The Preacher – pregare non serve

Dio non è morto, caro il mio Nietzsche, è solo fuggito.

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Con la fine della sesta stagione di Game of Thrones, le altre serie possono avere l’attenzione che meritano e godere della trasmissione estiva, meno impegnativa e, soprattutto, meno affollata. The Preacher è uno dei prodotti che più sta beneficiando di questo clima.
Tratto dalla serie di fumetti Preacher dello scrittore Garth Ennis e il disegnatore Steve Dillon, pubblicata dalla DC Comics sotto l’etichetta Vertigo, il materiale di cui si parla è scorretto ai limiti della decenza, non leggete oltre se il tema religioso vi fa salire il nazismo, il bigottismo o altre brutte malattie. Il successo del fumetto è dovuto alla satira senza censure, all’humor nero e alla violenza gratuita che accompagna temi come la discendenza di Gesù, il rapporto tra l’uomo e la Chiesa, il sesso, gli angeli, e ,udite udite, un nuovo Messia.
Ma andiamo con ordine. Nell’ambito fumettistico non è nuova la satira al sistema ecclesiastico e ai capisaldi cui fa riferimento, in tv, invece, decisamente sì. Nonostante le pressanti richieste, perfino la HBO, nota casa produttrice di prodotti filo-censura, ha avuto tentennamenti a riguardo. A svilupparla c’ha quindi pensato la AMC, Evan Goldberg, Sam Catlin e quel sant’uomo di Seth Rogen che -insomma- dopo un film in cui ridicolizza apertamente la dittatura in Corea del Nord, non ha più paura di niente.

Joseph Gilgun as Cassidy, Dominic Cooper as Jesse Custer, Ruth Negga as Tulip O'Hare; group - Preacher _ Season 1, Gallery - Photo Credit: Matthias Clamer/AMC

Finalmente nel maggio 2016 vede la luce Preacher. La storia è narrata dalla prospettiva di un prete squattrinato e ateo, sconsolato dalla monotonia e dall’ipocrisia della città in cui vive, Annville in Texas, con un passato scomodo e fatto di scelte sbagliate; il nostro protagonista si riscopre improvvisamente credente dopo essere stato posseduto da una strana forza sovrannaturale, che gli conferisce il potere della Parola di Dio. Come Kilgrave in Jessica Jones, infatti, lui può ordinare alle persone di fare quello che dice: se ordina ad un uomo di essere onesto e aprire il suo cuore alla madre, state pur certi che andrà da lei, si siederà, le dirà tutta la verità e prendendo un coltello si tirerà fuori il cuore dalla cassa toracica.
Il prete, Jesse Custer, presto scopre che la creatura -Genesis, figlia di un angelo e un demone- che ora abita abusivamente dentro di lui, deve tornare in Paradiso. Non prima però di aver ritrovato Dio che, sconvolto dalla presenza di un essere tanto più potente di lui, semplicemente ha piantato baracca e burattini perchè -sai che c’è?- fatelo fare a lui Dio, se è così speciale.

Da qui inizia il racconto on the road di Jesse, la sua ex ragazza Tulip e il suo amico irlandese Cassidy, un vampiro alcolizzato di quasi 600 anni.

Fa ridere, c’è poco da fare: è un racconto satirico scorretto e assurdo, intriso di cinismo e, stranamente, anche di tanta speranza nel cambiamento, fede nel domani e negli uomini (i veri protagonisti della storia, nonostante gli elementi trascendentali). Gli autori riescono ad approfondire e analizzare i personaggi con poche battute, a mostrare le incongruenze della società americana in poche ambientazioni, facilitati dal background western e dall’espediente narrativo dei flashback.

La prima stagione di dieci episodi ancora non è stata trasmessa per intero, solo fino alla quinta puntata, ma la serie è stata già rinnovata per una seconda stagione, a riprova che non sono l’unica entusiasta di questo prodotto.

Fan o no del fumetto, credenti o no in Dio, dategli una chance.
È la Parola di Dio che ve lo ordina.