Cos’è l’asessualità e perché non se ne parla?
Cercando la parola asessuale sul dizionario di lingua italiana troviamo la seguente definizione: “privo di richiamo sessuale; che non ha attinenza con il sesso”. Effettivamente, quella alfa privativa prima di “(a)sessuale” poteva suggerirci che l’asessuale è tutto il contrario di ciò che noi colleghiamo alla sessualità. Eppure, questa definizione non è poi così idonea a spiegarci cosa si intenda per asessuale e asessualità.
Vi stupirà o forse no, scoprire che l’asessualità, come definita da Alessandro Garzi, fondatore del “Collettivo Asessuale Carrodibuoi”, è caratterizzata “dall’avere poca o nessuna attrazione sessuale nei confronti di alcun orientamento di genere”. Garzi racconta a VanityFair che “Molti impiegano anni per comprenderlo e accettarlo. Viviamo in una società in cui è dato per scontato che tu sia etero e che tu voglia una relazione monogama che duri tutta la vita e che comprenda il sesso” e aggiunge: “accettarlo non è un processo semplice, significa ammettere di non essere parte del mondo che ti circonda e che ti ha condizionato per anni”.
Questo non vuol dire che le persone asessuali, che rappresentano 1% della popolazione mondiale, non abbiano relazioni sentimentali o non possano legarsi stabilmente a qualcuno. Attenzione a non incorrere nell’errore di credere che l’asessuale sia anche privo di sentimenti, in quanto questi è pienamente capace di provare qualsivoglia forma di attrazione nei confronti dell’altro, tranne quella prettamente collegata alla sfera sessuale.
Sebbene dal 2010 la comunità asessuale abbia perfino una bandiera – consistente in quattro strisce orizzontali, dall’alto verso il basso: nero, rappresentante l’asessualità; grigio, che indica la sessualità grigia; bianco, che rappresenta l’allosessualità; e infine il viola, che simboleggia la comunità – di asessuali e asessualità si parla ancora troppo poco e spesso si stenta a credere che possa essere esistente. L’asessualità invece esiste e come tale deve essere conoscibile e riconosciuta, per questo è necessario parlarne di più.
Già pubblicato su L’Altravoce dei Ventenni-Quotidiano del Sud 29/11/2021