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Musei e tecnologia convolano a nozze

Un’esperienza culturale al servizio del visitatore, tra realtà virtuale e gamification

L’inarrestabile evoluzione degli strumenti tecnologici ha avuto negli ultimi decenni un impatto significativo sul mondo della cultura e, in particolare, sulle attività dei musei, aprendo nuove e inaspettate opportunità per visitatori e addetti ai lavori. Le moderne soluzioni tecnologiche sono infatti ampiamente ed efficacemente spendibili per la concreta valorizzazione del patrimonio culturale in più settori: l’accessibilità, la promozione, ma anche la didattica e la ricerca.

In questa fase storica, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale nella fruizione e nel pieno godimento dei luoghi di cultura, soprattutto ai fini della cosiddetta accessibilità. Quest’ultimo è un concetto polisemico e complesso, che pretende in sostanza di superare ogni barriera fisica e meta-fisica alla fruizione della cultura, con l’obiettivo finale di garantire la massima inclusione e integrazione dell’utente. Qualsiasi cosa è realmente accessibile soltanto quando tutti – nel rispetto delle diverse sensibilità – possono beneficiarne appieno. In questa direzione, l’uso della tecnologia ha mostrato un’inedita efficienza, scardinando limiti un tempo insuperabili: i moderni mezzi informatici hanno infatti aperto nuovi canali per apprezzare e godere fino in fondo di beni, ambienti, attività e servizi culturali, sublimando barriere fisiche, linguistiche e sensoriali.

C’è poi un secondo tema d’indagine che riguarda l’applicazione delle innovazioni tecniche ai luoghi della cultura per migliorare l’esperienza del visitatore. La tecnologia permette infatti di dare nuove e insperate potenzialità alla classica «visita al museo», creando opportunità finora del tutto inesplorate. Non si tratta di un dato meramente quantitativo: la tecnologia assicura esperienze qualitativamente più complete e stimolanti, nelle quali la fruizione prettamente culturale e l’apprendimento si fondono con il coinvolgimento emozionale e perfino con l’intrattenimento.

In questa prospettiva, è particolarmente interessante la gamification nel settore dei beni culturali, ossia l’impiego di elementi interattivi delle tecnologie digitali e, nello specifico, di strumenti di game design. A questo tema si lega intimamente quello della realtà aumentata, che mira all’arricchimento della percezione sensoriale. Ci sono poi progetti basati sull’utilizzo della realtà virtuale e delle ricostruzioni 3D, con lo scopo di rendere la visita interattiva ed esperienziale. In molti casi, anche all’estero, la tecnologia è stata adoperata per proiettare ricostruzioni animate negli spazi della cultura, dando letteralmente vita agli ambienti e agli oggetti, così da garantire il massimo coinvolgimento dei cinque sensi. Queste particolari soluzioni consentono all’utente di comprendere e apprezzare i reperti e gli oggetti della cultura collocati – pur soltanto virtualmente – nel loro contesto originario.

Tra i prodotti più particolari dell’innovazione tecnologica, un posto di rilievo è occupato dal museo virtuale, in cui l’intera offerta culturale può diventare del tutto immateriale: questa esperienza condivide con il museo classico la missione di fruizione e valorizzazione, seppure attraverso un canale interamente digitale e logiche del tutto nuove.

Più in generale, si tratta di iniziative caratterizzate da una certa complessità, che richiedono un’attenta attività preliminare di studio e un certo impegno economico e gestionale, ma che possono garantire all’utente un’esperienza immersiva, emozionale ed emozionante, in grado di facilitare anche i processi di apprendimento. Di conseguenza, questa nuova concezione dei musei è altresì funzionale alle priorità di una didattica realmente innovativa.

Queste soluzioni, pur nell’eterogeneità delle loro forme, navigano nella comune direzione di arricchire un’esperienza sempre più user-oriented per il visitatore e di garantire un’offerta del prodotto culturale innovativa e stimolante, in modo da attirare un pubblico più vasto.

Infine, va detto che le tecnologie giocano un ruolo decisivo per gli operatori del settore anche nell’ambito della ricerca: i nuovi strumenti tecnici consentono infatti indagini, analisi e ricostruzioni minimamente (o per nulla) invasive, migliorando la quantità e la qualità degli esiti e limitando o azzerando rischi collaterali per l’integrità dei beni e dei siti. In questa direzione, la tecnologia contribuisce fattivamente ai progressi della ricerca.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni