“Gli ho dato il cuore e lui lo ha preso soltanto per stritolarlo a morte e scagliarmelo sulla faccia.. Gli esseri umani sentono con il cuore, Ellen, e poiché lui il mio lo ha distrutto, non posso più provare alcun sentimento nei suoi riguardi ” E. Brontë
La letteratura è costellata di storie di amori impossibili, di drammi d’amore e di cuori spezzati. In pochi però sanno che nella vita di tutti i giorni un cuore può davvero spezzarsi. Al di là dell’epicità dell’immagine esiste una sindrome cardiaca definita “Broken Heart Syndrome” quasi a volere trarre ispirazione dalle dinamiche di un amore, che non distrugge in maniera definitiva, ma dà spazio alla speranza. E proprio questo ci fa capire che è possibile guarire da questa sindrome. Tuttavia come è universalmente noto, il genere umano ha insito nel proprio DNA la necessità di classificare, definire e ridefinire. Ed è proprio da questo bisogno che nasce il nome più curioso e più noto di questa sindrome cioè “La Sindrome di Takotsubo”. Ma cosa è questo takotsubo?
Takotsubo è il nome di un vaso giapponese utilizzato per la pesca dei polpi, che ha proprio la forma del ventricolo sinistro quando viene colpito da questa sindrome. I medici sono persone fantasiose.
Questa sindrome è un quadro patologico caratterizzato dal fatto di presentarsi in maniera perfettamente sovrapponibile all’infarto del miocardio, ovverosia quella patologia in cui, per la mancanza di nutrienti, le cellule del cuore vanno in sofferenza e successivamente muoiono, rendendo inefficiente la contrazione cardiaca. Per capire meglio ciò bisogna immaginare il cuore come un sistema di due pompe connesse tra loro. La porzione destra del cuore spinge il sangue nei polmoni, e dai polmoni il sangue ritorna alla porzione sinistra. La porzione sinistra spinge il sangue nell’Aorta e nel grande circolo, che lo distribuisce al resto dell’organismo. Infine il sangue ritorna, grazie alle vene, alla parte destra del cuore. Per esprimere questa funzione si sfruttano quattro camere: due atri, uno per lato e due ventricoli sempre uno per lato.
Immaginando il cuore come una piramide, disposta obliquamente con l’apice rivolto in basso ed a sinistra e la base in alto, si trovano i due atri alla base ed i ventricoli all’apice. Gli atri sono le camere che accolgono il sangue quindi si contraggono debolmente, mentre i ventricoli spingono il sangue nei polmoni e nell’organismo di conseguenza, si contraggono in maniera più vigorosa. In conformità a questo schema un cuore normale tenderà a contrarsi con uno scarso movimento della base ed un importante spostamento dell’apice e del ventricolo sinistro. Nella sindrome di Takotsubo questo movimento del cuore si altera, ciò fa sì che la base si muova maggiormente rispetto all’apice e quindi l’efficienza della contrazione si perda. Proprio quest’alterazione della motilità fa assumere al ventricolo sinistro la forma del celeberrimo vaso in terracotta giapponese.
Diversamente da quanto avviene però per l’infarto, questo cuore può guarire spontaneamente nell’arco di alcuni giorni o settimane, un po’ come un innamorato dal cuore spezzato, che col tempo dimentica e guarisce. Ma cosa causa questa sindrome?
È stato scoperto che uno dei principali motivi che porta alla sindrome è lo stress, al punto che i fantasiosi cardiologi le hanno anche affibbiato il nome “Stress Cardyomyopaty” cioè cardiomiopatia da stress. I soggetti che sono più predisposti a soffrire di questa sindrome sono le donne in fase post-menopausa, che siano vedove tristi, infelici divorziate o stressate donne in carriera poco importa, saranno proprio loro il bersaglio di questa patologia.
Per quanto riguarda la terapia è previsto un bel cocktail di farmaci, tanto riposo e perché no? Anche un nuovo marito e un nuovo lavoro. D’altronde come dice Coelho “non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.”