Antonella, Alessandra, Agnese, Debora, Maria e Sady: sei giovani ragazze provenienti da percorsi universitari diversi ed anche da Paesi diversi (Italia, Brasile e Paraguay) hanno messo insieme idee e forze per porre in essere ed offrire ad altre donne laboratori manuali nel Weekend Do It!
Abbiamo incontrato Antonella per conoscere meglio questo encomiabile progetto.
Cos’è weekend do it?
È il frutto della passione per gli studi di genere e per il tema della parità di genere che accomuna noi sei. Proprio da qui nasce l’idea di creare dei laboratori di falegnameria, meccanica, elettrica ed idraulica destinati alle sole donne, al fine di renderle più autonome in queste attività che sono da sempre considerate prettamente maschili. I laboratori si sono svolti in tutti i sabati di giugno a Cosenza Vecchia, all’interno della Galleria Arte Indipendente Autogestita GAIA ed hanno coinvolto un totale di trenta ragazze e giovani donne. Di fondamentale importanza per la riuscita dei laboratori è stato il lavoro dei quattro docenti – Antonio, Adele, Analia e Sofia – che hanno messo a disposizione, con grande entusiasmo, la loro professionalità e le loro conoscenze e competenze.
Da dove nasce questa idea e perchè pensavate potesse essere vincente?
L’idea iniziale è stata di Debora che ha poi coinvolto noi altre per articolarla ed elaborarla. Il punto di partenza del nostro ragionamento è stato che ci sono delle attività che, troppo spesso, non vengono insegnate alle figlie femmine, ma che, al contrario, si trasmettono solo di padre in figlio. Eppure si tratta di attività che riguardano tutti e tutte nella quotidianità – come ad esempio saper cambiare una gomma o riparare un rubinetto che perde! L’obiettivo è stato, quindi, quello di ribaltare gli stereotipi di genere ed aiutare le donne ad emanciparsi in tutte quelle attività che le vedono spesso dipendenti dall’aiuto di un compagno, amico, fratello, padre. Ci siamo rese conto che poteva essere una proposta innovativa perchè non conoscevamo – almeno nel nostro territorio – esperienze di questo tipo. E infatti questa intuizione ci ha fatto vincere il bando di Cantiere Giovani finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in partenariato con diverse organizzazioni tra cui, per la regione Calabria, l’associazione di promozione sociale Goodwill.
Com’è stato lavorare in gruppo per questo obiettivo?
Lavorare in gruppo è stato uno degli aspetti più interessanti di questo percorso. Il gruppo si è creato in itinere ed in modo spontaneo intorno all’obiettivo e alla scrittura del progetto. Alcune di noi si conoscevano già ed avevano già lavorato insieme, altre invece no. Quindi per prima cosa abbiamo passato del tempo insieme – soprattutto mangiando! – per conoscerci meglio e creare una sinergia positiva. Ci siamo trovate bene fin da subito e tra di noi si è creato un rapporto di amicizia che ora va anche al di là del progetto. Ognuna ha messo a disposizione le sue competenze e conoscenze pregresse – anche molto diverse tra loro – e questo è stato sicuramente l’aspetto vincente. Combinare diverse capacità e skills per raggiungere un unico obiettivo significa aumentare nettamente le possibilità di raggiungerlo!
Perché avete scelto GAIA e il centro storico come luogo in cui tenere i laboratori?
Ci piaceva l’idea di fare qualcosa all’interno del centro storico di Cosenza che è bellissimo ed è pieno di risorse materiali, culturali e sociali, ma che, purtroppo, versa in una condizione di abbandono e a tratti di degrado. Per noi Cosenza Vecchia è un’area piena di potenziale troppo spesso non riconosciuto né valorizzato. Poi abbiamo scelto come sede effettiva dei nostri laboratori lo spazio di GAIA (Galleria Arte Indipendente Autogestita), all’interno della Casa di Quartiere di Palazzo Cosentini, per provare -nel nostro piccolo- a far rivivere uno spazio che, come tutti gli spazi artistici, è stato fortemente penalizzato dalle chiusure forzate causate dalla pandemia. Siamo grate al collettivo GAIA per averci accolte e supportate per tutta la durate dei laboratori e grazie alla posizione della galleria – che affaccia su Corso Telesio – abbiamo avuto l’occasione di conoscere tante persone del quartiere che, pur non partecipando ai laboratori, ci hanno sostenute e si sono interessate alle nostre attività.
Com’è stato accolto il vostro progetto? Pensate che i laboratori abbiano portato i frutti sperati?
Il progetto è stato accolto fin da subito con grandissimo entusiasmo e questa cosa ci ha rese molto felici e orgogliose. Non appena abbiamo iniziato a pubblicizzare l’evento online siamo state inondate da messaggi di supporto e i posti sono andati sold out in un paio d’ore! Tanti singoli e tante associazioni ci hanno scritto per avere informazioni o semplicemente per congratularsi per l’iniziativa. In quel momento abbiamo capito che la necessità di un’azione concreta (che andasse nella direzione di un’uguaglianza sostanziale), la stessa che ci ha spinto a realizzare questo progetto, non era solo nostra ma largamente condivisa da tanti/e. Siamo consapevoli che questo sia soltanto un punto di partenza, ma crediamo nel potenziale di tanti piccoli micro-cambiamenti.
Credete ci possa essere un seguito?
Questa è una domanda che ci hanno fatto davvero in tante! Noi speriamo di sì, soprattutto perchè tante ragazze non hanno avuto la possibilità di partecipare a causa dei pochi posti che abbiamo potuto rendere disponibili per garantire il rispetto delle normative anti Covid-19. Quindi: non è da escludere cercheremo le risorse per una seconda edizione. In ogni caso, si tratta di un’idea che può essere “esportata” e speriamo, quindi, che venga replicata non solo a Cosenza ma anche altrove.
Anche noi di Venti abbiamo partecipato ad alcuni laboratori e crediamo sia stato un bellissimo seme, decisamente fruttifero per chi vi ha partecipato ma anche per chi ha colto l’idea e l’ha fatta propria. In fondo c’è proprio bisogno dei singoli piccoli cambiamenti di cui ci ha parlato Antonella per confidare nella rivoluzione!