UN MILIONE IN PIAZZA SAN GIOVANNI, “DIFENDIAMO I NOSTRI FIGLI”. CONTRO COSA SI MANIFESTA?

Piazza San Giovanni
Piazza San Giovanni (RM) – 20 Giugno 2015

Roma – 20 giugno. Oltre un milione di famiglie affolla una gremitissima piazza San Giovanni, con canti, balli e preghiere. A calpestare il suolo fangoso a causa della pioggia sono piedi, piedoni e – soprattutto – piedini. Nessuno, infatti, compresi i numerosissimi bambini, si lascia scoraggiare dal temporale che funesta la capitale. Tutti in piazza «per riaffermare il diritto di mamma e papà ad educare i figli, fermare la colonizzazione ideologica della teoria del Gender nelle scuole e nel Parlamento(DDL Valeria Fedeli PD) e bloccare sul nascere il DDL Cirinnà (PD) che consentirebbe, in prospettiva, adozione e utero in affitto per le coppie dello stesso sesso», spiegano i promotori del Comitato «Difendiamo i nostri figli», tramite il portavoce e organizzatore, il neurochirurgo bresciano Massimo Gandolfini.

Molti gli interventi, tutti fortemente motivati, segno di un’adesione composita ed eterogenea, appartenenti – o anche no – alle tante realtà e associazioni presenti in piazza, tra cui il Cammino neocatecumenale, il neonato gruppo dei “parlamentari della famiglia”, le “Sentinelle in piedi”, gli Evangelici, il “Movimento per la vita”, “Manif pour tous”. Anche l’Imam della moschea di Centocelle, in rappresentanza di tutta la comunità islamica, sale sul palco di San Giovanni per dire che il gender “è pericoloso, cattivo per l’umanità”, e sullo stesso solco sono le parole del Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, affidate ad una lettera.

PARIS, FRANCE - APRIL 23
PARIS, FRANCE – APRIL 23

 

Ma facciamo un passo indietro. Cos’è la Teoria del Gender?

Per “teorie di genere” (“Gender Theory”) si intende un complesso di studi ed opere saggistiche prodotte soprattutto nel mondo anglosassone, a partire dagli anni ’60, in diversi ambiti accademici (psicologia, filosofia, sociologia, linguistica..). Col tempo queste teorie, che intanto vengono fatte proprie dai movimenti gay, arrivano ad immaginare la società ideale come quella in cui l’eguaglianza tra le persone può essere attuata solamente riconoscendo nel “sesso” una mera convenzione sociale, costruita attraverso l’imposizione di regole e norme esterne, che obbliga le persone a vivere “da maschio” o “da femmina”. Negano, dunque, un reale fondamento naturale e ontologico di questi modi d’essere.

L’identità sessuale, fondata sulla realtà biologica psicofisica, è sostituita dall’identità di “genere”, concetto aperto che abbandona il dualismo eterosessuale in favore della più vasta ed arbitraria gamma di auto-rappresentazione di sé. Cinque i generi principali: maschile, femminile, omosessuale, transessuale, ermafrodita, ma il governo australiano ne ha riconosciuti ufficialmente 23, mentre l’edizione americana di Facebook permette di scegliere il proprio genere tra 56 diverse opzioni.

Il disegno di legge Fedeli, depositato a Palazzo Madama il 24 novembre del 2014, ha come obiettivo quello di introdurre l’educazione sessuale e quella di genere nei programmi didattici delle scuole.

Non sono d’accordo però coloro che scendono in piazza a Roma, evidenziando come “un’educazione che propone masturbazione precoce e conoscenza – non solo teorica-  degli organi sessuali propri e opposti a bambini con meno di 10 anni di  vita, servita su un vassoio di liquidità identitaria (“da grande tu vuoi essere maschio o femmina?), contribuisca quantomeno a creare forti squilibri e molta confusione a livello psichico”.

Piazza San Giovanni
Piazza San Giovanni (RM) – 20 Giugno 2015

In controtendenza sembra – ma poi, ad un’analisi seria, neanche troppo – la totale adesione alla manifestazione da parte dell’Associazione di persone amici di persone omosessuali, che boccia la proposta di legge Cirinnà: «Non fa il bene delle persone omosessuali», dice in un messaggio letto dal palco di San Giovanni. «Il matrimonio gay è un non senso sul piano antropologico oltre che un’ingiustizia», aggiunge.

Dopo gli interventi, largo spazio alla musica, e non solo, con Francisco Arguello, detto Kiko, artista laico spagnolo iniziatore del cammino neocatecumenale e fondatore di milioni di comunità nel mondo che ha cantato, accompagnandosi con la chitarra, salmi e brani della Bibbia, tra i quali alcuni estratti dell’Apocalisse, musicati da lui stesso. In seguito, la proclamazione del Kerygma, un annuncio sulla realtà profonda del Vangelo e un’occasione di riflessione interiore per tutti i presenti. «Il Santo Padre sta con noi. – ha detto dal palco – Ho scritto al Santo Padre, dopo aver ricevuto le lettere di alcune famiglie preoccupate per la questione del Gender  e il Papa mi ha risposto quando, domenica scorsa, ha detto che ci sono ideologie che colonizzano le famiglie e contro cui bisogna agire. Qualcuno sbaglia se pensa che non gli piacciano i cortei». Fra gli altri ha parlato anche un rappresentante della comunità africana, accolto sul palco dal giornalista ed ex parlamentare Mario Adinolfi.