomo riesce a farci pensare, è così forte dai tempi di “guardia ‘82”.

Milano, centro focale musicale, diviene in tal caso l’acqua necessaria per coltivare, in Calabria, la scrittura e la composizione artistica.
Partire, perciò, diviene una via di mezzo tra la possibilità di inseguire ciò che si ama e la giusta scusa per scappare da ciò che non si riesce a cambiare.
La passione, in tal maniera, diviene elemento certamente fondamentale, ma che senza determinazione e sacrificio, non riesce a tradursi in concretezza e risultato.

Infine, c’è anche chi si accorge della necessità di cambiare, con estremo ritardo, iniziando un percorso, per poi repentinamente ri-cambiare strada, perché seguire sé stessi diviene più importante che essere infelici. C’è chi si butta dalla giurisprudenza al marketing, chi dalla giurisprudenza si accontenta di un lavoro completamente differente dai propri studi pur di guadagnare qualcosa, c’è chi si accontenta di arrivare a fine mese ma in una città diversa da quella in cui è nato, perché “troppo stretta”. Ognuno ha le sue motivazioni, ognuno ha le sue paure, ma non esiste soluzione diversa dal “rischiare”, attraverso sforzi e voglia di riuscire.

Antoine de Sainte-Exupery diceva: “Se vuoi costruire una nave, non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro. Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliata in loro questa sete si metteranno subito al lavoro per costruire la nave”; siamo sicuri di aver abbastanza sete per il nostro desiderio?

Luigi Sprovieri
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Un ragazzo quasi trentenne, dal sapore adolescenziale ed una vita piena di sogni e immaginazione. Concretezza ritrovata negli studi in legge, ma stemperati dalla voglia di esplorare il mondo del marketing e dei social media. Instagram addicted, produttore convulsivo di storie, grande ascoltatore ma ancor di più, grande parlatore. Cresciuto a libri classici e America's Next Top Model, appassionato di Harry Potter e fan sfegatato dei consigli della Volpe del Piccolo Principe. È un mix tra sarcasmo e serietà, tanto da non essere sicuri di quello che stia succedendo. Ha studiato e lavorato negli Stati Uniti e sottolinea, sempre, che non vedeva l'ora di tornare in Italia.