1967 , Liverpool, i Beatles pubblicano il loro ottavo album “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”. Un concept album rock contenente 13 tracce, destinato a diventare uno dei migliori in assoluto nella storia del rock (al primo posto fra i 500 migliori album di tutti i tempi secondo la rivista Rolling Stone). Un album unico e innovativo quindi, che cela una sorpresa inaspettata per i numerosi fans armati di giradischi e vinile della band: dopo qualche secondo dalla fine dell’ultimo brano “A Day in the Life” si avverte un suono acutissimo e quasi fastidioso che ha fin da subito incuriosito gli audiofili. Una traccia in loop di venti secondi appena, registrata al contrario, in cui una voce stridula ripete “never could be any other way” mentre dei cori di sottofondo cantano “Hey, hey, what are you doing?”.
Si tratta della prima traccia fantasma della storia della musica. Un brano che dura solo qualche secondo e che per molti cela un messaggio che ascoltato al contrario sembrerebbe dire: “Will be Paul back a superman”. Questa teoria si lega alla vicenda della presunta morte di Paul McCartney, alimentata dopo la copertina di “Abbey Road”. I Beatles sono quindi i primi ad utilizzare questa tecnica che, negli anni a venire, sarà adottata da molti altri artisti rock e pop. Infatti le “Ghost Track” oltre ad incuriosire i fan e gli appassionati, diverranno presto una vera consuetudine nel mondo della musica; dai Guns’n’Roses ai Nirvana, dai Depeche Mode ai Pink Floyd…ma anche artisti italiani come Alex Britti, Edoardo Bennato, Mina, J-Ax, Neffa inseriranno canzoni fantasma nei loro album.
Ora cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.
L’idea di lanciare un messaggio diverso da quello contenuto nelle tracce “dichiarate” in un album potrebbe essere un punto di partenza per spiegare la nascita di questo fenomeno; il titolo “GHOST” vi è stato attribuito dal fatto che il titolo di queste canzoni non è presente sulle copertine, ma in realtà l’idea non è quella di far spaventare gli ascoltatori, bensì quella di regalare loro questo contenuto extra che può essere un’anteprima di un futuro lavoro, oppure una rivisitazione di un pezzo già presente nella tracklist ma arrangiato diversamente nella musica o nel testo. Molte volte, invece, si tratta semplicemente di registrazioni demo oppure una sequenza di errori commessi durante l’incisione.
Regna però una certa inquietudine e preoccupazione quando ci si affaccia su questo lato della musica. Occultismo, satanismo e messaggi subliminali sono stati dietro l’angolo per molto tempo nella storia della musica e soprattutto nella storia della musica Rock: nel caso dei Beatles (che utilizzeranno questa tecnica anche in “Abbey Road” e “White Album”) si conserva un certo misticismo dovuto ai misteri su McCartney, ma andando avanti negli anni troviamo anche i Guns’n’Roses con “The Spaghetti Incident?”. All’interno dell’album di cover della band americana c’è una ghost track intitolata “Look at your game girl”, il cui testo è stato scritto dal famoso killer Charles Manson.
Secondo indiscrezioni, Axl Rose, leader della band, non volle inserire il titolo nella tracklist in copertina poiché il brano fu inserito nell’album senza il consenso degli altri membri dei Guns. Questo lato “dannato” e sconosciuto della musica ci porta di nuovo in Inghilterra, precisamente a Londra, dove nel 1970 i Led Zeppelin registrano uno degli inni sacri del rock: “Starway to Heaven”. Il brano più significativo ed emblematico della band si trasforma dopo qualche tempo in un vero e proprio inno satanista, e le figure carismatiche di Robert Plant e Jimmy Page diventano presenze oscure che tentano di corrompere la mente dei fans con messaggi subliminali. La frase: “Se c’è trambusto nella tua siepe, non ti allarmare è solo la pulizia di primavera in onore della Regina di Maggio. Sì, ci sono due strade che puoi percorrere, ma a lungo andare c’è ancora tempo per cambiare la strada che hai intrapreso…” viene riavvolta e ascoltata al contrario, diventando così: “Oh ecco il mio dolce Satana, (la cui) unica piccola via non mi renderà triste, il cui potere è sacro…egli (ti) darà forza dandoti il 666…(in una) piccola baracca di attrezzi ci farà soffrire tristemente…”. La band esce bene da questa accusa, ma la leggenda dà vita alla mania di riascoltare canzoni al contrario a caccia di messaggi satanisti.
Dalle ghost track ai messaggi subliminali, cresce la voglia di saperne sempre di più di questo mondo affascinante e ci si perde fra quelle che diventano credenze e fatti ancora da rivelare. E’ legittimo chiedersi come fosse negli anni 60’ ascoltare un album dei Beatles e trovare la sorpresa di un brano, seppur di breve durata, che non era previsto. Legittimo immaginare la reazione, o la sensazione provata in quel momento. Chissà. L’unica certezza è che al giorno d’oggi con il continuo avanzare della tecnologia questo tipo di magia è andata lentamente scemando; abbiamo mp3 e FLAC a renderci piacevole l’ascolto di una canzone. Abbiamo i-Tunes per scaricare con un click tutta la musica che ci pare e le ghost track sono diventate “bonus track” ormai non più celate. Ma vuoi mettere il fruscio di un giradischi acceso? Il giro di un CD che ti aspetti sia tutto lì, e subito dopo… scopri che la musica non è finita?
http://http://www.youtube.com/watch?v=gmtbsFW0tCw
Nato nel 1990 e cresciuto a pane e rock’n’roll, aromatizzato con un pizzico di blues e insalata reggae.. alimenta la sua “prostituzione musicale” negli anni suonando con varie band e scrivendo canzoni fissando i tramonti sul mare di Diamante. Studia Comunicazione & Dams all’Università della Calabria. Ama il profumo della pioggia di fine estate, le canzoni in LA minore, Breaking Bad, i film francesi, le loro colonne sonore manouche e la scrittura dannata di Charles Bukowsky. Odia chi odia perchè infondo si sente un pò hippie anche se odia ammetterlo (ma una macchina del tempo che lo porti indietro negli anni ‘60 è il suo vero sogno), e parlare di se in terza persona che lo imbarazza molto.