Intervista a Daleca, la startup che ha rivoluzionato il networking
Il distanziamento sociale con cui conviviamo da quasi un anno ha determinato un cambiamento importante anche nel nostro modo di interagire durante gli incontri professionali o di formazione.
I web meetings sono diventati eventi all’ordine del giorno, ma hanno fatto perdere la componente di relazione interpersonale con cui prima, al termine di convegni, seminari o eventi dal vivo, si riusciva a instaurare contatti e sinergie tra i partecipanti.
A sopperire a questa mancanza ci ha pensato Daleca, un’app realizzata dall’omonima startup campana, nata su idea e iniziativa di 3 talentuosi ventenni: Stefano Rainone, Alfonso Graziano e Adele Fabbrocino.
Dopo aver provato l’app in un paio di occasioni, abbiamo approfondito la conoscenza del progetto con Stefano Rainone, amministratore della società e founder di Daleca.
- Innanzitutto, da chi è composto il team di Daleca?
Io mi sono laureato in ingegneria informatica nel 2016 e da allora collaboro come libero professionista con diverse realtà, come il festival di Giffoni, l’Università di Salerno, Startup Grind e l’ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati. A marzo 2020 mi venne l’idea di Daleca e insieme ad Alfonso, un eccellente programmatore, e Adele, che è esperta in ambito economico/finanziario, decidemmo di renderla realtà.
Si sono poi uniti al team Vittorio, Phuong Phan, Aya, Edoardo e tantissime altre persone che ci stanno dando una mano a titolo completamente gratuito, perché credono nei valori del progetto. L’obiettivo minimo che ci poniamo è quello di riuscire in breve tempo a remunerarli almeno 100 volte in più rispetto all’investimento – in termini di tempo – che stanno facendo.
- Cosa vuol dire “Daleca”, perchè questo nome?
A noi piace molto leggere e uno dei libri che avevamo letto in comune, che aveva praticamente cambiato la vita a tutti e tre, era: “Come trattare gli altri e farseli amici” di Dale Carnegie. Abbiamo deciso di chiamare la nostra startup DaleCa come tributo proprio all’autore, di cui condividiamo pienamente i principi e i valori riguardanti le relazioni interpersonali.
- Come nasce l’idea dietro la startup?
Organizzavamo già eventi (offline e online) da 5-6 anni ma durante la pandemia ci stavamo annoiando nel seguire e organizzare sempre le solite dirette su Facebook o webinar su Zoom. Volevamo fare qualcosa di innovativo, che permettesse una maggiore interazione dei partecipanti e con cui effettivamente le persone potessero interagire tra loro, in modo più diretto e coinvolgente. Io avevo già partecipato a uno Speed Meeting – dal vivo – a Las Vegas e il format mi era piaciuto molto, per cui ci siamo detti “perché no?”, proviamo a renderlo online!
- Come lo smart networking di Daleca riesce a sostituire il classico networking?
Semplice: il classico networking richiede una sorta di “asimmetria” delle parti coinvolte, perché c’è sempre una persona che deve andare da un’altra a dire “Le va di scambiare due chiacchiere in merito a…” e questo fa percepire spesso la persona come se volesse “vendere” qualcosa. Con Daleca invece si crea un ambiente in cui ognuno si trova sulla piattaforma per costruire nuove relazioni professionali, e in base ai propri interessi vengono presentate one-to-one le persone più adatte a darsi una mano per gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
- A che tipologia di utenti vi rivolgete e qual è stata la risposta iniziale del pubblico?
Professionisti, imprenditori e studenti di talento che credono nell’importanza del fare rete e amano conoscere e confrontarsi con persone interessanti. Inizialmente è stato complicatissimo far comprendere il funzionamento dell’App, perché appunto è un qualcosa che nessun altro tool permette di fare. Questo è proprio uno degli svantaggi di essere i primi nel fare qualcosa.
Sembra che in Italia nessuno si fidi delle cose “nuove” e pertanto abbiamo ricevuto parecchi “le faremo sapere” nella fase iniziale. Poi è bastato far comprendere le funzionalità a qualche azienda/associazione importante per arrivare addirittura al G20: settimana scorsa la delegazione W20 che si occupa di pari opportunità ha utilizzato Daleca per organizzare uno Speed Meeting in ben 20 Paesi del mondo. Questa per noi è stata veramente una grande soddisfazione.
- In base alla vostra esperienza, qual è il tempo minimo necessario di un incontro di smart networking affinchè possa essere efficace e possa creare sinegerie e connessioni tra i partecipanti?
3 minuti possono bastare per farsi una primissima idea sul se ci sono margini di collaborazione, ma il tempo ideale, in base a quanto stiamo vedendo, è tra 4 e 5 minuti. Di meno è troppo poco, di più diventa noioso se non c’è affinità professionale.
- Gli “speed date” tra partecipanti ad un incontro avvengono in modo casuale o è possibile creare le connessioni in base a parametri preimpostati?
La versione premium di Daleca permette di organizzare eventi con “Smart Match”, ovvero le persone parlano per prima con quelle con cui hanno la maggiore probabilità di creare una relazione professionale di successo; mentre in quella Basic i match sono casuali.
- Qual è un valore aggiunto, una caratteristica positiva e di vantaggio dello smart networking rispetto al classico networking?
Networking vuol dire: impiego tanto tempo; conosco poche persone che non sono sicuro che siano quelle adatte per darmi una mano a raggiungere i miei obiettivi professionali; c’è una sorta di asimmetria perché chi chiede il “collegamento” viene percepito come se volesse vendere qualcosa.
Smart Networking vuol dire: in poco tempo conosci tante persone; i match sono “intelligenti”, ovvero sei sicuro di conoscere persone coi tuoi stessi interessi e con le quali hai ampie possibilità di sviluppare collaborazioni.
- Quando il networking classico tornerà ad essere la regola, quale pensate sarà il ruolo dello smart networking?
Un ruolo sicuramente non marginale. Partecipare a un convegno richiede il doversi spostare (dunque un costo), seguire ore di convegno e poi (forse) riuscire a conoscere qualcuno di interessante. Con Daleca, invece, è possibile conoscere decine di persone interessanti, che si trovano magari dall’altra parte del mondo, in meno di 1 ora e a costo zero.
- Cosa vi aspetta nel prossimo futuro?
Tra qualche giorno inizieremo un percorso con un acceleratore della Silicon Valley, sperando che attraverso il loro supporto riusciremo a crescere ancora più velocemente ed attrarre investitori. Tra qualche mese invece vorremmo arrivare a realizzare un record, organizzando lo Speed Meeting più grande al mondo in cui si fa networking in relazione al tema degli SDGs (gli obiettivi di sviluppo sostenibile).
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni