Tra il XV e il XVI secolo,in una Italia divisa e dilaniata dalle guerre, la Repubblica di Venezia prosperava con i commerci e cominciava a rivolgere le sue mire espansionistiche anche alla terra ferma. Ciò non poteva che infastidire gli altri stati europei, primo fa tutti lo Stato Pontificio che istigò altre potenze a cercare di fermare la Serenissima. Ma quest’ ultima, con vari stratagemmi, uscì vincitrice dalla guerra ed è proprio in questo scenario che si pongono le vicende dietro al quadro “Amor sacro e Amor profano” di Tiziano. Questa opera, infatti, fu commissionata da Niccolò Aurelio, gran cancelliere di Venezia, per le sue nozze con la padovana Laura Bagarotto. Il padre della ragazza, però, fu accusato di aver aiutato gli invasori a Padova a scapito di Venezia e per questo fu condannato a morte dallo stesso Aurelio. Il quadro doveva quindi riappacificare le due casate e il compito fu affidato ad un venticinquenne Tiziano Vecellio nel 1514.
L’ opera rappresenta in primo piano due donne: una vestita con i classici abiti da matrimonio, di colore bianco e rosso alla dogalina con le maniche risvoltate, e adornata con una corona di mirto, dei guanti e una cintura; mentre l’ altra ha solo un drappo rosso che dal braccio cade fino ai piedi e uno bianco adagiato sulle gambe, con in mano una lampada ardente. Entrambe sono sedute su un sarcofago che contiene dell’ acqua agiata da un puttino. Sullo sfondo, alla destra della prima donna, si trova un cavaliere che di corsa raggiunge una città fortificata, riferimento alle vicende belliche prima citate, e in basso due conigli, simbolo di amore e fertilità. A sinistra, invece, si trova un paesaggio bucolico, molto apprezzato all’ epoca, dove si possono scorgere degli uomini a caccia, un pastore con le greggi e un paese con un campanile.
Sono state date moltissime interpretazioni a questo quadro, ma se ci si attiene al tema del matrimonio la donna vestita potrebbe essere la sposa, che, rivolta al fruitore con uno sguardo un po’ inquieto, è persuasa da Venere a sposarsi, mentre il puttino, Amore, è il mediatore. Sotto vi è il sarcofago, che contiene l’ acqua della fonte, con un bassorilievo che raffigura un uomo mentre percuote un altro a terra, con una donna che assiste alla scena. Il fatto che questa storia sia impressa nel marmo indica che ormai appartiene al passato. Secondo un’ altra interpretazione, le due donne rappresentano le due anime del matrimonio: quella vestita, l’ amore sensuale; quella nuda, l’amore ideale. A maggior ragione se si pensa che già nell’ antica Grecia gli scultori rappresentavano le idee con i nudi e le persone con uomini e donne vestiti.
Quello che è certo è che Tiziano vede l’ umanità fortemente carnale, senza più l’ equilibrio tra spirito e corpo tipico del classicismo. Infatti, Argan afferma: “nell’ apparente armonia” di questo quadro “è tutto un gioco di contrasti. Nel tema: tra il riserbo della donna vestita e la vitalità della donna nuda; tra figure e paesaggio, umanità e natura; tra il sarcofago, immagine di morte,e il suo farsi fontana, immagine di vita”. Il colore ad olio,usato su più strati, assorbe e riflette la luce e la tavolozza si accentra sul tono del rosso, proprio per attirare l’ attenzione, affinchè “le emozioni visive” provochino “reazioni morali”.