L’essenziale

“Cosa mi rimarrà di questi giorni?”

È la domanda che mi fluttuava in testa, di continuo, durante la mia quarantena. 
Sì, è vero, è stata un’esperienza non facile: il Coronavirus ci ha messi di fronte all’isolamento fisico ma anche psicologico, ci ha imposto quello che la nostra frenetica vita da tempo ci impediva: fermarci.  
Fermarci e quindi pensare, riflettere, apprezzare (forse), cambiare (un po’).

Riprendere la vita pseudo-normale è stato più traumatico dell’abituarsi a stare chiusi in casa.

In effetti, se ci pensiamo bene, “rinchiudersi in casa” è stato come ritornare a quell’attimo prima di venire al mondo: stare rannicchiati nel grembo materno ci faceva sentire al sicuro, così come le mura di casa nostra ci hanno fatto sentire protetti, meno deboli nella nostra fragilità. 
Se poi, fra quelle quattro mura, siamo circondati dagli affetti… casa diventa proprio un bel posto dove stare. 

Ritorna tutto a ciò che dicevo qualche settimana fa, quando ancora il lockdown era solo un’ipotesi (vicinissima): è l’amore l’ingrediente che ci serve per vivere con serenità.

Proprio l’amore, quotidiano, continuo, quasi dispettoso e invadente della mia famiglia è la cosa che più mi mancherà; l’amore della condivisione delle piccole cose, da una fetta biscottata a colazione fino alla tisana della sera, dalle sessioni di stretching ai deliziosi impasti di farina 00.
L’amore nel condividere il lavoro, nell’aspettarsi ad ogni ora, nel voler fare insieme qualsiasi attività.
L’amore nella scoperta e riscoperta di ciò che più ci è caro: il Tempo. 

Il Tempo è un dono che spesso sottovalutiamo, diamo per scontato e sprechiamo. 

Cara quarantena, nonostante tutto, io Ti ringrazio. 

Ti ringrazio perché ho scoperto che sono grata alla mia vita e perché mi hai dato una meravigliosa opportunità: quella di scavare dentro la mia anima per vedere cosa c’è, per riscoprire i miei punti fermi, per riflettere su chi sono e dove sono e su chi voglio diventare e dove voglio andare, per riscoprire i più semplici valori che danno colore alla mia esistenza, per avermi fatto ricordare quanto sia incredibile sentirsi amati. 

In virtù di tanto, noi di Venti abbiamo pensato di chiedere a tutti voi quello che avete imparato durante il lockdown e cosa, soprattutto, vi mancherà di più adesso che stiamo oltrepassando la fase 2 verso la fase 3 e chissà quali altre.   

Il dato più rilevante è emerso dall’analisi del proprio io: “Ho guardato dentro di me, ho capito che prima di stare bene in compagnia, uno deve stare bene da solo”.
Stare fermi non è stato un peso, lasciarsi andare è servito a tanto: alcuni hanno apprezzato “la tranquillità, l’abbandono della frenesia e delle corse quotidiane, l’aria pulita la mattina, la possibilità di gestire il tempo liberamente, la riscoperta delle piccole gioie (tipo la pizza il sabato sera)”.
Secondariamente, ma non perché meno importante, la Famiglia, il valore della casa, dell’unione con i propri familiari e in generale delle piccole cose, e soprattutto il valore della preghiera.
Qualche giovane papà ha confessato: “La possibilità di stare più con i miei bimbi e con mia moglie senza il rimorso di “sottrarre” tempo al lavoro… È come se avessi scoperto “il paradosso della famiglia””

C’è anche chi ha anche detto di aver “scoperto il senso patriottico”.         
La riscoperta, poi, del tempo libero con la rivalorizzazione del piacere di alcuni hobby, come la scrittura e la pittura oppure l’aver provato a vivere con “calma, con la possibilità di avere tempo per me e dei vecchi vinili dei miei”.     
Addirittura, c’è chi ha ritrovato il rispetto delle sane abitudini: “ho apprezzato la possibilità di seguire la dieta con criterio perché non soggetta a ritmi stressanti” nonché l’aver alimentato “la voglia di studiare”.

C’è chi si è messo a nudo e ha raccontato che la sua migliore scoperta è stata “il tempo. Guardarmi allo specchio senza avere paura di essere me. Mi sono abbracciata, ho pianto, ho riso, mi sono coccolata. Ho guardato un film con me stessa, ho riscoperto il mio giardino di casa e com’è bello fare due passaggi a pallone. Ho apprezzato la mia casa, il valore di ogni singolo attimo.
Sempre “il tempo! Tempo per noi stessi, tempo per fare del bene con ogni mezzo, a noi stessi e agli altri! Ho riscoperto l’importanza di avere uno scopo”.

E ancora, c’è chi ha ritrovato “la capacità di essere dinamico quando tutto è fermo. La consapevolezza del contrario.”
C’è chi ha riscoperto l’amicizia: “mi manca vedere i miei amici, che apprezzo ora più che mai!” o “gli amici, quelli che non mi hanno abbandonata, nonostante i 1000 km lontano da casa”; ma anche la fedeltà di quegli amici (im)mobili che ci hanno fatto compagnia in queste lunghe giornate “la mia chitarra e la mia penna”. 

E poi c’è chi ha riconosciuto con nostalgia di aver “scoperto quanto sia importante e vitale la normalità” nonostante “la lentezza, il non dover fare più cose contemporaneamente, avere la possibilità di gestire il tempo e scandire le giornate in base ai miei interessi” siano valori da non dimenticare.

Ancora, tra le risposte che più ho apprezzato, “ho scoperto che lavorare da casa è fantastico, ho scoperto di essere tecnologica” oppure “ho riscoperto il piacere di stare a contatto con la natura” o “la capacità di riuscire a fare più cose durante una giornata”, “ho apprezzato ogni giornata di sole come non avevo fatto prima”.
La voglia di investire su sé stessi è ciò che un po’ tutti abbiamo avvertito sulla nostra pelle.

Insomma, ognuno di noi ha scoperto “l’ozio che non mi concedevo da una vita” ma soprattutto il “valore delle “piccole” cose che troppo spesso si danno per scontate”.

“L’importanza del tempo, la bellezza di un abbraccio, l’importanza del contatto”. 
“Ho scoperto che ci si può reinventare e ho capito chi c’è davvero per me, nonostante tutto”.


“Trovare il tempo per cercare chi ci sta a cuore”.

E poi vi abbiamo chiesto: cosa vi mancherà di più?

La calma, il silenzio, le serate in famiglia, il tempo dedicato a me stesso, l’amore quotidiano dei miei cari, la capacità di riflettere e fermarmi.

 “Il non dover mettere una sveglia al mattino, il traffico, dover cercare parcheggio la sera, la possibilità di guardare un film con i miei genitori a qualsiasi ora del giorno”.

Gli incontri su zoom la sera”: perché molti rapporti sono nati o si sono consolidati in questi mesi, in cui ci siamo messi a nudo, gli uni di fronte agli altri, nella nostra interezza e – lasciatemelo dire– nella nostra bellezza d’animo.
Ci siamo uniti, ci siamo fatti da scudo e da ancora, abbiamo riso e dato spazio alla nostra creatività.

C’è chi dice che gli mancherà “il non avere fretta”. 
È vero: dovremmo fermarci di più a respirare, “dedicare più tempo ad ascoltarci senza dover vivere per forza” dimenticando, ogni tanto, di “guardare l’orologio”.
Non diventare schiavi del tempo, ma renderlo il nostro migliore amico. 

Spero che non mi mancherà nulla, ma che avrò imparato a portarmi tutto dentro”.

Con questo augurio, vi lascio un piccolo invito, lo stesso consiglio che mi ripeto ogni mattina appena sveglia e ogni sera prima di andare a dormire.
Tutta questa resa globale è stata un’occasione, perché ci ha dato modo di capire che il Tempo è tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che ci rimane: sfruttiamolo al meglio, facendo quello che ci piace, alimentando i nostri spiriti, amando e vivendo in compagnia dei nostri cari.             
Non è impossibile (forse solo un po’ difficile) mantenere queste sane abitudini nel nostro quotidiano: è compito nostro non farci (s)travolgere dalla frenesia.

È nostro obbligo fermarci e imparare a respirare a pieni polmoni.  
Togliamoci le maschere: anche senza quelle indosso scopriremo che siamo tutti uguali e siamo tutti umani. 

Fragili, meravigliosi, unici. 

L’unica cosa di cui abbiamo bisogno è amore, per noi stessi, per i nostri cari e per la vita, tutta.