Il mondo dei social è davvero vasto e chiunque può ritagliarsi un posticino per mostrare sé stesso e allo stesso tempo affacciarsi nel mondo per “vedere” cosa succede. Instagram in particolare ha rivoluzionato i social, con la condivisione di foto e stories le potenzialità sono infinite per chi ha voglia di condividere la propria vita o il proprio business. C’è chi poi, sui social, non solo condivide il proprio lavoro, ma utilizza quello spazio per mostrare la propria visione del mondo, in particolare di un angolo di mondo, l’Italia e le sue tradizioni. Sophie Minchilli è una ragazza, italiana da parte di padre e americana da parte di madre, che condivide con la madre, Elizabeth, la passione per l’Italia, la sua cucina e le sue tradizioni e di questa passione ha fatto un lavoro. Gira l’Italia, il centro e il sud in particolare, per mostrare ai turisti cosa significa vivere in Italia, mangiare italiano e portarli alla scoperta delle usanze, degli antichi mestieri e delle cose belle di cui il nostro paese è pieno. Con le sue foto e i suoi video riesce a raccontare attimi e persone, mostrando il lato più straodinario di una ordinaria giornata italiana, al bar o in mezzo alla strada, al mercato o al ristorante.
- Sophie, parlaci del tuo lavoro, di cosa si tratta e come lo gestisci?
Faccio ‘food tour’ a Roma, ma anche in Umbria e in Puglia. In pratica porto in giro per la città turisti, facendogli assaggiare i cibi della mia infanzia. Visitiamo mercati, forni, alimentari e caseifici. Mangiamo molto durante il corso del tour, ma parlo molto anche della cultura Italiana, di come si faccia la spesa, della regionalità e coinvolgo molto i miei clienti con i proprietari dei vari negozi o banchi al mercato.
Lavoro assieme a mia madre, e devo dire che sono molto fortunata! Si è inventata un lavoro perfetto per me, quando nessuno pensava che avrebbe funzionato, è andata comunque avanti. Ad oggi sono 5 anni che faccio questo lavoro insieme a lei (senza neanche una litigata!).
- Come ha avuto origine la tua passione per il cibo?
Da quanto mi ricordo ho sempre avuto fame e questo ha portato alla mia passione per il cibo. Passavo infinite ore in cucina aspettando che il cibo fosse cotto, ma anche assaggiando man mano e facendo mille domande. La mia passione più grande, però, è sempre stata fare la spesa al mercato. Quando ero più piccola accompagnavo sempre mia madre in giro per le varie botteghe del quartiere. Mi piaceva poter scegliere cosa mangiare, e mi piaceva anche assaggiare i prodotti.
- Spesso si sente dire che in Italia viviamo per mangiare, mentre negli altri Paesi si mangia per vivere, sottolineando così la forte importanza culturale del cibo nel nostro Paese. Quale è il tuo punto di vista?
Spiego sempre ai miei clienti che il cibo in Italia è come una religione. Se loro riuscissero a capire le conversazioni delle persone per strada, si renderebbero conto che il 90% dei discorsi sono basati sul cibo: ‘Quanto cuoce il sugo?’ ‘ No, lo fa meglio mia madre’ ‘ Cosa hai mangiato a pranzo? E a cena che mangi?’ Spesso anche mentre mangiano, gli Italiani parlano di cibo.
Io penso che diamo cosi tanta importanza al cibo perché in Italia lo associamo molto spesso a valori come la famiglia e l’amicizia. Un piatto di pasta in Italia non è solo un piatto di pasta. Ma è quel piatto che ci cucinava la nonna, poi la mamma, e probabilmente è lo stesso che ordiniamo sempre al ristorante con gli amici. Quel piatto di pasta rappresenta anche infinite ore seduti a tavola, tra risate e lunghe chiacchierate sulla vita. All’estero spesso si mangia giusto perché si deve, spesso di fretta o davanti allo schermo del computer.
- Da quanto tempo è diventato un lavoro?
Da 5 anni. Subito dopo il liceo mi sono trasferita a Londra per l’università. Il primo anno è andata bene, ma poi ha cominciato a mancarmi tantissimo l’Italia e specialmente il cibo Italiano. Appena completata la laurea ho fatto i bagagli e sono tornata in Italia. Ho cominciato a fare food tour quasi da subito.
- Perché hai scelto di restare in Italia e valorizzare il cibo e la cultura culinaria del nostro Paese? E forse la domanda che in tanti ti faranno: non hai mai pensato di andare a vivere negli Usa?
In molti mi chiedono ‘perchè non vai a vivere negli USA?’, ma non so mai cosa rispondere, perché per me l’unica scelta di vita logica è rimanere in Italia. Io sono completamente innamorata dell’Italia, e penso che siamo molto fortunati ad essere nati in questo paese. Non potrei vivere da nessuna altra parte, e quando mi allontano per troppo tempo mi manca come l’aria. Sarò pure esagerata, ma sono le cose piccole che mi mancavano quando abitavo all’estero: le persone che ti salutano per strada, le chiacchierate al bar, stare seduti a tavola tutti insieme. Quello che mi mancava più di tutto, però, era la bellezza. In Italia siamo continuamente circondati da cose belle: il cibo, l’arte, la musica, l’architettura, le spiagge..potrei andare avanti per ore
- Qual è il tuo più bel ricordo legato al cibo?
La merenda con papà. Mi faceva una cosa semplicissima ma che mi è rimasta impressa sino ad oggi. Fetta di pane tostato con tanto burro e un paio di alici sopra.
- Sei cresciuta a Roma, da mamma americana e papà pugliese, quanto ha inciso il sud nella tua formazione personale prima e lavorativa poi?
Mamma ha sempre amato l’Italia e a volte dimentico che non è Italiana. Quando ero piccola mi sembrava più Italiana di tante altre mamme (a parte il fatto che mi lasciava fare il bagno subito dopo mangiato). Mi sono quindi sentita sempre Italiana prima di tutto, poi Romana, e poi Pugliese. Passavamo le feste a Bari con i parenti e l’estate al mare in Salento. Solo crescendo ho capito quanto in realtà io mi sentissi più Pugliese che altro. Sentivo questo bisogno di ‘scendere giù’ il più possibile, non mi bastava mai il mio tempo in Puglia. Lo raccontavo ai miei amici e ai miei clienti come un posto magico, e non capivo perché non trovavo nessun altro così ossessionato con la Puglia come me. Ho deciso quindi di fare tour gastronomici anche in Puglia e mi sono promessa di pubblicizzarla il più possibile. Ogni singola persona dovrebbe venire in Puglia almeno una volta nella vita.
- Cosa colpisce i turisti che fanno i tuoi tour gastronomici?
Penso la naturalezza dei tour. Non sono pre-impostati, certo ho un giro che faccio, ma spesso cambia in base alle persone che partecipano e a quelle che incontriamo per strada. Mi piace coinvolgerli nella mia giornata, presentarli alle persone del posto, insegnargli qualche frase in Italiano, una ricetta e raccontare storie divertenti della mia infanzia in Italia. I miei tour finiscono quasi sempre con il gelato, ma una volta un gruppo di Americani non aveva voglia di gelato e quindi ci siamo seduti tutti insieme al mio bar preferito a Roma e abbiamo bevuto birre e amari accanto alle persone del posto.
- Cosa cerchi di trasmettere agli stranieri con il tuo lavoro?
Ho sempre viaggiato molto, e devo dire che tutte le cose imparate dai vari viaggi le ho imparate dalle persone del posto. Voglio che i miei clienti se ne tornino a casa con la sensazione di amare veramente le cose che amo io dell’Italia.
- La cosa più bella che ti hanno detto sull’Italia?
Troppe! A volte durante i tour chiedo ‘cosa vi piace dell’Italia?’. Mi sono appuntata un po’ delle mie risposte preferite:
La lentezza della vita e come le persone riescano ad apprezzare tutte quelle piccole cose che di solito diamo per scontato.
I mercati, pieni non solo di frutta e verdure colorate, ma pieni di vita
Il fatto che nessuno si sente pressato a tavola. Quando si mangia lo si fa lentamente, con calma e amore.
- Ha senso, secondo te, puntare sul sud per fare impresa?
Assolutamente si! Amo molto il Sud, e con il lavoro che faccio ho notato che negli anni ricevo sempre più richieste per tour nel Sud. Mi ricordo che da piccola non potevo neanche pensare di passeggiare a Bari Vecchia perchè era considerata ‘pericolosa’, mentre oggi ci porto turisti che ne rimangono completamente affascinati. Il prossimo anno porterò il mio primo gruppo di clienti in Sicilia, mentre il prossimo tour mi piacerebbe farlo in Basilicata. Il Sud ha un potenziale enorme, bisogna solo sfruttarlo al meglio e aiutarlo a crescere.