MANGIAGRAECIA, un nome, un logo, una radice comune, tre ragazzi, tre amici, la stessa passione: il cibo.
Gaetano, Mario e Massimiliano sono i gestori della pagina Instragram Mangiagrecia, ove sono soliti “postare” fotografie e recensioni dei migliori piatti e migliori ristoranti che hanno avuto il piacere di sperimentare.
Giacchè i tre emissari – come amano definirsi – sono così bravi a dare pareri e voti, lascio loro la parola e la possibilità di “recensire” il loro hobby e la loro passione.
Ci incontriamo nella splendida cornice del ristorante Ferrocinto di Cosenza, famoso per il risotto al vino delle proprie cantine, e passo dopo passo mi accompagnano in questo viaggio alla scoperta dell’Ars Magnamagnae.
“Come, quando e perché nasce Mangiagraecia?”
Mario: Mangiagraecia, o meglio, le versione originale dell’attuale account, prende vita nel lontano 2015 come alibi di due fuorisede squattrinati per andare a mangiare fuori senza sentirsi troppo in colpa, mascherando quindi l’appetito e lo sperperare andando in giro alla scoperta di nuovi ristoranti piuttosto che cucinando. Diciamo che per noi era una sorta di spedizione “lavorativa” per il bene dei followers e per il bene supremo dell’oggettività della recensione. L’idea nacque, in realtà, in un pomeriggio romano insieme al mio ex coinquilino Luca, che già all’epoca aveva in cantiere una rubrica sul beverage (oggi Bevigraecia) perché lui si era iniziato al vino con un corso da Eataly.
Ad ogni modo, è stato quasi per gioco, ma pian piano abbiamo incominciato a postare foto e a a recensire i piatti che assaggiavamo, secondo il nostro gusto e gradimento, prendendo spunto dalle varie pagine di food experience e seguendo la tabella di votazione del maestro Alessandro Borghese.
Il progetto, però, poi si arenò per qualche mese, noi eravamo presi da altre faccende, l’imminente laurea e soprattutto il futuro incerto che ci ha fatto perdere la bussola per un po’.
Nel 2018 Mangiagraecia torna più forte di prima, e riaccende, finalmente, il fuoco: ho messo su una pentola a bollire e ci ho buttato dentro i miei amici Massimiliano e Gaetano, che ho coinvolto volutamente in questa resurrezione di Mangiagraecia 2.0 visto il loro entusiasmo e la loro passione per la cucina l’uno e per la tavola l’altro.
Prima ho avvicinato Massimiliano, mio socio in altre imprese, e poi Gaetano, scelto per il suo innato talento, per la dedizione e la passione per la cucina: chi meglio di lui poteva essere il nostro home chef? Lo abbiamo investito di questo ruolo credendo, tra l’altro, di avergli fatto anche un bel regalo, perché fondamentalmente così si diverte ancor di più a stare tra i fornelli.
Il progetto, pertanto, è quello di andare in giro a divertirsi e dar spazio alla nostra passione per l’enogastronomia combinata il più delle volte a quella del viaggio. Infatti, spesso, viaggiando ci lasciamo tentare dalle specialità della casa. Poi comunque abbiamo diversi e numerosi emissari in giro, che mandano foto e fanno recensioni (che passano sotto il nostro vaglio di congruità) in base alla loro esperienza e si fanno portavoce di sapori sempre nuovi.
Masso: Mangigraecia per me è un passatempo interessante, diciamolo chiaramente, instagram ormai è diventato monotono.
Io mi sono aggiunto in un secondo momento, come diceva Mario, in qualità di socio (ri)cofondatore e da lì abbiamo tracciato un bel percorso di crescita per l’account. Da che prima cercavamo di rimanere nell’anonimato, poi lo abbiamo reso pubblico fra gli amici e da lì ovviamente consensi e pubblicità sono aumentati, anche se la strada è ancora lunga.
Ci accomuna la passione per l’esperienza culinaria più che raffinata, particolare e diversa in ogni parte del mondo.
Il requisito per essere admin del nostro account? Essere o essere stato una Uga e avere una grandissma passione per la forchetta e il coltello.
A tu per tu con Gaetano:
Raccontami com’è nata la tua passione per la cucina.
La mia passione per la cucina è nata grazie a mia madre: io mi mettevo ai lati del tavolo e cercavo di rubare le noci e qualche pezzettino di impasto della frolla quando faceva le crostate per la colazione.
I miei primi contatti con la cucina, stranamente, sono stati con i dolci nonostante non li abbia mai amati particolarmente; successivamente, guidato da una fame spropositata, ho cominciato a cimentarmi in qualche primo piatto classico durante i pomeriggi in cui rimanevo solo in casa.
Ormai sei famoso per essere un abile e crativo cuoco. Quanto conta l’immaginazione in cucina?
Nella cucina l’immaginazione è fondamentale ma è una componente superflua se non associata ad una grande conoscenza delle materie prime, degli abbinamenti e delle tecniche di cottura. Senza la mistione di tali componenti sarà impossibile dare pieno sfogo alla propria creatività e ideare piatti innovativi e fuori dagli schemi.
Come ti senti quando cucini?
La cucina ha sempre rappresentato un punto fermo, un punto di forza, il punto di partenza con cui ho iniziato un lungo processo che mi ha portato finalmente a credere completamente in me stesso.
Cucinare per me è appagante per ogni senso, riesce a saziarmi solo con i suoi profumi e a raddrizzare qualsiasi giornata, anche la più storta.
Sei un ospite superbo nelle cucine altrui?
Quando mangio a casa di altre persone non sono molto pretenzioso ma quando mi trovo in un ristorante mi piace fare caso ad ogni piccolo particolare e se necessario (quasi sempre) criticarlo aspramente. La ristorazione è una cosa seria e oggi come oggi, dato il notevole e crescente successo del settore, sono più quelli che si cimentano rispetto a chi ha dentro di se una vera passione, radicata nell’amore per la terra e i suoi frutti e nelle tradizioni di famiglia. La cucina risveglia sensazioni primordiali e questo aspetto deve essere inculcato nelle generazioni future al fine di non ridurci ad un semplice “saziarsi”.
Grazie ragazzi. Spiegatemi meglio, adesso, come “operate”: l’iPhone prima o dopo forchetta e coltello?
E’ uno strumento importante, quasi quanto le posate. La fotografia e la descrizione, insieme, servono per riportare agli occhi di chi ci segue quello che poi i nostri palati percepiscono. Per esempio, adesso, noi, su suggerimento dello Chef, procediamo all’ordinazione. Una volta che il piatto è in tavola, il primo step è verificare l’impiattamento, poi si passa allo shooting. Il terzo passo è l’assaggio e ovviamente, se di nostro gusto, lo strafogo. Tra una chiacchiera e un’altra si iniziano a valutare diverse caratteristiche: la location, il servizio, il rapporto qualità prezzo e ovviamente la “texture” dei piatti.
Nelle nostre recensioni, infatti, non mancano queste voci: è questo l’insieme delle valutazioni che lasciamo ai nostri utenti.
Ora rispondete al seguente quiz:
Nome di battesimo? | Gaetano Francesco | Mario Michelangelo | Massimiliano |
Nickname? | Aibms | Michelangelo | Masso |
Piatto preferito? | Paccari alla genovese, pasta fresca con datterini e basilico | Tortellini fatti a mano | Senza dubbio bistecca sopra le quattro dita con contorno di patate al forno |
Pizza o pasta? | Pasta e pizza | E’ come chiedere “vuoi più bene a mamma o a papà?” | Pasta |
Il parmigiano sta su tutto? | No, ma può essere utilizzato più di ciò che si pensa | Si | Ni |
Dolce o salato? | Salato tutta la vita, ma i dolci alla ricotta non si battono | Salato | Dolce |
Gianduia o nutella? | Nessuna delle due, le spalmabili non mi fanno impazzire | Nutella | Nutella |
Il verde nei piatti ti piace? | Le verdure sono alla base della cucina | Solo se avocado o pistacchio | Si |
Qual è il tuo stellato preferito? | Lo sto ancora cercando | “Il cielo stellato sopra di me” | Lo scopriremo insieme |
Quanto conta l’estetica in un piatto? | L’estetica conta per un buon 30-40%, un piatto più bello da vedere rendere più desiderabile la pietanza e arrcchisce l’esperienza del cliente coinvolgendo tutti i suoi sensi | Conta poco | 25% |
Vino o birra? | Dipende da cosa sto mangiando | Vino | Birra |
Carne o pesce? | Non si fanno queste domande! Potrei metterci una vita, già con pizza o pasta ti sei spinta oltre | Carne | Pesce |
Piccante si o no? | Se saputo dosare assolutamente si | No | Si |
Piatto tradizionale preferito? | Mi limiterò a menzionare piatti della tradizione cittadina e quindi dico “pasta china” alla cosentina, (Zitoni per essere precisi) con polpettine e tutto il resto; menzione d’onore alla “purpetta di melanzane”, alla pasta e patate “ara tieddra” e a broccoli di rapa e salsiccia (rigorosamente di fegato). | Patate “mpacchiuse” con cicpolla di tropea | Pasta e patate “alla tieddra” o lagane e ceci |
Sugo: passata o pelati? | Dove c’è sugo c’è magia ovunque esso sia. | Passata | Passata, però fresca |
Sai cucinare? | Così dicono! | Cucino per il mio sostentamento | Si |
Tuo piatto tipico? | Non ne possiedo uno ma mi lascio prendere dall’ispirazione in base a ciò che trovo in frigo | Pasta al sugo e salsiccia aromatizzata al vino rosso | Pasta romana: cacio e epe o carbonare varie |
E’ meglio cucinare o mangiare? | Cucinare mi fa passare la fame, quindi dico cucinare. | Mangiare | Meglio mangiare |
Ultima domanda (anzi, penultima): mi faccio ambasciatrice di Venti e vi lancio una proposta.
Vi va di collaborare insieme a noi e creare una rubrica che possa essere di sostegno ad ogni giovane, soprattutto fuorisede, quando deve mangiare, in casa e fuori al ristorante?
G.M.M.:oltre alla forchetta, siamo bravissimi ad inforcare anche la penna. Sfida accettata!
Grazie!
Dalla prossima settimana, quindi, il mercoledì sarà la giornata dedicata a Mangiagraecia!
Seguiteci e mettete il like alla loro pagina su instagram.
A noi, invece, buona fortuna e.. buon appetito!