Il revival dei fumetti made in Italy

L’ormai prossimo ventesimo anniversario dall’uscita del primo numero di “W.I.T.C.H.”, il fumetto ideato da Elisabetta Gnone, ci invita a riflettere sul ruolo dei fumetti nella vita di noi giovani cresciuti negli anni ‘90.

Da quel che mi ricordo, e per quel che sono sicura essere uno scenario comune, i fumetti ci hanno sempre fatto da compagni nella nostra infanzia. Infatti, era probabile che a casa ci fossero vecchi numeri dei classicissimi collezionati dai nostri genitori – tra Tex, Diabolik, Mandrake, Corto Maltese e altri – pile su pile di fumetti di Topolino – rigorosamente comprato ogni settimana – e, per i meno tradizionalisti, numeri sporadici di fumetti della Marvel.

Per me, però, la chiave di volta, è arrivata con l’uscita del primo numero delle “W.I.T.C.H.”, che mi ha catapultato nel magico mondo di Will, Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin. Il nome delle ragazze sta proprio dietro al titolo del fumetto, che infatti vuol dire sì “strega” in inglese ma ogni lettera corrisponde all’iniziale delle protagoniste, che abbiamo imparato a conoscere tra storie di tutti i giorni, problemi familiari e i più emozionanti momenti da paladine di Heatherfield.

Per un’appassionata di fantasy come me, infatti “W.I.T.C.H.” è stato il primo approccio ad un mondo che non dovevo più immaginare e creami da sola, ma che potevo apprezzare in ogni suo elemento. Ed il vedere visivamente rappresentati poteri magici e posti incantati mi ha aperto un mondo, facendomi capire che questa mia passione poteva anche non restare confinata ai libri.

Durante la quarantena a un episodio di riordino à la Marie Kondo ho ritrovato la mia collezione dei fumetti delle “W.I.T.C.H.” e vi posso assicurare che sprizzavano gioia e, in quanto tale, non penso riuscirò mai a liberarmene. Anche perché ogni numero è legato a molti ricordi: scegliere la mia preferita, dividersi i ruoli con le amichette di scuola, crescere e capire che forse non sarei mai diventata la mia preferita e accettarlo perché, in fondo, la vita va così.

E tenendo conto dell’amore per “W.I.T.C.H.” spiegato anche l’amore per “Monster Allergy”, il fumetto ideato da Katja Centomo e Francesco Artibani e con lo zampino, ancora una volta, di Alessandro Barbucci e Barbara Canepa per il character design e coloring. Amore che è continuato fino ad oggi e che è esploso alla notizia di “Monster Allergy Evolution”, il sequel di “Monster Allergy” a cui hanno collaborato, ad esempio, autori come Licia Troisi, la celebre autrice delle serie fantasy “Cronache del Mondo Emerso” e “Le Guerre del Mondo Emerso”, segnando l’avvento di un crossover che mai mi sarei immaginata ma di cui avevo decisamente bisogno.

Sebbene sia obbligata ad ammettere che sono passati anni prima che io abbia pensato ad alcuni di questi fumetti, mi fa sempre piacere leggere notizie a riguardo, in quanto ognuno di essi ha un posticino speciale nella mia infanzia e mi fa piacere pensare che anche i ragazzi di oggi possano provare le stesse sensazioni e vivere le stesse avventure che ho vissuto io da piccola.

Per gli appassionati di disegno, inoltre, consiglio l’inktober challenge a tema “W.I.T.C.H.” ideata da Alessandro Barbucci nel 2019. Lo so che sia il 2019 sia ottobre ormai sono passati, ma non è mai troppo tardi per prendere parte alla sfida e per fare i nostalgici.

Articolo già pubblicato su Il Quotidiano del Sud- l’Altravoce dei Ventenni il 9/11/2020