Avete presente quando siete in macchina, nell’ora di punta, fermi. Vi guardate intorno e vedete altre macchine a quattro, o cinque posti, occupate da un solo passeggero o al massimo due? Qual è il vero costo di un’auto? Il prezzo d’acquisto è solo una parte. Abbiamo assicurazione, benzina, Area C o similare, parcheggio. E poi ci possiamo aggiungere il costo del sottoutilizzo. Sì perché avere un’auto a cinque posti, che viene usata al massimo da due persone, è un costo. In tempi di crisi sono valutazioni da fare. Come sfruttare quei tre posti in più? Carpooling e carsharing sono la risposta!
Nel carsharing una flotta di automobili viene messa a disposizione degli abbonati al servizio. Le macchine possono essere prenotate e prelevate nei punti sparsi per la città e alla fine vengonoriconsegnate. Il costo per l’utente è completamente variabile a seconda dell’utilizzo.
Nel carpooling invece le auto sono di proprietà degli utenti, che le mettono a disposizione degli altri membri della comunità, offrendo di fatto “un passaggio”. Le spese di viaggiovengono divise tra conducente e passeggeri, eliminando quasi completamente il costo di sottoutilizzare un’auto. Questo bisogno così semplice si coniuga perfettamente con la necessità di una mobilità più sostenibile: se anziché esserci cinque auto in coda al semaforo ce ne fosse solo una, le emissioni di scarico sarebbero molto inferiori.
Inizialmente le community non erano organizzate: si utilizzava il passaparola. Internet ha reso possibile l’estensione dell’offerta ad un bacino di persone più grande.MA più cresce il network, più è necessaria un’entità che ne regoli l’accesso, determini gli standard, faccia da garante, perché “non si accettano passaggi dagli sconosciuti”. Nascono quindi piattaforme come “BlaBlaCar”, che mette in contatto conducenti e passeggeri. Il sistema è molto rigoroso: gli utenti devono utilizzare dati autentici. È possibile declinare un passeggero e scegliere il conducente. Alla fine del viaggio il passeggero lascia un feedback che servirà a determinare il “livello di esperienza del conducente”: ci sono cinque livelli, si avanza grazie al numero e alla qualità dei feedback ricevuti, alla completezza delle informazioni inserite e a seconda di quanto tempo si è iscritti alla community. Tutte le interazioni avvengono sotto il controllodel team di BlaBlaCar, che verifica tutti i contenuti pubblicati sul sito.
Poi ci sono provider come Uber,che agisce sempre come un intermediario tra autisti e passeggeri, ma le corse offerte si limitano alla città e gli autisti si distinguono in veri professionisti, che il passaggio te lo offrono su un’auto di alta gamma, oppure persone normali con qualche posto libero in auto. Con un semplice click dall’App è possibile prenotare la propria corsa, scegliendo la tipologia (berlina di lusso oppure uberX, low cost?), e il pagamento avviene tramite carta – già prima di prenotare è possibile avere informazioni sulle tariffe della città. Anche qui si lascia un feedback al conducente, da una a cinque stelle.
Questi operatori si stanno diffondendo rapidamente anche in Italia. Milano è la città con la più ampia scelta di servizi di carsharing e carpooling, ma è anche stata la città dove si sono diffuse prima le proteste dei tassisti, che contestano alla società californiana di andare contro due fondamentali regole del NCC: in primo luogo viene contestata concorrenza sleale: i servizi offerti sono molto simili al taxi, ma non hanno bisogno di licenza; le auto Uber non partono da un’autorimessa, come invece stabilisce la normativa, e il prezzo non viene concordato in anticipo.
La situazione tra Uber e i tassisti rimane tesa, come dimostra l’episodio avvenuto al WiredNextFest, – dove il General Manager di Uber, Benedetta Arese Lucini, stava presentando il nuovo servizio Uber-Pop. Trecentocinquanta tassisti si sono radunati ai Giardini Indro Montanelli, dove la manifestazione aveva luogo, e hanno iniziato a protestare contro la società e il comune di Milano, chiedendo che l’App venisse chiusa e il servizio sospeso.
Una nuova regolamentazione è necessaria, ma difficile in un contesto dove si entra in contatto con più agenti con bisogni diversi: gli utenti, che da un lato scelgono il servizio più comodo, al prezzo più basso, e dall’altro lato chi offre il servizio: i tassisti, che vedono portarsi via una fetta di mercato, e le start-up come Uber, o BlaBlaCar, che entrano nel mercato con un’offerta più allettante, innovativa e creano concorrenza in un settore monopolizzato.
Proprio in questi giorni il Garante per la concorrenza si è mostrato molto favorevole verso il servizio offerto da Uber. Le indicazioni date seguono la logica di un mercato che favorisca la crescita del Paese, eliminando ogni tipo di distorsione concorrenziale, nel segno dell’innovazione e dello sfruttamento delle nuove tecnologie. Verrà proposta infatti l’abrogazione dell’obbligo di partire da una rimessa per il servizio NCC, rendendo infondate le pretese dei tassisti. Ora è tutto in mano all’esecutivo, che si occuperà delle riforme necessarie per ridurre i costi di entrata delle nuove imprese e ridurre le barriere alla concorrenza.